Paul Young, tra i più grandi degli anni 80, è rientrato sulla scena musicale nel 2016 dopo più di dieci anni di assenza con un album di cover. Dieci famosissimi brani della musica soul, che il cantante britannico ha portato a nuova vita. Pronti a cantare e ballare questi famosissimi pezzi? Perchè ne siamo sicuri, li conoscete tutti.
Quali sono i brani soul reinterpretati da Paul Young?
È il 2016 e l’album si intitola “Good Thing”. In apertura troviamo L-O-V-E (Love) di Nat King Cole del 1965. Una canzone che non ha certo bisogno di presentazioni, ma che anzi funge lei stessa da biglietto da visita di Good Thing. Sebbene sia una canzone già reinterpretata da molti artisti – quali Frank Sinatra o la figlia Natalie Cole –, Paul Young decide in ogni caso di inserirla nell’album proponendone la sua personale versione. A seguire troviamo poi un grande successo dei The Stample Stangers, che nel 1973 scalarono le classifiche con Touch A Hand, Make A Friend. È poi il turno di Eloise (Hang On In There) di William Bell, un brano del 1967, seguito da Back For A Taste Of Your Love di Syl Johnson, 1973, e da Big Bird di Eddie Floyd del 1968.
La seconda parte dell’album si apre con Ain’t That A Lot Of Love di Homer Banks, un classico della musica soul del 1966. Se l’ultimo ad inciderne una cover è Paul Young, l’artista non è stato certo il primo. Si contano infatti almeno dieci versioni differenti del brano, tra cui una dei Simple Red del 1999. A seguire troviamo poi Slipped, Tripped And Fell In Love di Clarence Carter e l’opera più famosa di Johnnie Taylor, I Believe In You (You Believe In Me) datata 1973. Quasi in chiusura della raccolta Paul Young sceglie Words dei Bee Gees del 1968, mentre per il finale troviamo la cover di Your Good Thing (Is About To End), nelle versione Lou Rawls sempre del 1968. Anche di questo brano, cantato originariamente dal Mable John nel 1966, si hanno almeno una decina di altre incisioni.
Altre cover di Paul Young
Il genere preferito di Paul Young, nonchè quello su cui ha basato larga parte della sua carriera, non è solo il soul. Non il soul in senso stretto almeno. Il suo stile pop rock, influenzato dalle varianti occidentali del white soul, ha portato l’artista ad interpretare alcune tra le ballate sentimentali più famose degli anni ottanta. Ballate che qualsiasi frequentatore delle discoteche dell’epoca si ricorderà di certo. E forse anche con un pizzico di nostalgia. Ciò che non tutti si ricordano, però, è che gran parte di questi famosissimi pezzi portati alla ribalta da Paul Young sono in realtà cover di altri artisti.
Whenever I Lay My Hat (That’s My Home)
È il caso ad esempio di Whenever I Lay My Hat (That’s My Home), originariamente scritta e interpretata da Marvin Gaye nel 1962. Vi proponiamo qui la versione di Paul Young, che venne notato nel panorama internazionale proprio grazie a quest’interpretazione.
Love of The Common People
Le sonorità più anni ottanta di Paul Young si sentono nella hit Love of The Common People, anch’essa cover di un brano scritto e composto da John Hurley e Ronnie Wilkins. Noi tutti ricordiamo la canzone come uno dei titoli più famosi di Paul Young, che volando in cima alle classifiche resero l’artista uno tra i cantati più in voga del 1982. La realtà dietro a questa canzone, però, è leggermente diversa. Love of The Common People infatti fu apprezzata solo in seguito e non al momento dell’uscita, che anzi non entrò nemmeno in classifica. Solo dopo il successo di Whenever I Lay My Hat (That’s My Home) il brano venne ripubblicato, raggiungendo solo allora le vette delle top ten europee.
Everytime You Go Away
Forse la ballata più romantica di Paul Young è rappresentata da Everytime You Go Away. Tutti gli innamorati dell’epoca la ricorderanno, e chissà che qualcuno non l’abbia anche dedicata alla sua dolce metà. Anch’essa cover di un brano di Daryl Hall, è stata portata alla ribalta da Young nel 1985. Per gli appassionati di cinema, facciamo notare che la canzone è stata utilizzata nel 1987 come colonna sonora del film Un Biglietto per Due con Steve Martin.
Che dite, siamo riusciti a farvi venire un po’ di nostalgia degli anni ottanta? Se è così, e se viva di ballare ancora un po’, vi consigliamo di leggere anche gli articoli qui sotto.
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