1BR – Benvenuti nell’incubo è un film di genere horror thriller del 2019 diretto da David Marmor. Questo film, disponibile presso il servizio streaming Midnight Factory su Prime video, è un interessante metafora sulle imposizioni della società. Tratta temi importanti come l’assoggettamento, la perdita di individualità e il conformismo forzato. Il tutto raccontato in un thriller che sale lentamente, altamente snervante (cosa buona) e con un finale intenso e pessimista.
1BR: Non fidarti dei vicini
La prima parte di 1Br si configura come un thriller paranoico. La protagonista, appena trasferita a Los Angeles, trova casa in complesso abitato da vicini amichevoli. Tuttavia la ragazza inizia a sentire strani rumori durante la notte. I suoi vicini non sono proprio tutte rose e fiori come ci si aspettava. In questi primi minuti ci sono alcuni rimandi alla struttura narrativa di Rosmery Baby di Roman Polansky. 1BR però non segue lo stesso percorso, perchè rispetto al classico di Polansky la componente paranoica è meno calcata. Rosmary Baby era più sottile da quel punto di vista. Il suo punto di forza era l’effetto snervante che derivava dall’invasività dei vicini di Mia Farrow. In 1BR è tutto più veloce. Dopo i primi venticinque minuti misteriosi, si gioca a carte scoperte. I vicini si rivelano per quello che sono: una sorta di setta che cerca di conformare le persone ai propri precetti.
1BR: Una metafora sociale
Il succo di questo 1BR ruota attorno al tema della perdita dell’individualità. La protagonista, una volta che scopre le vere intenzioni dei condomini, viene fatta prigioniera. Il gruppo di vicini tenta di piegarla, di farle il lavaggio del cervello per renderla una perfetta componente della società. La comunità di 1BR diventa quindi una concreta metafora di una società autoritaria. Partendo da principi ed ideali nobili, la setta tenta di conformare forzatamente i nuovi condomini. Le regole vanno rispettate. La comunità prima dell’individuo. Devi servire alla società, e quando non servi più vieni fatto fuori. 1Br parla dell’omologazione, della superiorità dei principi comunitari contro l’identità individuale. Non agire di testa tua. Agisci secondo le norme della comunità, per la comunità. Tutto questo ci viene raccontato con uno sviluppo snervante. In un lento e logorante condizionamento.
Il finale: la riscossa dell’individuo
Per tutta la durata di 1BR si prova un senso di fastidio. I componenti della setta tentano di piegare la giovane protagonista. e lei sembra caderci. Vorresti entrare nel film e prendere tutti a schiaffi. Ma non c’è da disperare perchè un minimo di risoluzione catartica ci sarà. In un finale intenso ed esplosivo. Ma anche in questo caso non bisogna gridare di gioia. Il finale di 1BR è intinto di pessimismo. L’individuo riesce a reagire, ma il problema è più grande di quello che sembra. Non si può fuggire dalla comunità
Conclusioni
1BR è uno di quei film che ti prende con il passare del tempo. Durante la prima parte non sembra nulla di che. La seconda parte invece impenna e logora allo stesso tempo. Il finale disturba. Se alla fine della visione non sei convinto di aver visto un buon film, la scintilla si accenderà i giorni successivi, quando ci rifletterai a mente fredda. È un thriller che ti resta. Scoprirete l’attualità del suo messaggio.