17 dicembre 1989 – Esce il primo episodio de I Simpson

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Il 17 dicembre 1989 va in onda in America l’episodio pilota dello show “I Simpson”, acclamato dal TIME nel 1999 come “miglior serie televisiva del secolo” e che ha ottenuto nel 2000 una stella nella Hollywood Walk of Fame. I Simpson sono, ancora oggi, la sitcom e serie animata più lunga trasmessa negli Stati Uniti. Nel 2002 guadagnano l’ottavo posto per la rivista TV GUIDE tra i migliori 50 spettacoli televisivi di tutti i tempi. Si tratta della miglior posizione tra le serie animate.

La prima puntata de I Simpson

La puntata pilota, “un Natale da cani” (“Simpsons Roasting on an Open Fire”), verrà mandata in onda in Italia il 24 dicembre del 1991 su canale 5. L’ideatore e creatore della serie è il fumettista Matt Groening, che ha rappresentato in maniera irriverente e acuta la società americana all’interno del suo show. Protagonisti della serie sono i Simpson, famiglia americana di ceto medio. Homer, il padre, lavora nella centrale nucleare di Springfield, cittadina in cui vivono. La madre Marge, amorevole ed apprensiva, si occupa dei figli Bart, Lisa e Maggie. Bart, di 8 anni, è un bambino ribelle e scapestrato, sempre a caccia di guai. Lisa, a soli 7 anni, è la più intelligente della scuola e notevolmente matura per la sua età. Maggie invece ha un anno e non ha mai proferito parola: comunica attraverso il suo ciuccio.

Le avventure de I Simpson

La famiglia si destreggia tra le avventure della vita, mostrando al telespettatore l’ipocrisia della società contemporanea. Ogni personaggio, infatti, fa riferimento a precisi lati della cultura americana: Homer è un padre di famiglia sbadato, incompetente sul lavoro, svogliato e poco presente, ma capace di generosità e amore paterno. Lavoratore medio considerato “ultima ruota del carro” di una società che non lo tutela, è spassoso ma è stato più volte preso di mira dalla critica in quanto “cattivo esempio”. All’interno della serie, i media fanno disinformazione, la centrale nucleare mette a repentaglio la sicurezza della città, i politici sono corrotti, la Chiesa disinteressata ai fedeli e la Polizia inefficiente. Inoltre, vengono rappresentati personaggi di varie etnie e religioni, che sembrano scadere in luoghi comuni ma che nascondono una critica dura alla società contemporanea.

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A cosa è dovuto il successo dei Simpson?

Le risate del telespettatore non sono mai fini a sé stesse: ogni battuta presente all’interno della serie cela una denuncia sociale molto sottile e definita da molti “progressista”. L’enorme successo della serie deriva proprio da questa acuta satira che fa riferimento alla cultura pop americana riconoscibile da tutti i fan della serie. Pur essendo ormai circondato da serie animate recenti più sboccate e politicamente scorrette che utilizzano la satira come strumento di comicità, i Simpson sono riusciti a rimanere per anni tremendamente attuali.

Il futuro dei Simpson

La società cui facevano riferimento è tuttavia mutata, così come la comicità delle nuove generazioni; è opinione comune, va detto, che le ultime stagioni dello show non abbiano riscosso successo come le precedenti. Stiamo assistendo, infatti, ad uno snaturamento dei personaggi, nati e sviluppatisi in un periodo storico ben diverso da quello attuale. Inoltre, con quasi 30 stagioni, la serie ha praticamente esaurito gli argomenti e le situazioni vissute dai personaggi. Sembra quasi che, pur mantenendo il loro stile inconfondibile, i Simpson fatichino a portare avanti un discorso iniziato negli anni ’80, che ha stravolto il mondo delle serie animate ma che ad oggi meriterebbe, forse, una fine.

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