Il Festival di Sanremo 2020 si è definitivamente concluso: la gara è finita, tutti i premi sono stati assegnati, lo show è fatto, abemus papam. Abbiamo già parlato di quali canzoni ricorderemo, ma per quanto riguarda lo show, cosa ci rimarrà fisso in mente? Di fatto poco, e nulla di positivo. Ecco un elenco di 10 motivi che ci impediranno di avere un ricordo poditivo del festival di Sanremo 2020.
Perché dimenticheremo Sanremo 2020
- Una delle canzoni più deboli ha vinto sia la gara che molti premi. Per carità, Diodato è nolto bravo vocalmente, ma la canzone non è assolutamente niente di che. È un brano che sa di già sentito ed ha poche speranze di fare successo in Italia, figuriamoci cosa può fare all’Eurovision! Dispiace per Diodato, che sarà ricordato più per una canzone mediocre che per altro.
- Tiziano Ferro stonato quasi tutte le sere. Per carità, Tiziano è un cantante bravissimo ed uno dei più grandi talenti che l’Italia abbia mai potuto vantare, ma in questo festival ha offerto performance vocalmente scadenti, senza impegnarsi nemmeno sull’interpretazione. Capire cosa sia andato storto non è facile, ma è certo che una sola ospitata gli avrebbe garantito una figura migliore.
- La gara non è stata minimamente al centro. Ok, sono anni che Sanreno è un varietà in cui convergono mille cose, ma quest’anno si è esagerato in una maniera indecente. Cantanti che si sono esibiti perfibo dopo le 2 di notte, momenti di intermezzo durati un’infinità e altri fattori hanno reso la competizione una pausa dal resto dello show e non viceversa. Non è accettabile per Sanremo.
- Troppo poco spazio agli ospiti internazionali. Mentre gli altri momenti extra-gara sono durati un’infinità, gli ospiti non italiani sono stati su quel palco davvero il minimo sindacale, soprattutto una Dua Lipa reduce da Grammys e tanti altri show molto più importanti di Sanremo. L’unica eccezione a questo trattamento di estrema sufficienza è Mika, che però ormai ha da anni il baricentro della sua carriera in Italia.
- Troppi inediti fuori gara presentati live a Sanremo. A rendere la gara ancora più decentralizzata dal resto c’è stata un’altra idea a dir poco bislacca: far sì che quasi tutti gli ospiti italiani presentassero un inedito sul palco per poi pubblicarlo subito dopo, alla stregua dei cantanti in gara. Già negli eventi americani, in cui non si compete con inediti, questo avviene al massimo con un paio di pezzi: figuriamoci quanto senso può avere farlo a Sanremo, in cui già chi è in gara presenta inediti e compete con quelli.
- Amadeus più intrattenuto che intrattenitore. Due cose ricorderemo di Amadeus: le sue risate ad ogni minima battuta di Fiorello, sguaiate quasi come se non avesse partecipato alle prove, ed il modo in cui NON ha gestito la questione Bugo-Morgan. In altre parole il presentatore sembrava una persona qualsiasi intrattenuta dallo show, non il fulcro dello spettacolo. Una situazione mai verificatasi prima, almeno nelle edizioni cje i miei 23 anni mi hanno permesso di guardare.
- Fiorello il vero conduttore dello show. Con un Amadeus che si è posto nelle condizioni dette, Fiorello ha tenuto banco molto meglio. Anzi, probabilmente ha tenuto banco come Amadeus non potrebbe mai, mettendo quindi in luce ancora di più i limiti del padrone di casa. Se vogliamo dirka tutta, Fiorello ha anche cantato molto meglio di Ferro, mettendo in ombra anche l’ospite musicale più importante dell’edizione.
- Il discorso inconsistente di Diletta Leotta. Durante uno dei tanti momenti troppo lunghi di questo “varietà”, Diletta Leotta ha tenuto un discorso molto lungo e poco sensato. Non si capiva se la conduttrice sportiva volesse dire “ok la bellezza capita ma è essenziale per fare tanto successo” o qualcosa di meno grave dal punto di vista morale, come ad esempio un semplice elogio agli insegnamenti di sua nonna, fatto sta che la co-conduttrice ha tenuto banco con uno show inconsistente per circa 20 minuti. Evitabile, soprattutto se poi a mezzanotte e mezza mancano ancora 3 cantanti – e parliamo della sera in cui si è perso meno tempo.
- Le cover nella gara. Mi sembra giusto: nello spettacolo in cui dalla notte dei tempi il senso è quello di presentare brani completamente inediti facciamo in modo che le esecuzioni vocali di cover vengano conteggiate nella gara e non per un premio a parte. Tutto normale, no? E guai a chi nega il contrario!
- La durata eccessiva fatta solo per aumentare lo share. Ormai da tempo molti programmi, soprattutto su Mediaset, durano ore e ore soltanto affinché lo share cresca. Applicare questo ragionamento su Sanremo fa sì che i tempi divebtino davvero biblici, ma soprattutto se l’effetto è raggiunto allungando a dismisura intermezzi inutili il risultato è di una noia mortale.
Detto ciò, speriamo vivamente che nonostante i numeri alti di share la musica cambi l’anno prossimo, ma ne dubito fortemente. Peccato, e speriamo che se questo tipo di spettacolo deve proprio continuare che ciò non vada avanti per più di un’altra edizione. In bocca al lupo a Diodato, ben sapendo che la gara dell’Eurovision sarà diversa da quella di Sanremo 2020.