80 anni fa – esattamente il 2 Agosto 1939 – nasceva un rivoluzionario maestro dell’horror, che oggi avrebbe compiuto 80 anni. Da L’ultima casa a sinistra (1972), alle colline hanno gli occhi(1977), fino al colossal Nightmare (1984) e infine alla saga di Scream (1996-1997-2000-2011), che gli ha garantito un successo su scala mondiale. Craven è considerato uno dei maestri del cinema horror, genere a cui ha apportato una vena comica e grottesca.
La Vita
Wes Craven nasce il 2 Agosto 1939 a Cleveland, nello stato dell’Ohio. Dopo un periodo passato a suonare come chitarrista di una banda rock locale, si laurea in lettere e filosofia alla Johns Hopkins University. Qui trova un impiego come insegnante, che lascerà presto per seguire il vero sogno della sua vita: il cinema.
I primi lavori
Craven inizia a collaborare in una piccola casa di produzione come tuttofare, osservando e imparando le tecniche di montaggio. Qui conosce Sean S. Cunningham, con il quale produce il suo primo lungometraggio, il film a luci rosse Together. Il suo modello cinematografico è il regista Ingmar Bergman e il regista statunitense gira il suo primo film L’ultima casa a sinistra (1972) ispirandosi proprio ad un classico del regista svedese La fontana della vergine. Nonostante l’esiguo budget, il film ha una certa rilevanza sul pubblico che rimane colpito dal suo stile estremo e sanguinario, apprezzando molto il tono realistico e cinico. Nonostante alcune critiche, che lo definiscono cinematograficamente inetto, il film acquisirà in seguito lo status di “cult”.
Le colline hanno gli occhi
5 anni più tardi Wes Craven realizza Le colline hanno gli occhi, film di natura cruenta e barbara. Definito dal critico John Kenneth Muir come «un punto di svolta nel genere horror», esso è considerato come un crocevia di generi, tra cui il revenge movie, lo slasher, il western revisionista e il road movie.
Il film narra della storia della famiglia Carter che si trova in viaggio in automobile verso la California. Quando la stessa automobile finisce fuori strada, vicino alle colline dove abita la famiglia di Papà Giove dedita al cannibalismo, inizia la battaglia per la sopravvivenza. Isolamento, cannibalismo e terrore si mescolano in modo innovativo, lasciando il segno. Due le principali interpretazioni secondo la critica: La prima è di John Kenneth Muir, il quale vede il film come una rappresentazione dello scontro tra classi sociali negli Stati Uniti, con i Carter a simboleggiare i ricchi e la famiglia di Papà Giove i poveri. La seconda la rintracciamo parafrasando le parole di Wes Craven, secondo cui le due famiglie rappresentano «due facce della stessa medaglia». L’autore, infatti, sostiene che il “nemico” nel film sia da ricercare in una classe di disperati che a causa delle disuguaglianze sociali è stata calpestata per troppo tempo e che rivendica ciò che gli è stato tolto ingiustamente. Di conseguenza, è la stessa casa divisa in due a farsi la guerra: i poveri d’America contro i ricchi».
Nightmare
Nel 1984 Craven arriva alla consacrazione con Nightmare – Dal profondo della notte, film ispirato ad una vera vicenda di cronaca che darà vita, in seguito, a sei sequel e ad un reboot uscito nel 2010. Con Nightmare il regista statunitense da vita a una delle più fruttose saghe horror del decennio, creando il bizzarro e terrificante personaggio di Freddy Krueger. Si dice che Craven abbia avuto l’ispirazione nel creare il personaggio di Krueger all’età di 10 anni, quando, guardando fuori dalla finestra dell’appartamento dove viveva, vide un senzatetto ubriaco che lo fissava rimanendo immobile per qualche minuto. Grazie alla figura di Freddy Krueger, uno dei più famosi serial killer dell’horror, Wes vince il Festival di Avoriaz, il premio della critica e il premio per la migliore attrice.
La storia di Nightmare è basata sulla vicenda di un gruppo di ragazzi che, pur non avendo alcun problema di salute, erano improvvisamente deceduti nel sonno durante orrendi incubi. I ragazzi in questione abitano tutti a Elm Street e di notte fanno tutti lo stesso sogno: un uomo, che indossa un maglione a righe rosso e verde, un cappello che maschera un viso sfigurato ed un guanto di giardinaggio con coltelli affilati al posto delle dita. Freddy è un mostro disumano, egli riesce a dominare gli incubi delle sue vittime e a manipolare a proprio piacere le loro angosce e paure. Scenario predominante negli incubi è la caldaia abbandonata, che appare fin dall’inizio durante la sigla di apertura della pellicola, poi nel sogno di Tina, ancora nel sogno di Nancy a scuola e infine poco prima dello scontro finale.
Krueger incarna anche il simbolo dell’incomunicabilità tra genitori e figli. Infatti, se i genitori (coloro che lo hanno giustiziato quando era ancora umano) avessero ascoltato maggiormente i timori del figlio, tanti ragazzi non avrebbero fatto di certo quell’atroce fine.
