Il palco dell’Ariston sta per accendere nuovamente i riflettori per illuminarsi con i colori della musica italiana. Inizia il 73° Festival della Canzone Italiana. Una settimana ricca di canzoni, risate e ospiti. Cinque serate all’insegna della spensieratezza e all’ascolto dei futuri tormentoni. Perché Sanremo è Sanremo.
Un po’ di storia
Quasi al via il Festival della Canzone Italiana 2023, dal palco del Teatro Ariston di Sanremo, così si potrà cantare “Perché Sanremo è Sanremo”. Questo è un jingle rimasto nel tempo che, in qualche modo, identifica l’evento musicale dell’anno. Il Festival di Sanremo sta per iniziare. Per tantissimi un appuntamento immancabile. Per tanti altri un programma poco gradito. Insomma, o si ama o si odia.
Il Festival della Canzone Italiana nasce a Sanremo nel 1951. Indubbiamente un periodo storico fondamentale per l’Italia. Infatti, era da poco finita la seconda guerra mondiale. Il merito va a Angelo Nicola Amato, direttore artistico del Casinò di Sanremo e al giornalista e autore radiofonico Angelo Nizza, e al maestro Giulio Razzi, direttore della radio e curatore della prima edizione. Ha redatto il regolamento e contattato molte case editrici musicali, invitandole a presentare una composizione inedita di un autore italiano affinché partecipasse al “Primo Festival della Canzone Italiana”.
Le prime edizioni
Il Festival nasce per aumentare il turismo nella città di Sanremo in una stagione poco frequentata. A febbraio non si usava andare lì in vacanza.
Le prime edizioni sono trasmesse in diretta radiofonica. Mentre, dal 1955, il Festival cominciò ad andare in onda in televisione, ancora in bianco e nero, ma fu una vera innovazione. La quinta edizione del Festival si tenne ancora per radio fino alle 22.45, quando il programma cominciò ad andare in onda anche in tv. La finale venne trasmessa in diretta radio e tv dal primo minuto, dando la possibilità di guardare i cantanti.
Ieri e oggi
Oggi il Festival in TV appare come la normalità, all’epoca fu una rivoluzione.
Il palco diventò un prato fiorito. Questo si spiega perché il fiore è considerato il simbolo della vittoria, ispirato alla canzone vincitrice della prima edizione del Festival di Sanremo “Grazie dei fior”, di Nilla Pizzi. Con la messa in onda, i fiori vengono utilizzati per dare luce e splendore al palco del Salone delle Feste del Casinò di Sanremo.
Oggi il Festival della Canzone Italiana è molto diverso da quello che era quando è nato. Ciò sia per il cambiamento del periodo storico, sia perché sono mutati l’individuo e la società, gli usi e i costumi. Inoltre, le canzoni, ora, possono accedere al Festival se vincono dei concorsi musicali, definiti “talent show”.
Anni Cinquanta
Le canzoni arrivate al Casinò di Sanremo prima, e sul palco dell’Ariston dopo, hanno sempre rappresentato la realtà della condizione umana, con tutti i suoi pensieri, sentimenti, azioni, storia ed emozioni. Tutte le canzoni, con i testi e le musiche, sono diventate dei riferimenti che parlano e raccontano anche emozioni, sogni, aspettative, spensieratezza, allegria.
Quella musica leggera nata alla fine del diciannovesimo secolo, insieme di tendenze musicali e rappresentata appunto dalla canzone, si è evoluta edizione dopo edizione, proprio come il contesto storico. Si è partiti dal melodramma e speranza degli anni Cinquanta fino ai temi di contestazione dei decenni successivi.
Famosissima e cantata anche all’estero e nelle più disparate versioni è “Nel blu dipinto di blu”, del 1958, di Domenico Modugno. Ribattezzata “Volare” e il suo interprete “Mister Volare”, proprio per via del suo ritornello. E’ la storia di un sogno di un uomo che si confonde con il colore del cielo e degli occhi della donna amata fino a spiccare in un volo di libertà.
Anni Sessanta e Settanta
Negli anni Sessanta le tematiche delle canzoni sono la rivoluzione e i sentimenti. Un esordiente al Festival del 1961 è il molleggiato Adriano Celentano. Chiamato così per il suo modo particolare di ballare, presenta il brano rock ‘n’ roll “24mila baci”, dando le spalle al pubblico nella parte iniziale dell’esibizione, gesto che al tempo fu quasi uno scandalo. La canzone si classificò al secondo posto e descrive ciò che l’amore vuole, cioè i baci.
