Veri e diretti: i Maneskin arrivano con il loro Teatro d’Ira Vol. I (Video)

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Un momento rock, anche se molti preferiscono dire che il rock è altro. Ma in Teatro d’Ira Vol. I, il nuovo disco dei Maneskin in uscita il 19 marzo, c’è rock e molto altro. Lo hanno raccontato loro, in una conferenza stampa, con antemprima di alcuni brani. Quattri ragazzi veri, diretti e che amano non rinnegare il loro essere. E sti cazzi se qualcuno non li apprezza.

Cosa troverete in Teatro d’Ira Vol. I dei Maneskin?

Balade e rock. Live. L’essenza di un gruppo di ventenni che è cresciuto con strumenti digitali che ormai in pochi usano. Lo abbiamo visto anche sul palco di Sanremo 2021. Energia e sound crudo. Canzoni in italiano e in inglese che raccontano il mondo filtrato dai loro occhi e dalle loro esperienze. I brani sono scritti nei momenti più diversi, dal dopo spettacolo a Londra, al momento di pausa a Roma. L’unico obiettivo era quello di creare qualcosa divertendosi e stando insieme. Sono creciuti molto da quando erano sul palco di XFactor e nei nuovi testi e nel sound si sente. Per loro la musica deve essere un mezzo con cui trasformare la rabbia in qualcosa di costruttivo.

Cosa raccontano le canzoni

Nel nuovo disco troveremo il successo Vent’anni e il brano con cui hanno vinto Sanremo. Ma anche una serie di inediti, alcuni in italiano e altri in inglese. Una raccolta di brani che suonano live, come dicono loro “nasciamo live e moriremo live” senza limiti, ne sulla lunghezza ne sul linguaggio. E si sente in I wanna be your slave, brano in inglese con testo colorito su cui Damiano scherza dicendo che “sarà il brano delle mie prime denunce”. Un brano che mostra come le persone non sono solo buone o cattive, belle o brutte, santi o demoni. Tutti abbiamo due lati e la sessualità, tema centrale del brano, è l’ambito in cui questo essere complicati si esprime meglio senza obbligare nessuno a dover scegliere cosa essere. E poi In nome del padre, brano in italiano che ad un primo ascolto può sembrare dissacrante. In realtà è esattamente l’opposto. Per loro la musica è una passione tale da diventare qualcosa di sacro.


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Le modifiche alla canzone per l’ESCA

Era scontato che qualcuno provasse, di nuovo, a fare polemica sui Maneskin, dopo aver detto che non sono rock. Ora ci provano con la questione Eurovision e le modifiche alla canzone. Dal testo sono state tolte due parolacce. E questo sembra, ad alcuni, fare a cazzotti con la dichiarazione del gruppo di voler restare autentici e aderenti alla loro natura. Ma i ragazzi sono diretti e precisi “Il regolamento parla chiaro. Le parolacce non sono ammesse o si viene squalificati. Si parla di buon senso. E poter farci ascoltare da un pubblico come quello dell’Eurovision non regge il confronto con due parolacce che non sono, tra le altre cose, il centro del messaggio della canzone“.

Tracklist di Teatri D’Ira vol.I

  • 1. ZITTI E BUONI
  • 2. CORALINE
  • 3. LIVIDI SUI GOMITI
  • 4. I WANNA BE YOUR SLAVE
  • 5. IN NOME DEL PADRE
  • 6. FOR YOUR LOVE
  • 7. LA PAURA DEL BUIO
  • 8. VENT’ANNI

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