Game of Death: semplice ma efficace

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Game of Death è un film del 2017. Questo prodotto è all’apparenza un filmettino. Lo si evince dal trailer, dalla sinossi e dalla durata. Ma non bisogna mai mettere il carro davanti ai buoi. Perchè ,nonostante la semplicità, il film fa esattamente quello che dovrebbe fare. Non si pone pretese particolarmente intellettuali (anche se qualche spunto lo si può intravedere). Non vuole appesantire, ne far riflettere. Ma solo divertire. E lo fa a colpi di teste esplose, budella che saltano fuori dal petto e quintalate di sangue. Un film che è onesto con lo spettatore fin dai primi minuti. E a differenza di Choose or Die (che ha un presupposto simile) fa un buon lavoro e riesce a rimanere impresso. La semplicità e la leggerezza gore non vi devono ingannare. È un film che contro ogni apparenza e pregiudizio è ben curato e terribilmente godibile (C’è anche una gustosissima sequenza animata che da un tocco piacevolmente colorito).

Game of Death: un Jumanji al sangue

Tutti si ricordano del Jumanji del 1995 con Robin Williams. Un film che ha fatto l’infanzia di molti. Game of Death ne riprende il principio e lo sviluppa in chiave horror. Un gioco da tavolo, che una volta iniziato miete vittime. Un unica regola: uccidere o venire ucciso. Ora, Game of Death non è raffinato come Jumanjii. Ma lo dichiara subito. Non è un film presuntuoso. Dopo dieci minuti, ci dice subito il suo intento. E la prima testa esplode. Da quel momento è un continuo fiume di sangue. Questo è un film diretto. Senza troppi fronzoli si rivela subito per quello che è: una versione alleggerita del film con Robin Williams servito al “sangue”. Ed ecco a voi un filmetto splatter che vi divertirà e placherà la vostra fame di violenza estrema. Senza presentare momenti di tedio (elemento da plauso).

Game of Death : alla base un idea interessante

Si è detto che Game of Death è un film semplice e senza pretese. Ma questo non significa che non presenti un accenno, seppur leggero, di contenuto. Infatti nel suo sviluppo ci pone davanti un dilemma interessante. Un quesito che fa traballare il nostro Io sociale e umano. Uccideresti della gente se questo fosse necessario per salvarti la vita? E linterrogazione continua in una via ancora più infida. Uccideresti un amico? Questo è il presupposto di tutto il film. Però non l’argomento non viene approfondito, proseguendo in direzione di una “caciara sangunolenta”. Da un lato è un peccato perché avrebbe arricchito il tutto. Dall’altro ci va bene, perché il film evita di appesantirsi in istanti troppo machiavellici.

Conclusioni

Game of death è un film onesto. Semplice ed estremamente godibile. Iperviolento e pieno di scene splatter di buon livello. Fa esattamente quello che dovrebbero fare i film di questo genere. Non si arena in un minutaggio eccessivo infarcito di momenti riempitivi. Dopo dieci minuti viaggia diretto verso la meta senza mai fermarsi. Accenna addirittura un minimo di riflessione esistenziale, senza però approfondirla. Insomma un prodotto divetente adatto a tutti gli amanti del gore e dei film horror iperviolenti e senza pretese. A volte è meglio una pellicola di questo tipo, che non vuole dimostrare niente, ma che alla fine risulta superiore alle premesse.

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