Gli anni Settanta sono caratterizzati dall’affermazione dei cantautori e dei complessi musicali. Prendono spazio, tra le note, i temi della protesta e la ricerca di giustizia, e tende ad emergere la figura della donna. Nel 1971, Lucio Dalla con gli Equipe 84 propone “4 marzo 1943”, celeberrimo brano che è parte della storia della musica italiana. Doveva intitolarsi “Gesù Bambino”, ma per colpa della censura fu cambiato. Inoltre, doveva essere una canzone sull’assenza del padre ed è diventata una canzone sull’assenza della madre, poiché l’artista ha perso la madre a sette anni.
Dagli anni Ottanti ai Duemila
Negli anni Ottanta e Novanta, le canzoni narrano la famiglia e i sentimenti. C’è un ritorno alla canzone tradizionale, che ha principalmente carattere melodico e parla d’amore, dei ricordi del passato, la famiglia, dediche a figli e alle mamme.
Famose restano quelle di Toto Cutugno “Le mamme”, del 1989, e di Luca Barbarossa “Portami a ballare”, del 1992, dedicata alla mamma che sente di aver trascurato a causa di una vita troppo frenetica, invitandola a raccontargli tutti i segreti della sua gioventù e i desideri.
Nelle edizioni del Duemila, si nota un modo nuovo di cantare il tema dell’amore e dell’affetto, con l’ingresso di nuovi termini quali gay o single, e quando vengono sottolineati anche i temi sociali dell’Italia, la guerra, la prigione.
Ancora, emerge come le canzoni di Sanremo rappresentano l’Italia, abitudini, tradizioni, sentimenti, modi di vivere e di sentire.
Nuovi volti e nuove voci d’autore, come Ermal Meta, terzo a Sanremo nel 2017 e vincitore l’anno dopo con Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente”, e poi ancora terzo con “Un milione di cose da dirti”, scritta per liberarsi da un blocco emotivo, parlando con qualcuno che, in quel momento lì, una canzone d’amore che ha la gioia della consapevolezza di aver avuto qualcosa di importante.
Talent Show e Festival della Canzone Italiana
Le canzoni del Festival, dunque, nel tempo, hanno subito una specie di onda d’urto come passaggio dal vecchio al nuovo, fino ai giorni nostri, pur non modificando l’essenza della manifestazione canora.
Alcuni protagonisti di questo cambiamento, alla luce dell’ammissione al Festival negli anni Duemila, dopo aver vinto un Talent, sono: Marco Mengoni, Il Volo, Emma Marrone, Valerio Scanu e i Måneskin.
Marco Mengoni vince Sanremo nel 2013 con “L’essenziale”, alla sua seconda partecipazione al Festival, dopo il terzo posto con “Credimi Ancora” nel 2010. Vincitore di X Factor 3. La canzone vincitrice di quell’edizione vuole spiegare ciò che nella vita è importante e agire per ottenerlo, quindi ritornare a qualcosa che fa star bene.
Il Volo è un gruppo musicale composto da Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto, nato nel 2009, in seguito alla partecipazione dei tre ragazzi alla trasmissione “Ti lascio una canzone” condotta su Rai1. Vincono Sanremo nel 2015, con “Grande amore”, che parla dell’amore eterno ed esclusivo.
Emma Marrone vince la nona edizione di Amici nel 2010 e vince il Festival di Sanremo nel 2012, dopo il secondo posto dell’anno precedente. La canzone vincitrice è “Non è l’inferno”, che vuole essere un riferimento alla situazione economica e sociale che non permette di vivere dignitosamente e mantenersi.
Anche Valerio Scanu vince Amici, un anno prima di Emma, e partecipa a Sanremo nel 2010, arrivando primo classificato con “Per tutte le volte che”, che esprime l’amore che investe tutto e diventa centralizzante.
I Måneskin arrivano secondi all’undicesima edizione di X Factor nel 2017. Nel 2018, il loro album ha un notevole successo per copie vendute del singolo “Torna a casa”. Vincono il Festival di Sanremo 2021 con “Zitti e buoni”, che hanno definito il loro manifesto della visione che hanno del rock, la volontà di spaccare il mondo con la musica, di andare contro le tendenze musicali del momento.
Ultimi classificati ai Festival della Canzone Italiana
Eppure, come è noto nella storia del Festival, spesso chi si è classificato primo è caduto nel dimenticatoio. Mentre alcuni quasi ultimi sono da molti decenni sulla cresta dell’onda nazionale e nel panorama internazionale, come Vasco Rossi e Zucchero.
