La cultura del silenzio: una lezione di Debussy

Che cos'è la cultura del silenzio?

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La musica è una costante nella vita di ogni persona. Non è necessario essere grandi musicisti o amanti della musica, per apprezzarla o riconoscerla come parte integrante dei nostri giorni.
Anche il suono in sé, circonda tutto e tutti. Se ci troviamo in una grande città, saremo tartassati dal rumore del traffico e del frenetico fluire della gente. Se siamo in campagna, saremo accompagnati dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio del vento tra le foglie degli alberi. Quando ci troviamo da soli con noi stessi, in una stanza, potremmo comunque percepire minimi tratti di suono, come il battito del nostro cuore.
Eppure, il suono è spesso impercettibile. Più di quanto possiamo immaginare. Il suono sa nascondersi molto bene, può celarsi al nostro udito in maniera assolutamente sottile. Uno dei primi musicisti della storia a interessarsi a quest’idea, fu Claude Debussy. Egli, addirittura, mise a punto la cultura del silenzio.

La cultura del silenzio: tra espressione e ineffabile

La musica, è una delle maggiori forme artistiche che ognuno di noi abbia a disposizione. Attraverso l’esecuzione o l’ascolto di un brano musicale, ci è consentito esprimere ciò che a parole non riusciremmo mai a dire. Possiamo scoprire e mostrare al mondo parti di noi che manteniamo nascoste come preziosi segreti. Dunque, la musica ci serve per esprimere l’ineffabile.

Solo che, musica non è solo suono. La cultura del silenzio di Debussy, c’insegna che “la musica è il silenzio fra le note”. Dunque, ci troviamo davanti a un’affermazione decisamente particolare. Non è infatti da tutti attribuire al silenzio, la stessa importanza del suono. Al contrario, Claude Debussy la pensava proprio in questo modo. Secondo lui, il silenzio è esattamente fondamentale quanto il suono.

la cultura del silenzio

Prendiamo come esempio un pentagramma. Esso, è composto da una sequenza di note e pause. Se le pause fossero assenti, il suono non esisterebbe. O meglio, non esisterebbe la musica, il ritmo.
Ciò che otterremmo, non sarebbe altro che rumore. Come nella scrittura, anche nella musica è fondamentale l’esattezza; che esattezza non significa perfezione, ma trovare un senso anche al caos.







La musica naturale

„Sono esistiti, ed esistono tuttora, malgrado i disordini che la civiltà reca, piccoli deliziosi popoli che appresero la musica con la semplicità con cui si apprende a respirare. Il loro conservatorio è: il ritmo eterno del mare, il vento tra le foglie, e mille piccoli rumori percepiti con attenzione, senza mai ricorrere a trattati arbitrari. Le loro tradizioni vivono negli antichissimi canti associati alla danza, in cui ciascuno, durante i secoli, ha rievocato il suo rispettoso contributo.“
Claude DebussyLa cultura del silenzio

Da questa citazione del maestro, possiamo capire un altro punto fondamentale del suo pensiero. La cultura del silenzio, deriva proprio da queste parole. Per Debussy, musica è natura. Nonostante egli fosse un musicista affermato e avesse trascorso molti anni della sua vita a studiare in conservatorio, sosteneva appieno la naturalezza della musica.


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Ovviamente, per diventare musicisti professionisti è necessario studiare a fondo la musica, la sua grammatica, la sua composizione, la sua storia. Tuttavia, la musica è dentro ognuno di noi fin dalla nascita. Come dicevamo all’inizio di quest’articolo, il suono circonda tutto e tutti noi. Fa parte della natura. Di conseguenza, tutti noi abbiamo la possibilità di apprendere l’arte della musica. La cultura del silenzio riprende questo concetto, estendendolo anche al silenzio.

la cultura del silenzio ghiaccio

Il silenzio assordante

La cultura del silenzio ci propone questo ossimoro. Ognuno di noi, di solito, lo sperimenta almeno una volta nel corso della vita. Quando in seguito a un evento spiacevole o addirittura traumatico, dentro di noi si crea un senso di vuoto, ecco che il silenzio prende il sopravvento. E si tratta di un silenzio che sentiamo, in tutti i sensi. Esso è più potente di un tuono, di un qualsiasi suono o rumore.

Quando il silenzio comincia a far parte di noi, possiamo renderci conto di quanto esso sia tutt’altro che assenza di suono. La cultura del silenzio, sottolinea proprio questo. Ci spiega che il silenzio, in realtà, fa rumore. Possiede una melodia rumore tutto suo. Non uno fisso, ma piuttosto variabile, a seconda della sua intensità. E talvolta, come disse qualcuno, il silenzio è il grido più forte.

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