Bob Marley: 40 anni senza l’icona del reggae

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Bob Marley:

È l’11 maggio 1981 e Bob Marley si trova al Cedar of Lebanon Hospital di Miami. Ha un melanoma maligno che non gli darà scampo.

Bob Marley: chi era l’icona del reggae?

È il 6 febbraio 1945 e a Nine Mile, un villaggio della Giamaica, nasce Bob Marley. Già 17enne, il piccolo Bob si trasferisce a Kingston con la madre. Lì scopre il Rastafarianesimo, religione appartenente alla tradizione etiopica ortodossa che prevede come pratica facoltativa quella dei dreadlocks. La carriera di Bob comincia nel 1964 quando, assieme a Bunny Livingston e Peter Tosh, forma i Wailers. Fino a quel momento la cultura musicale di Bob comprende il Rhythm & blues e nell’ascolto di artisti come Elvis Presley, Ray Charles e gli Impressions. Nei Wailers è lui il leader: scrive la maggior parte dei testi, canta e suona la chitarra. Grazie al singolo Simmer Down, i “Piagnoni” conquistano le classifiche giamaicane. Comincia la lunga e meravigliosa storia di un’icona mondiale.

Bob Marley: No woman, no cry

È il 1967. Bob ha 22 anni e decide di diventare un Rasta. Comincia dunque a sfoggiare i deadlock mentre la sua carriera musicale progredisce. Catch a Fire, il primo album dei Wailers, uscirà nel 1973. È il preludio a Burnin’, secondo album che contiene le canzoni Get Up, Stand Up e I Shot the Sheriff, due classici intramontabili. Passa un anno, i Wailers si sciolgono e ognuno prende la propria strada. La nuova band di Bob si chiama Bob Marley & the Wailers. Nel 1975, a distanza di un anno, esce l’album Natty Dread. Il singolo estratto è No woman, no cry, che fa faville anche nelle classifiche degli USA. Bob è lanciato come un treno in corsa.

La musica reggae

Bob Marley ha il grande merito di aver reso popolare la musica reggae. I suoi testi erano lo specchio di un animo tormentato e consapevole. La sua eredità più grande non è tanto la musica, quanto i messaggi in essa contenuti. Messaggi di fratellanza, amore, libertà e speranza. Messaggi rivoluzionari, come quello contenuto in Redemption Song: “Emancipate voi stessi dalla schiavitù mentale. Nessuno a parte noi stessi può liberare la nostra mente”. La lotta di Bob comincia dal basso, dai ranghi più miseri. L’intento è quello comune a tutti gli spiriti indomiti: dar voce agli ultimi, uomini e donne stipati in un inferno di povertà e disperazione. Bob Marley ci è nato in quell’inferno e per questo ha saputo cantarlo meglio di chiunque altro. Morì l’11 maggio 1981 per un melanoma in fase avanzata. Le ultime parole furono per suo figlio Ziggy: “I soldi non possono comprare la vita”.

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