Questo perché la musica è un’arte che non si può toccare, ma arriva al cuore e resta dentro chi l’ascolta. E’ intrattenimento e spunto di riflessione, e le canzoni in gara al Festival sono quelle che dopo averle ascoltate solo due volte già suonano familiari, e possono essere canticchiate e riconosciute in radio.
Le canzoni in gara al Festival della Canzone Italiana 2023
A presentare le 28 canzoni in gara dal 7 al 11 febbraio per il 73esimo Festival di Sanremo, ci sono i conduttori Amadeus e Gianni Morandi. Co-conduttrici, Chiara Ferragni, Paola Egonu, Francesca Fagnani e Chiara Francini.
Da Anna Oxa a Giorgia
Anna Oxa si presenta al Festival di Sanremo per la quindicesima volta dopo averne vinti due. La canzone che porta racconta la condizione umana di una società in cui si è persa la centralità dell’essere umano. Ariete canta una canzone malinconica che parla di una storia d’amore finita. Articolo 31 cantano di temi come l’ amicizia e diventare adulti. Colapesce Dimartino tornano con una canzone che parla di frustrazione e fallimenti perché si tendono a fare troppe cose nella vita. Colla Zio cantano funk che definiscono divertente che farà ballare. I Coma Cose cantano il coraggio di lottare per proteggere un rapporto dal tempo che passa e dalle fragilità quotidiane. Elodie canta una canzone ispirata da una brutta delusione d’amore. Gianluca Grignani ritorna a Sanremo per cantare di tutte le volte che manca il fiato perché la vita chiede il conto. Gianmaria canta parla di come ha trascurato famiglia e amici per inseguire i propri sogni. Giorgia canta della capacità della vita di lasciare andare.
Da I Cugini di Campagna a Olly
I Cugini di Campagna cantano del senso di ricerca delle parole giuste per dirsi ‘ti amo’. Lazza una canzone dai temi forti. LDA canta una canzone d’amore autobiografica definita dall’artista stesso una ballata, che ha scritto in cinque minuti e completato in mezz’ora. Leo Gassman presenta un brano d’amore, Levante canta un brano che descrive le emozioni che si vivono nel periodo del post parto. Madame racconta di una prostituta che incontra un cliente e lei ripensa a cosa è successo tra loro. Mara Sattei canta delle relazioni in cui ci si sente incastrati che, finite, si inizia a vivere. Marco Mengoni parla di persone che si incontrano e si allineano come possono fare i pianeti alla scoperta di loro stesse. I Modà tornano con una canzone che parla della depressione. Mr. Rain canta di speranza e di riuscire a chiedere aiuto nei momenti più bui. Olly presenta una canzone che parla di come abbia voglia di vivere le emozioni forti, ma spesso si sente in un contenitore fragile buttato in uno sgabuzzino pieno di polvere.
Da Paola e Chiara a Will
Paola e Chiara cantano una canzone con la quale promettono di far tornare il pubblico agli anni Novanta, anni dei loro esordi. Rosa Chemical canta un brano festaiolo. Sethu canta un brano che sembra discostarsi dal passato punk rock. Shari canta di chi cerca l’amore per sopperire al vuoto della solitudine. Tananai canta di una storia di un amore a distanza. Ultimo canta una canzone scritta fluidamente dopo che l’inizio era nella sua mente da un po’. Will, grazie a ‘Sanremo Giovani’ gareggia tra i ‘Big’, con una canzone che parla di tutte le volte in cui per amore ci si sente stupidi o si fanno sciocchezze.
Musica leggera…anzi leggerissima
Anche quest’anno i testi della canzoni di Sanremo devono essere visti con un occhio diverso perché diverso è il tempo in cui sono immerse. Ma tenendo conto che la musica ha un grande potere, cioè unisce, rendendo più sopportabili le sofferenze umane, perché ciò che si ritrova in un testo accomuna varie singole persone che, così, possono ritrovarsi a condividere uno stesso disagio, che appare più sopportabile perché è condiviso.
Il motivetto sanremese può salvare, del resto abbiamo imparato da un Festival di pochissime edizioni fa che la “musica leggera…anzi leggerissima…rimane in sottofondo…nel silenzio assordante per non cadere dentro al buco nero che sta ad un passo da noi…”.
Il voto
Il Festival della Canzone Italiana subisce l’influenza dei cambiamenti e della modernità, del tempo che passa, che apre anche a diversi modi di votare la propria canzone preferita attraverso il voto da casa, modalità entrata in vigore da qualche anno. Che sia questo indicativo della presenza dietro al televoto della mano dei più giovani, che seguono e apprezzano i Talent Show, dunque i loro beniamini emergono e riscuotono successi?
