Oscar 2020: uno sguardo ai primi titoli selezionati come miglior film straniero

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Gli Academy Award hanno modificato il nome della categoria nota in Italia come “Miglior film straniero” lo scorso aprile. Gli Oscar 2020 saranno infatti la prima occasione in cui il premio al “Best foreign-language film’ si chiamerà “Best International Feature Film”. Le regole rimangono però le stesse: il film sarà selezionato fra le pellicole di lingua originale diversa dall’inglese ritenute dalla giuria dell’Academy degne di nota. Le pellicole dovranno essere uscite nei loro paesi fra il primo ottobre 2018 e il 30 settembre 2019. La cerimonia degli Academy, che sarà la 92esima, si terrà il 9 febbraio 2020, al Dolby Theatre di Los Angeles.

Lo scorso anno il premio era stato assegnato all’acclamatissimo “Roma” del regista messicano Alfonso Cuarón (che si è portato a casa anche la statuetta dedicata alla migliore regia). Tra i contendenti al premio il film polacco “Cold War” e il tedesco “Opera senza autore”.

Le opere selezionate di quest’anno

Sono iniziate le “submissions”, le iscrizioni ai premi di quest’anno. Tra tutti i film verranno poi selezionate le nomination e, la sera della premiazione, il vincitore. L’Europa per ora vede coinvolti: Belgio, con Our Mothers di César Díaz, Estonia, con Truth and Justice di Tanel Toom, Georgia con il film politico Shindisi (Dito Tsintsadze) e Macedonia del Nord con il documentario Honeyland (Tamara Kotevska, Ljubomir Stefanov). Seguono: Romania con The Whistlers del vincitore della Palma d’Oro nel 2006, Corneliu Porumboiu, Svezia, con And Then We Danced di Levan Akin e Turchia con Commitment (Semi Kaplanoğlu). Infine Svizzera, con Wolkenbruch’s Wondrous Journey Into The Arms Of A Shiksa (Michael Steiner) e Ucraina con Homeward di Nariman Aliev.

L’ Asia presenta Cambogia, Iran, Giappone, Palestina e Corea del Sud. Si contendono la statuetta rispettivamente con: In The Life of Music di Caylee So, Sok Visal, il documentario Finding Farideh (Kourosh Ataee, Azadeh Moussavi), l’anime Weathering With You (Makoto Shinkai), It Must Be Heaven di Elia Suleiman e infine Parasite di Bong Joon-ho.

L’Africa seleziona l’Algeria con Papicha (Mounia Meddour), il Marocco, con Adam di Maryam Toumani, la storia di una ragazza madre e Dear Son (Mohamed Ben Attia), riguardante la storia di una coppia tunisina che scopre il motivo del trasferimento in Siria del loro figlio: l’ingresso nell’ISIS.

Le Americhe infine propongono il Brasile con The Invisible Life Of Eurídice Gusmão (Karim Aïnouz), la Colombia, con Monos (Alejandro Landes) e la Repubblica Domenicana con The Prujectionist di José María Cabral, sull’ossessione di un proiezionista per una donna vista in una delle pellicole da lui proiettate. Inoltre l’Ecuador con la storia della prostituta Dana raccontata in The Longest Night di Gabriela Calvache e Panama con Everybody Changes (Arturo Montenegro).

Cuba infine schiera il film A Translator (Rodrigo Barriuso, Sebastián Barrvuso) con Rodrigo Santoro, riguardante l’arrivo a Cuba di alcuni bambini coinvolti in cerca di cure, dopo essere stati coinvolti nel disastro nucleare di Chernobyl.

A questo punto non resta che attendere gli sviluppi e le notizie dell’Academy che culmineranno in una delle notti più magiche ed attese dell’anno.

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