Il 13 agosto 1942 Bambi, lungometraggio di animazione prodotto da Walt Disney, venne distribuito nei cinema dalla RKO Radio Pictures.
Ultimo dei cinque lungometraggi del periodo d’oro di Walt Disney, che andò dal 1937 al 1942, uscì dopo Biancaneve e i Sette Nani, Pinocchio, Fantasia e Dumbo, l’Elefante Volante. Tra questi fu il film che ricevette il maggior numero di nomination all’Oscar: miglior sonoro (Sam Slyfield), miglior canzone (Love Is a Song cantata in originale da Donald Novis) e miglior colonna sonora (composta originariamente da Frank Churchill, Larry Morrey e Ed Plumb), ma non vinse nessuna statuetta.
Il 9 agosto 1942, 77 anni fa, andò in scena a Londra, in piena Seconda Guerra Mondiale, la prima mondiale di Bambi, che poi venne distribuito nei cinema di New York come detto il 13 agosto dello stesso anno. Il 21 agosto uscì in tutto il territorio americano, mentre in Italia si dovette attendere fino al febbraio del 1948. Il film, che vede alla regia David Hand, James Algar, Bill Roberts, Norman Wright, Sam Armstrong, Paul Satterfield, Graham Heid, dura 70 minuti.
Alcune difficoltà
Fu un film sofferto. Walt Disney cambiò spesso team e sceneggiatura e l’acquisizione dei diritti del romanzo da cui è tratto il lungometraggio, opera di Felix Salten, pseudonimo dell’autore ungherese naturalizzato austriaco Siegmund Salzmnann, non fu semplice.
Alla sua uscita non recuperò i costi di produzione; lo sciopero del 1941 aveva bloccato a lungo la lavorazione dei film e Walt Disney aveva licenziato sindacalisti e scioperanti, tra cui alcuni dei migliori disegnatori, anche se poi, dopo un intervento governativo, aveva dovuto fare delle concessioni.
Bambi fu un lungometraggio molto dispendioso in termini economici; nel 1940, quando venne definita completamente la sceneggiatura, era costato già 858 mila dollari. Quando Fantasia e Pinocchio non ottennero il successo previsto come incassi al cinema, per paura che la crisi si facesse insormontabile, gli studi decisero di realizzare e distribuire subito Dumbo e il corto Il Drago Recalcitrante. Gli incassi dei due film permisero di continuare la realizzazione di Bambi, anche se c’erano ancora problemi economici, scioperi, licenziamenti e Guerra da fronteggiare.
La Guerra infatti incise notevolmente sugli incassi del film negli Stati Uniti e anche sulla sua distribuzione all’estero. Una riedizione del 1947 permise di recuperare gli incassi persi con la prima uscita del 1942.
Bambi, la vita di un capriolo
Il cartone si ispira al romanzo del 1923 dell’austriaco Felix Salten Bambi, la vita di un capriolo (Bambi, ein Leben im Walde) dove i protagonisti sono Bambi, il giovane cerbiatto principe della foresta, i suoi genitori, ovvero il Grande Principe della foresta e la madre senza nome e i suoi amici (il coniglietto Tamburino, la puzzola Fiore e la cerbiatta Faline, sua futura compagna).
Il realismo di Bambi
I personaggi di Walt Disney risultano più antropomorfi rispetto a quelli di Salten.; il team ha deciso di staccarsi dal romanzo per dare più risalto alla descrizione degli animali e della natura; molte sono le panoramiche sulla vita del bosco, con immagini suggestive e fortemente realistiche. Le abitudini degli animali vengono infatti ritratte in maniera molto fedele.
Quando uscì il film era in totale contrasto a livello stilistico con il repertorio disneyano fino a quel momento realizzato, specialmente se si considera che due anni prima era stata la volta di Fantasia. Dall’astrazione al realismo: la scena straziante in cui Bambi chiama invano sua madre non può che toccare il cuore di tutti gli spettatori; sarà il padre a dirgli che la madre non tornerà. L’evento segna la fine dell’infanzia per il principino della foresta.