“La paura è una delle emozioni più importanti che l’uomo possa provare. La paura ci salva la vita. Facciamo i conti con essa tutti i giorni, da quando nasciamo a quando moriamo.”
Wes Craven
Scream
Nel 1996 Craven ritorna alla ribalta con Scream, saga di quattro film che ha difatto rilanciato i film di genere slasher negli anni novanta, fondendo le scene spaventose tipiche del genere horror con elementi comici. Allo stesso modo che con Krueger, anche qui Craven da vita ad un personaggio alquanto singolare: la maschera di Ghostface. Essa diventa un simbolo universale, così come lo era stato in precedenza il guanto affilato di Krueger. Il primo film ha ottenuto un notevole successo commerciale, divenendo uno dei film con le vendite maggiori del 1996. Oggi gli incassi totali dell’intera saga di Scream ammontano a 604.382.926$ (331.734.067$ solo negli USA).
Qual è il tuo horror preferito? Così Craven ha cambiato le “regole del gioco” del cinema horror, passando da un semplice slasher ad un esperimento cinematografico, arrivando a giocare direttamente con gli spettatori. In questo modo inizia il film con Drew Barrymore che riceve una chiamata dal misterioso assassino. Bastano 13 minuti per renderla una delle tante vittime della maschera senza volto e per mettere in allerta la cittadina di Woodsboro.
Questo è un film horror. C’è chi vive e chi muore, ed è meglio se cominci a scappare.
Ghostface
Le regole
Ci sono delle regole precise che si devono rispettare se si vuole sopravvivere in un horror, va bene? Numero uno: non si deve mai fare sesso. sesso uguale morte! è proibito! numero due: mai ubriacarsi o drogarsi. no, perchè è il peccato, peccato per estensione della regola numero uno. e numero tre: mai, mai e poi mai, in nessun caso dire: “torno subito, perchè non si torna più!
Regole in Scream 1
Con questo Hollywood sembra pronto a fare autocritica e a sperimentare. Basta ripetere la stessa formula che ormai ha stancato da tempo, basta giocare con le stesse carte. Queste regole hanno difatto dettato le classiche “regole” per il genere slasher dei film horror. A queste hanno seguito le regole dei sequel, dettate nella prima trilogia dal personaggio di Randy.
Scream 2
- Il numero dei morti aumenta.
- Gli omicidi sono sempre più elaborati, con più sangue e sempre più violenti, insomma una carneficina.
- «Mai, mai, in qualsiasi circostanza pensare che il killer sia morto».
Scream 3
In esso, egli afferma che se il terzo film è solo un altro sequel, allora vanno seguite le regole per un sequel. Invece “se vi trovate ad affrontare una storia con troppi retroscena e una sovrabbondanza di informazioni, allora le regole del seguito non valgono, perché non avete a che fare con un seguito, avete a che fare col capitolo finale di una trilogia”. Ecco le regole per il capitolo finale di una trilogia:
- Il killer è sovrumano. Pugnalarlo, sparargli, non sarà sufficiente. Nel terzo capitolo, dovrete congelargli la testa, decapitarlo, o farlo saltare in aria.
- Tutti, incluso il protagonista, possono morire.
- Il passato tornerà con i suoi spettri. Qualunque cosa pensate di sapere del passato, dimenticatelo. Il passato non è a riposo!
In Scream 4 le regole cambiano e sono rivolte ai film slasher di nuova generazione.
- Anche le vergini possono morire. L’unico modo per sopravvivere è essere gay.
- L’inaspettato è il nuovo cliché, con gli omicidi che diventano più estremi.
- Il remake va oltre l’originale e si adatta alle novità: l’assassino filma i suoi omicidi per pubblicarli online.
Nel 2015 Craven sposta il suo fortunato franchise sul piccolo schermo, diventando produttore esecutivo della serie televisiva Scream. Nel finale della prima stagione andato in onda il 1º settembre 2015, la serie ha omaggiato il regista dedicandogli l’episodio. Wes Craven muore, a causa di un cancro al cervello, a Los Angeles il 30 Agosto 2015, all’età di 76 anni.
L’orrore nei film di Wes Craven era paragonato a quello di Hitchcock, capace di colpire lo spettatore in maniera sorprendente ed inaspettata. Craven concepiva l’orrore come qualcosa che si cela nei nostri ambienti quotidiani, aspettando solo di cogliere l’occasione per manifestarsi e sfogare il proprio desiderio di distruzione.
“Sono interessato a spaventare la gente a un livello profondo, non solo a farla saltare sulla sedia” affermava Craven. “I miei primi due film hanno fatto a pezzi tutti i luoghi comuni riguardanti le idee di come andava trattata la violenza al cinema. Prima la violenza cinematografica era gentile e pulita; io l’ho resa dolorosa, prolungata, scioccante e molto umana. E sono io che ho reso umani gli assassini”.
Wes Craven