Carrie – remake di un grande classico che conserva qualità

Carrie (2013) è la terza trasposizione di un romanzo di Stephen King, seconda per il cinema. Si tratta di uno dei migliori remake horror del nuovo millennio.

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Carrie è un film horror del 2013 diretto da Kimberly Peirce e sceneggiato da Roberto Aguirre-Sacasa e Lawrence D. Cohen, terza trasposizione dell’omonimo romanzo di Stephen King dopo il film di Brian De Palma ed il remake televisivo del 2002. Il cast include: Chloe Grace Moretz, Julianne Moore, Judy Greer, Portia Doubleday, Gabriella Wilde ed altri. Il film trasporta la storia avanti nel tempo, inserendo nel suo complesso tematiche attuali che vanno a braccetto con quelle narrate nel romanzo al fine di garantire un orrore trans-generazionale.

TRAMA: Una donna incinta e con gravi problemi mentali dà luce ad una neonata e per poco non la uccide; successivamente la crescerà in preda ad un fanatismo religioso che, unito al bullismo subito a scuola da varie compagne, le rovina l’adolescenza. Tutto sembra cambiare, però, alla luce di due avvenimenti: Carrie scopre di avere potenti doti telecinetiche e, nel contempo, viene invitata da un ragazzo bellissimo al ballo di fine anno. Un giorno che doveva essere meraviglioso per la ragazza viene tuttavia rovinato, ancora una volta, dal bullismo: la furia della ragazza allora esplode, ed il suo potere si trasforma nella più letale delle armi concepibili.

Carrie (2013) – Recensione Film

Trasporre una vicenda classica, nota a tutti, nell’intrattenimento moderno non è cosa facile: alcuni pilastri vanno cambiati affinché la vicenda sia compatibile con la società contemporanea e possa risultare vicina al vissuto del nuovo pubblico, altro deve invece risultare immutato per non snaturare l’opera e tutto va amalgamato di nuovo alla perfezione, cercando di costruire un nuovo equilibrio. Si tratta di una pratica che, generalmente, porta a remake incapaci di rievocare la grandiosità dell’originale proprio per la difficoltà nel portare al termine questo processo nella modalità corretta. Carrie è, tuttavia, una valida eccezione: la vicenda mantiene tutti i punti cardine della storia originale ma si svolge in un mondo in cui il cyberbullismo ha ormai preso il posto di quello classico, in cui le interazioni fra coetanei si svolgono per canali differenti ma hanno sempre le stesse radici. La regia e la scenografia sono impeccabili in questo, riescono ad intrattenere, spaventare e lasciare un messaggio forte mentre toccano le corde giuste per tessere il giusto tributo al film originale.

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Di altissimo livello anche la recitazione: ogni attore si cala completamente nel suo ruolo riuscendo a garantire una performance di altissimo livello, riuscendo a farsi compatire, amare o odiare in base al ruolo e nel momento. Mentre Carrie è dunque una ragazza vittima della vita e fortemente disadattata che ad un certo punto esplode come una pentola a pressione e si vendica di chiunque le abbia fatto del male, sua madre è invece una pazza che mostra in maniera cruda e risoluta il peggio a cui può portare ciascun estremismo religioso; mentre il ragazzo che invita Carrie al ballo e la sua prof preferita sono persone ideali, i classici individui che vorremmo incontrare nella vita di tutti i giorni, le bulle ed i rispettivi compagni sono una versione fin troppo verosimile di criminali e sbandati con cui purtroppo tutti abbiamo a che fare nella vita. L’ottima esecuzione degli attori e la grandiosa scrittura del film garantiscono un’opera di altissimo livello, che si conclude in maniera geniale con una scelta che risolve il problema di un colpo di scena dell’originale ormai noto a tutti.

Di seguito il trailer di “Carrie”. Il film è disponibile in streaming su Netflix.

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