Alessandro Cammarata, in arte “Goomah”, è b-boy membro della Style Shot Crew, nonché insegnante di Break Dance di Idea Danza, a Pavia. Si appassiona alla Break Dance all’età di 14 anni. Col passare degli anni, vince nove contest di Break Dance. Decide di dedicarsi anche all’insegnamento, per istruire le nuove generazioni nel breaking, disciplina che solo recentemente introdotta nelle scuole di danza. Per lui la Break Dance è una scuola di vita.
L’intervista ad Alessandro “Goomah” Cammarata
Alessandro, cosa rappresenta per te la Break Dance?
Per me il breaking è una delle tante magnifiche arti per esprimere che sei e cosa provi, una di quelle che personalmente ho sempre preferito. E’ una scuola di vita, che ti insegna che puoi sempre andare oltre, e gli unici limiti che hai sono quelli che tu stesso ti poni.
Quando hai iniziato a praticare la Break Dance?
Era il settembre 2004. Avevo 14 anni e ne avrei fatti 15 dopo due mesi.
Da dove arriva il tuo soprannome “Goomah”?
Un giorno stavo uscendo dalla palestra dopo un allenamento, e c’erano gli amici di uno dei due maestri fuori ad aspettare. Io sono sempre stato molto flessibile e a quell’età ero veramente lasso.
Uno di loro, vedendomi, mi ha salutato dicendo “tallì l’Ale Gomma!!!”. Poi è stato storpiato in Gummah dai miei amici e poi io l’ho perfezionato in Goomah.
Cosa consiglieresti ai giovani per avvicinarsi a questa disciplina?
Ognuno deve seguire quello che sente dentro, senza essere condizionato da altri. Quindi non consiglio nulla per avvicinare i ragazzi al breaking, ma per chi si sete attratto da questa disciplina… buttati, senza paura e vedi come va. Se ti piace, datti il tempo di superare quella soglia per cui tutto diventa semplice e ti puoi davvero divertire come un matto.
Cosa ne pensi del fatto che la Break Dance sia diventato uno sport alle Olimpiadi?
Il breaking non è uno sport. Questo è quanto.
Goomah, cosa significa per te insegnare ai giovani?
E’ una delle mie più grandi soddisfazioni. Farli appassionare e accendere il fuoco della volontà nei giovani per me è contribuire alla loro crescita.
Quello che impari ballando breaking, ti serve nella vita molto di più di quanto possa servire la scuola.
Vedere dei ragazzi che riescono in ciò che vogliono dopo ore di allenamento, vederli superare i loro limiti, dare il massimo ed entusiasmarsi per i risultati… è super appagante.
Quindi è una cosa che amo fare perché mi piace.
Break Dance – le origini e la storia