Milva: la Rossa della Musica Italiana è morta

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Oggi 24 Aprile 2021 la Musica Italiana piange Milva, la cantante e Attrice Italiana che da interprete ha saputo catturare l’attenzione di autori, registi e compositori come Giorgio Strehler e Astor Piazzolla, Franco Battiato e Vangelis, Luciano Berio ed Ennio Morricone grazie ad una voce potente ma sofisticata. Aveva 81 anni e si è divisa tra la Musica, Il Cinema e il Teatro. Nel 2010 scelse di ritirarsi dalle scene. La Rossa ci lascia ma la sua voce rimarrà nei cuori degli Italiani.


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Milva: una cantante speciale e innovativa

Con Mina e Ornella Vanoni è stata protagonista della musica italiana dagli anni Sessanta, Milva ha saputo cambiare e trasformarsi usando curiosità, bravura, versatilità per costruire una carriera unica, lunga oltre mezzo secolo condita con 173 album. A Sanremo partecipo per ben 15 volte ma non vinse mai. Fu l’interprete dei canti della Resistenza, di Bella ciao, delle Canzoni del tabarin e dei Canti della libertà. Inoltre in Teatro diede il meglio di sé come protagonista alla Deutsche Oper di Berlino con I sette peccati capitali di Brecht e Weill. Fu conduttrice di Al Paradise il varietà del sabato sera. Una carriera ricca di avventure i cui la Rossa si è gettata senza esitazioni. Aveva una capacità di incantare che ha attratto Registi e compositori che facevano le carte false per riuscire a portare dalla loro parte un interprete dalla bravura ineccepibile.

Milva: la pantera di Goro

Maria Ilva Biolcati era nata a Goro (e la “pantera di Goro” è stato a lungo il su nomignolo) il 17 luglio del 1939. “A 7 anni insistevano con mia madre di farmi cantare”. Giovanissima nel 61 ventiduenne timida e naif magra e longilinea come è sempre rimasta dotata di una estensione vocale straordinaria approda al festival di Sanremo dove si qualifica terza con Il mare nel cassetto. Quello stesso anno debutta nel cinema (La bellezza d’Ippolita accanto a Gina Lollobrigida) e sposa Maurizio Corgnati regista televisivo, intellettuale e parecchio più anziano (“mi sentivo la sua bambina”) un pigmalione che avrà su Milva una influenza importante come non accadrà dopo la separazione con altri compagni, gli attori Mario Piave e Luigi Pistilli, il filosofo Massimo Gallerani.

Il periodo del teatro

Nel 62 era approdata all’Olimpia di Parigi quando nel 1965 Paolo Grassi invita Milva al Piccolo a interpretare i Canti della Libertà, il primo passo di un trentennale sodalizio con Giorgio Strehler che con lei farà Io, Bertolt Brecht e poi la dirigerà in Milva canta Bertolt Brecht e in Io, Bertolt Brecht N°2 con Tino Carraro. “Strehler amava la mia umiltà. A lui devo tutto quello che so, così come a Maurizio Corgnati: mi hanno insegnato tanto e mi mancano molto”. Strehler fa di Milva una delle più accreditate interpreti del repertorio brechtiano, in Italia e perfino in Germania, e la sceglierà come indimenticabile Jenny delle Spelonche nell’edizione del 73 dell’Opera da tre soldi accanto a Domenico Modugno che indossava i panni di Mackie Messer.

Un interprete sublime

Milva diventa una delle grandi interpreti della musica colta e d’autore. Incanta il pubblico tedesco con i Lieder (riceverà la prestigiosa Onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania). Affascina anche i francesi con la versione italiana di Milord di Edith Piaf, entra nelle hit parade con La Filanda dal repertorio di Amalia Rodrigues, diventa la voce preferita di Mikis Theodorakis, senza contare le incursioni nella musica colta d’avanguardia, come quando alla Piccola Scala di Milano, interpreta il Diario dell’assassinata di Gino Negri e alla Scala La vera storia di Luciano Berio tratta da Calvino con esiti trionfali tanto che replicò all’Opéra di Parigi al Maggio Fiorentino, all’Opera di Amsterdam.

Milva: le tante collaborazioni

Dagli anni Ottanta prolificano le collaborazioni importanti: con un grande regista come Peter Brook (El tango curato da Filippo Crivelli), con Astor Piazzolla, Franco Battiato (gli album Milva e dintorni con la bellissima Alexanderplatz, Svegliando l’amante che dorme e l’ultimo del 2010 Non conosco nessun Patrizio), Vangelis (Dicono di me), canta Luigi Tenco, Fiorenzo Carpi, Fabrizio De André, Alda Merini, Enzo Jannacci che la avvicinò al suo surreale mondo con l’album La Rossa. Tra gli ultimi impegni il teatro: La Variante di Lüneburg dal libro di Paolo Maurensig e a Vienna Der Besuch der alten Dame (La visita della vecchia signora) di Durrenmatt dove recita nientemeno che in lingua tedesca.

Infine nel 2018 il Festival di Sanremo di Claudio Baglioni le assegna il premio alla carriera e nel ringraziamento letto dalla figlia Martina sul palco dell’Ariston, Milva si rivolge ai giovani: “La musica spazza via la polvere dalla vita e dall’anima degli uomini. Ma perché questo accada bisogna studiare e attingere dal passato”. E il “passato” che Milva lascia è nel segno del coraggio, di continuare a raccontare storie importanti come i femminicidi, la femminilità negata in Sono felice o Uomini addosso, un grido sulla la violenza contro le donne.

Milva: quando ha lasciato le scene?

Nel 2010 sulla sua pagina Facebook aveva scritto una lettera bella e commovente. “Dopo cinquantadue anni di ininterrotta attività, migliaia di concerti e spettacoli teatrali sui palcoscenici di una buona metà del pianeta, dopo un centinaio di album incisi in almeno sette lingue diverse, ho deciso di mettere un punto fermo alla mia carriera che credo grande e unica, non solo come cantante ma come attrice ed esecutrice musicale e teatrale. Ho deciso di abbandonare definitivamente le scene e fare un passo indietro”. Viveva nella casa di via Serbelloni pieno centro di Milano con la fida segretaria Edith e l’affetto incondizionato della figlia Martina Corgnati critica d’arte. Lascia un vuoto nella Musica che sarà difficile da colmare. Dona d classe che ha sudato tutto quello che si è conquistata con lo studio anche delle lingue straniere e il lavoro che l’ha accompagnata per gran parte della della sua vita.

Paginsa Twitter Festival Sanremo: https://twitter.com/sanremorai

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