Levante e Mahmood schierati a difesa della legge Zan

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A difesa della legge Zan: “Non è mai tardi per iniziare un percorso di terapia che la aiuti a comprendere l’importanza dell’altro, il diritto dell’altro a essere chi vuole (liberamente) e il dovere di uno stato a tutelarne la libertà”. Così Levante, attraverso un post pubblico sul suo profilo Twitter, si unisce alle proteste dei giorni scorsi di Fedez ed Elodie alla Lega e al senatore Simone Pillon, che si è schierato apertamente contro il disegno di legge Zan.

Le parole di Mahmood

Nelle ultime ore si è unito alla protesta anche Mahmood, attraverso alcune storie sul suo profilo Instagram. “È di fondamentale importanza approvare la legge Zan. Ho sempre pensato che episodi di discriminazione basati sul sesso, sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale debbano essere condannati. Mi è capitato più volte di assistere impotente a scene di questo tipo, soprattutto durante la mia adolescenza”.


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Qualcosa in più sulla legge Zan

La legge prende il nome dal suo promotore: Alessandro Zan. Partito Democratico, politico e attivista LGBT egli stesso vittima di discriminazioni e aggressioni a causa della sua omosessualità. Il testo ha lo scopo di contrastare le discriminazioni fondate su orientamento sessuale, identità di genere e disabilità, per assicurare maggiore tutela a omosessuali e transessuali, vittime di episodi di violenza fisica e verbale. 

Il provvedimento

Il provvedimento, in questo modo, amplia l’ambito di applicazione dei delitti contro l’eguaglianza previsti dal cod. pen. agli articoli 604 bis e 604 ter. Aggiungendo al novero delle fattispecie condannate i comportamenti discriminatori rivolti a disabili, omosessuali, transessuali e qualunque atto persecutorio motivato dall’orientamento sessuale.

Cosa prevede il testo della legge Zan?

Alla Camera, il testo della legge Zan ha ottenuto 265 voti a favore e 193 contrari. In Senato, invece, la votazione non è stata ancora calendarizzata. Il testo riunisce diversi precedenti progetti contro l’omofobia e prevede una circostanza specifica per le discriminazioni rivolte contro persone omosessuali e trans, rafforzando quanto già stabilito nella legge Mancino numero 25/1993: al divieto di discriminazione per motivi “razziali, etnici o religiosi” si aggiungono quelli fondati sul genere e sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere.

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