BENEE, Hey u x | La Recensione

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Hey u x

Dopo la hit Supalonely, BENEE debutta con Hey u x. Un album indubbiamente giovanile, che compensa una vocalist non particolarmente dotata con un’ottima introspezione nelle liriche.

Hey u x: cos’aspettarsi dopo Supalonely?

BENEE è sbucata fuori dal nulla, con la sua voce sottile e l’atmosfera disincantata nel mezzo del disastro. Una cantante molto adatta alla situazione della pandemia, ma senza manipolazioni e riferimenti diretti dietro, non alla Stuck With You. Una voce dei giovani come spesso va di moda ad oggi, introspettiva e semplice. E non a caso BENEE, al secolo Stella Rose Bennett, è neozelandese proprio come la pioniera dell’indie pop Lorde, e con Hey u x debutta piena di ambizione. Ma c’è una differenza sostanziale tra lei e la cantante di Royals: la Bennett è una cantante pop

BENEE usa Hey u x per esporsi come giovane e come creativa, con un tono molto semplice e domestico, quasi a sentire un’amica che parla con te dalla camera da letto. Mantiene la voce sommessa ma sa alzare il volume quando necessario. Tornano in mente l’eccelso Petals For Armor, l’album di Hayley Williams che ha dato inizio alla sua promettente carriera solista. O anche Beabadoobee, un’altra nuova arrivata nel mondo dell’alternativa, che come lei ha scelto di saltare a piè pari la facile via dell’indie con il suo album Fake It Flowers. Destinazione il pop-rock, invece, quello più intimista e raccolto, nella quale le giovani si crogiolano come a casa. Che BENEE non è una sprovveduta si capiva anche dando un’occhiata alla tracklist di Hey u x. Duetti con hitmaker del momento come Gus Dapperton e Flo Milli, Grimes, e persino Lily Allen, che è forse la più vicina a lei dal punto di vista puramente sonoro. 

BENEE la giovanissima

Spiccatamente millenial, questo sì. Basti pensare alla melodia di Snail, leggera e quasi parlata, che fa tornare alla mente l’ottima Juice di Lizzo. E non ci si crede che sia passato quasi un anno, da quando Elizabeth aveva le sue hit. BENEE deve essere rimasta a guardare il tutto dalla finestra della sua morbida stanza, scrivendo via via i suoi pensieri profondi sul tema. Fa abbastanza tenerezza da dispiacersi che si senta sola – Lonely non è neanche l’unica volta che approfondisce la questione – ma lei sembra la meno turbata dalla cosa, almeno sulle prime. C’è un percorso introspettivo che va avanti con lei, di dubbi e paranoie, curato a trecentosessanta gradi. 

L’aspetto più debole di BENEE è la sua voce, inizialmente piacevole nel suo essere vellutata e morbida, ma forse non sufficiente a reggere l’intero Hey u x. Tende a ricadere nella monotonia, ed è forse preferibile ascoltarla a piccole dosi. Ma sono difetti che a una giovane debuttante si possono perdonare. Con BENEE l’industria musicale ha appena scoperto una nuova sensazione giovanile, e Hey u x ne è l’inizio lampante. Una ragazza giovane che guarda alle disgrazie con una calma stoica, lasciandosele quasi scivolare di dosso. È la sua forza e il suo carattere, e in un’industria musicale così innamorata di Billie Eilish avrà sicuramente fertile spazio di crescita. 

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