Harry Styles: “Fine Line” – Recensione Album

Fine Line un album dal sapore funk infuso nella nostalgia

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In poco tempo da quando gli One Direction si sono sciolti nel 2015, i suoi membri si sono mossi in direzioni diverse intraprendendo chi più e chi meno le loro carriere da cantanti solisti. Zayn Malik e Liam Payne hanno inciso brani di successo in chiave R&B-pop, Niall Horan ha trovato la sua strada come cantautore ritagliandosi una buona fetta di pubblico e Louis Tomlinson ha recentemente immerso le punte dei suoi piedi nel panorama musicale lanciando il suo primo lavoro da solista con un disco dai suoni pop-rock degli anni ’90. 

Ma è Harry Styles che ha senza dubbio avuto e continua ad avere il successo più grande, appoggiandosi completamente al rock psichedelico ispirato agli anni ’70 nel suo album di debutto omonimo del 2017, che ha attinto pesantemente dai classici dei giganti del rock Rolling Stones, The Beatles e Fleetwood Mac. 

Lo sforzo del secondo album di Harry Styles “Fine Line“, in uscita oggi venerdì 13 dicembre, raddoppia su quelle influenze retrò ad effetto carismatico e talvolta emozionante. Il secondo singolo, “Watermelon Sugar”, è l’alterante successo dell’album, che incapsula lo spirito sensuale e funky di tutto il nuovo lavoro discografico. Canticchiando su caldi squilli di corno e una linea di basso palpitante, Styles evoca in modo evocativo un’avventura passata e il suo dolce retrogusto.

Brani come “Sunflower, Vol. 6” e “Lights Up” sono allo stesso modo spaziosi e solari, poiché Styles mette in mostra il suo impressionante falsetto e il suo talento per immagini vivide, cantando in modo suggestivo sul primo.

Gli stili si attenuano di tanto in tanto sullo sfondo. La sua consegna insolitamente piatta e priva di personalità è sopraffatta dall’energica produzione del brano d’apertura “Golden”, e porta poca scintilla al gioviale (e leggermente scoraggiante) “Treat People with Kindness”. Harry Styles mostra una grande maturità emotiva e profondità all’interno dell’album sul malinconico “Fine Line” e sulla ballad “Falling”.

Accompagnato principalmente dal pianoforte, Styles offre quella che è forse la sua esibizione vocale più cruda e vulnerabile di sempre, con testi dolorosamente specifici sull’amore perduto e sugli errori passati che potrebbero essere sollevati dalle pagine di un diario.

Come altri artisti che inducono nostalgia anche Harry Styles ha fatto un ritorno al passato che può essere riverente per un difetto. “Fine Line” a volte ha la sensazione che qualcuno stia cercando di imitare i dischi preferiti di mamma e papà, ma diffida nel colorare troppo al di fuori delle linee. Ma nel complesso, l’album è un arrivo in ritardo fiducioso e rinfrescante in un anno per lo più dimenticabile per la musica pop, riconfermando lo status di Styles come uno degli artisti di massima punta in questo momento storico musicale. Voto 4/5.

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