La pandemia ha colpito in modo violento il settore eventi, costringendo molti gruppi ad annullare tour e date. Il riscatto dei Pearl Jam è tutto in favore dei fan che non possono assistere ai loro idoli.
Qual è il riscatto dei Pearl Jam?
L’emergenza Coronavirus ha influenzato molti settori, ma pensandoci bene, forse quello degli eventi è stato più colpito rispetto ad altri. Impossibile non creare assembramenti a concerti, ma I Pearl Jam hanno deciso di riscattarsi da tale situazione e, correre incontro alle esigenze dei fan. Dalle due del mattino al cinque di aprile sui canali Facebook e YouTube della band, sarà possibile vedere il concerto tenuto all’Hard Rock calling festival e il 25 giugno del 2010 presso l’Hyde Park di Londra. Così il gruppo capeggiato da Eddie Vadder ha proposto un totale di 27 brani dal repertorio della band ed alcune cover. Fra queste possiamo ricordare “Brain damage” dei Pink Floyd e Arms aloft” di Joe Strummer.
Il dramma dell’adolescenza: Jeremy dei Pearl Jam
Un settore molto colpito quello degli eventi
Lo abbiamo già visto varie volte il dramma trattato fra coloro che non possono lavorare a causa delle chiusure. Perché forse a volte, non riflettiamo abbastanza su che cosa ci sia davvero al di là di un concerto. La facciata che ci si presenta, è quella bella di un palco allestito a dovere, con luci che riflettono perfettamente il gruppo o l’artista in solo sopra di esso e la voce che arriva direttamente nei nostri cuori alla perfezione. Ma per giungere a quell’insieme di cose che danno origine a ciò che vediamo servono tecnici. Tecnici che lavorano al suono, alla luce e all’allestimento. Va da sé che senza concerti, senza tour e senza eventi, tali personaggi non hanno il dovere di svolgere tali mansioni. Ed è proprio per questo motivo che tale settore sembra preso d’assalto molto più di altri nel clima pandemico che stiamo vivendo.