Era il 21 dicembre 1937 quando, negli Stati Uniti, veniva proiettato per la prima volta Biancaneve e i sette nani, prodotto da Walt Disney. Si trattava del coronamento di un sogno visionario, quello di realizzare un lungometraggio animato, interamente a colori. Un progetto ambizioso, costato 1.500.000 dollari e 4 anni di lavoro, che coinvolse diversi registi e decine di artisti tra disegnatori, scenografi, sceneggiatori e musicisti.
La “follia” Disney
Prima di Biancaneve, Disney aveva per lo più prodotto cortometraggi su Topolino e le Silly Simphony (Sinfonie allegre), brevi cartoni dove apparivano Paperino ed altri personaggi del mondo Disney (il più famoso è forse La gallinella saggia, del 1934). Sognava, però, di realizzare un intero lungometraggio animato; e voleva che fosse proprio Biancaneve, fiaba che lo aveva affascinato fin da quando, a 15 anni, aveva assistito ad una proiezione muta della storia, in una sala cinematografica di Kansas City. Non tutti, però, credevano nel progetto di Walt. Il fratello Roy e la cognata Lillian, suoi soci in affari, tentarono di dissuaderlo; ed alcuni colleghi ribattezzarono l’idea del lungometraggio “follia Disney”. Ma questo non bastò di certo a dissuadere l’imprenditore, che giunse persino ad ipotecare la propria casa per finanziare il progetto. La sua perseveranza fu premiata: il film fu un successo di pubblico e di critica, ed incassò decine di milioni di dollari in tutto il mondo.
La più bella del reame
Realizzare personaggi accattivanti e ricchi di personalità era uno degli obiettivi principali di Walt Disney. Per l’aspetto della bella Biancaneve, gli animatori si ispirarono alla pin-up animata Betty Boop, all’attrice Ginger Rogers e, per il volto roseo della principessa, alla giovanissima attrice e bambina prodigio Shirley Temple. Per i movimenti aggraziati della fanciulla, vennero ricalcate le movenze della giovane ballerina Marge Champion.
Una strega spaventosa
Inizialmente, la regina Grimilde, matrigna e antagonista di Biancaneve, avrebbe dovuto essere rappresentata come una donna grassa e di aspetto sgradevole. La brutta regina avrebbe tentato di costringere il principe a sposare lei al posto dell’odiata figliastra. In un secondo tempo, fu invece deciso di conferire alla regina una bellezza signorile ed austera. Per realizzare la scena in cui Grimilde si trasforma in strega, gli animatori si ispirarono al film Dottor Jekill e Mr. Hyde, del 1931. Forse per questo la strega è uno dei personaggi più inquietanti dell’intero mondo Disney; tanto da aver terrorizzato perfino il maestro dell’horror Stephen King, che la descrisse come una delle sue peggiori paure (e ispirazioni) infantili.
I sette nani: il cuore del film
Ma l’autentico colpo di genio di Disney fu quello di regalare a ciascuno dei sette nani un nome ed una esuberante personalità. Era importante che i nanetti fossero in grado di catturare il pubblico e di intrattenerlo tramite gag buffe e divertenti. Proprio per questo, la realizzazione dei sette piccoli uomini, come Walt li chiamava, fu la più lunga e laboriosa. Furono elencati ben 54 nomi prima di giungere a quelli che conosciamo oggi. Ciascun nome descrive in breve il nanetto che lo porta. Così abbiamo Doc (Dotto); Grumpy (Brontolo); Sneezy (Eolo); Bashful (Mammolo); Happy (Gongolo); Sleepy (Pisolo); e Dopey (Cucciolo). All’ideazione delle gag sui sette nani partecipò l’intera equipe che lavorava al film. Walt Disney teneva tanto a questo specifico aspetto della pellicola da offrire 5 dollari di ricompensa per ogni scenetta proposta.
Un musical animato
Biancaneve e i sette nani fu il primo classico Disney e, come ogni classico Disney, è impreziosito da canzoni memorabili che sono entrate a far parte della cultura pop di intere generazioni. Fu anche il primo film americano ad avere un proprio album con la colonna sonora, che uscì contemporaneamente al film stesso; una pratica fino ad allora inesistente, e che si diffuse proprio grazie al successo di Biancaneve.
E vissero tutti felici e contenti
Oggi, 82 anni dopo, Biancaneve e i sette nani è ancora uno dei classici Disney più amati. È la storia di una fanciulla che non si arrende e che risponde alle difficoltà della vita lavorando sodo e continuando a sognare. Un po’ come il “folle” Walt, che mise in gioco ogni cosa per realizzare un progetto da molti ritenuto visionario, e che con la sua perseveranza regalò al mondo una magia ancora oggi in grado di incantare bambini ed adulti.
Radio Disney chiude definitivamente
15 dicembre 1966 – ci lasciava Walt Disney, genio dell’animazione