L’intento di Walt Disney era quello di oltrepassare i limiti del concetto di animazione e di dare vita ad un film in grado di rappresentare in maniera il più possibile vera e cruda la vita della foresta. La storia gode di svariati intermezzi musicali, mentre i dialoghi sono ridotti al minimo. Il produttore amava definire la pellicola oro puro.
Bambi è uno dei prodotti Disney migliori, che conserva il fascino e la magia anche a distanza di decenni. Grazie alle sublimi orchestrazioni musicali tutto, anche le scene più semplici, acquista un sapore diverso e si trasforma in arte, in spettacolo.
Il film è una metafora della vita di ciascun uomo: si vede Bambi provare ad alzarsi per la prima volta, Bambi alle prese con la prima passeggiata e Bambi che tenta di pronunciare le sue prime parole.
Alcune critiche
Le critiche furono proprio in merito al realismo del film e si chiese se non sarebbe stato meglio risparmiare molti dollari filmando animali veri nel bosco. Le recensioni alla sua uscita furono discordanti e riguardavano non solo l’animazione realistica ma anche la storia della lotta contro i malvagi umani. Il New York Times sostenne che “Nella ricerca della perfezione, il signor Disney è arrivato pericolosamente vicino a buttare via tutto il suo mondo di fantasia a cartoni animati“, mentre il critico cinematografico Manny Farber lo definì completamente sgradevole aggiungendo che “Nel tentativo di superare il realismo dei film in carne e ossa, egli [Disney] ha rinunciato alla fantasia, che era più o meno l’elemento magico“. Tali critiche non ebbero vita lunga e oggi il film è considerato un classico.
Curiosità su Bambi
- Nonostante il romanzo di Salten abbia il titolo Bambi, vita di un capriolo, Bambi nell’adattamento disneyano è un cervo dalla coda bianca e non un capriolo, dato che questa specie non è presente nel territorio americano.
- Oltre a Bambi, la Diseny trasse altri due film dai romanzi di Salten. Si tratta di Perri lo Scoiattolo (1957) e il Cane di Firenze (Geremia, Cane e Spia, 1959), lungometraggi non animati.
- Molto probabilmente chi parlò di Salten a Disney fu lo scrittore tedesco Thomas Mann, premio Nobel nel 1929, che conobbe lo scrittore austriaco in Svizzera, in fuga dal Nazismo. Gli raccontò dell’opera di Salten probabilmente nel 1935 in occasione della consegna della laurea honoris causa conferita dall’ Università di Harvard a Mann e Walt Disney.
- Anche l’Italia contribuì alla realizzazione di Bambi; Disney si mise in contatto col pittore Rico Lebrun, nato a Napoli nel 1900 e in quel periodo docente al Chouinard Art Institute di Los Angeles, chiedendogli di insegnare ai disegnatori come riprodurre gli animali. Negli studi per la prima volta vennero portati degli animali veri.
- Retta Scott fu la prima donna disegnatrice ad essere inserita nei titoli di coda di un film di animazione di Walt Disney. Assunta ai Disney Studios durante la realizzazione di Bambi, Walt Diseny notò la sua bravura e la promosse ad animatrice, un gesto importante se si considera che le donne a quei tempi potevano ambire a soli ruoli marginali, di rifinitura. È di Retta Scott la scena in cui i cani inseguono Faline, la compagna di Bambi.
- Bambi ha generato l’Effetto Bambi, per cui la morte di un animale brutto è meno sentita di quella di un animale bello, e la Sindrome Bambi, ovvero la compassione e la preoccupazione umana per il destino degli animali a causa dell’azione dell’uomo. Ha dato vita a discussioni legate alla sensibilizzazione dei diritti degli animali e anche Paul McCartney ha spesso dichiarato che è stato proprio Bambi ad aprirgli gli occhi.
Bambi 2- Bambi e il Grande Principe della Foresta
Distribuito come midquel di Bambi mostra il Grande Principe della Foresta lottare per crescere Bambi senza madre e i dubbi che nutre Bambi sull’amore del padre. Uscito negli Usa direct-to-video, ma in svariati paesi, come in Italia, dove è stato distribuito il 3 febbraio 2006, è uscito al cinema.