L’utilizzo di nuovi strumenti informatici, come tablet e smartphone, permettono di essere sempre collegati alla rete e superare il limite temporale e spaziale dei servizi basati sui canali tradizionali. Anche se la televisione è il mezzo principale per seguire il Festival di Sanremo, attraverso i social ci si può avvicinare a questo mondo, commentando in tempo reale ogni singolo momento e confrontarsi con gli altri utenti che in quel preciso istante stanno vedendo la stessa manifestazione canora. E si può votare l’artista preferito attraverso i canali prestabiliti.
Il voto, quest’anno, con percentuali e peso diversi per ogni serata, sarà così distribuito tra televoto, giornalisti e demoscopica.
Non solo gara
Sanremo è Sanremo. E rimarrà così per sempre.
Nel 1995, per festeggiare i quarantacinque anni del Festival, il compositore Pippo Caruso e Sergio Bardotti scrivono “Perché Sanremo è Sanremo”, che diventa la sigla più famosa della storia sanremese. Si tyratta di una sorta di rap cantato da Maurizio Lauzi, slogan che viene utilizzato in tutte le edizioni di Sanremo in cui Pippo Baudo è presente come direttore artistico del Festival, e che è anche ripreso in edizioni successive, in occasione della consueta serata dedicata alle cover, dove i cantanti in gara duettano con ospiti.
La serata dedicata alle cover
La serata del 10 febbraio, penultimo appuntamento col Festival, come da tradizione da molti anni, è dedicata alle cover e ai duetti. Quindi, ciascun cantante ha scelto una canzone pubblicata tra il 1960 al 2009, anche in lingua straniera, per esibirsi sul palco con la facoltà di farsi affiancare da altri artisti.
Gli ospiti del Festival della Canzone Italiana 2023
Eh già, gli ospiti al Festival!
Siano essi accompagnatori di una sera dei cantanti in gara, e soprattutto “superospiti”, come spesso sono stati definiti nel corso delle varie edizioni del Festival, hanno un ruolo importante all’interno della manifestazioni: italiani o internazionali, danno prestigio alla gara e permettono di aumentare gli ascolti del pubblico “da casa”.
Ospiti della prima serata del Festival 2023, sono Mahmood e Blanco, vincitori della passata edizione, con “Brividi”; i Pooh con Riccardo Fogli, ed anche l’attrice Elena Sofia Ricci. Da uno spazio esterno, ovvero una nave da crociera, si esibirà il rapper Salmo che, nelle serate successive, sarà affiancato da Fedez, Guè e Takagi e Ketra. Da un parco aperto al pubblico si esibiranno anche Francesco Renga, Achille Lauro, Piero Pelù e Annalisa.
Ospiti della seconda serata sono Albano, Massimo Ranieri e Gianni Morandi, mentre ospiti stranieri sono i membri della banda americana dei Black Eyed Peas.
Il 9 febbraio sono ospiti I Måneskin e Peppino Di Capri, che festeggia la sua lunga carriera e i tanti successi partiti dal festival.
L’11 febbraio come ospiti ci saranno Gino Paoli, l’attrice Luisa Ranieri e i Depeche Mode.
Sembra anche che, durante la puntata finale, ci sarà un momento dedicato alla guerra in Ucraina, attraverso un video che andrà in onda. Questo è stato registrato durante un collegamento da Kiev, per parlare con il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.
Conclusioni
Il Festival della Canzone Italiana, attraverso le canzoni, le musiche e gli ospiti, vuole donare spensieratezza, allegria e far arrivare nelle case dello spettatore buona musica.
Protagonista del Festival è la canzone, insieme a chi la interpreta, a chi l’ha scritta, e intorno a questo gira tutta quella che è stata la preparazione per realizzarlo, che dura quasi un anno.
Gli ospiti, nel tempo, certamente hanno impreziosito la manifestazione canora e, per regolamento, negli anni Novanta alcuni interpreti in gara sono stati accompagnati da ospiti famosi, i quali ebbero la possibilità di pubblicizzare ciò per cui erano noti.
Senza ombra di dubbio, quello che Sanremo vuol comunicare, attraverso le sue canzoni e il suo spettacolo, sono le emozioni, la voglia di leggerezza e un ritornello da poter canticchiare.
https://www.periodicodaily.com/nico-donvito-luscita-del-libro-sul-festival-di-sanremo/