Una bella conversazione col chitarrista dei Kaos India

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I “Kaos India” sono un gruppo rock formatosi quasi 10 anni fa da ragazzi che avevano in comune la passione di far musica e la voglia di dimostrare che si può diventare qualcuno/a senza scendere a compromessi. Oggi abbiamo l’onore di parlare col signor Francesco Sireno, chitarrista della nota band musicale. Gli argomenti di cui ci occuperemo meritano di essere presi in considerazione.

Le motivazioni che hanno spinto il gruppo a formarsi

I kaos India hanno cominciato ad esibirsi nel modenese. All’inizio facevano cover, poi ha preso l’idea di cominciare a ritagliarsi uno spazio tutto proprio grazie alla pubblicazione di inediti.

Come sono andate le cose durante il primo anno d’attività?

Il primo anno è andato molto bene. Dopo 6 mesi sono andati in studio per cantare i primi 5 brani (il primo in assoluto si chiama “Moment for Breakfast). Grazie a tutto questo sono stati in grado di incidere il loro primo album.

Qual è stato il posto più lontano in cui hanno fatto la live?

Il posto più lontano dove ci siamo esibiti è in Polonia, per la precisione nella città di Sopot.

Cosa ne pensa dell’ambiente musicale italiano? Quali sono le difficoltà per chi vuole emergere?

L’Italia ha un mercato molto piccolo rispetto alla quantità di abitanti. Tutto questo ha comportato una saturazione molto accentuata che impedisce a moltissimi artisti di emergere veramente (nonostante abbiano progetti molto validi). Il signor Sireno tiene inoltre a precisare che dato che suonano rock in inglese, le cose non sono così facili come possono sembrare; in conclusione l’artista auspica un maggior grado di coscienza italiano verso chi fa musica alternativa come loro.

Ora in Italia c’è una proliferazione dei talent e molti ragazzi partecipano con la speranza di diventare artisti. In tutto questo non si riesce a non pensare che ora come non mai si dia troppa importanza alla figura di chi sta sopra il palco piuttosto che alla performance. Lei cosa ne pensa?

I Talent sono format televisivi, e quindi non si prestano bene al lato musicale. Purtroppo i giovani sono convinti di poter sfondare, però essendo tutto preparato e montato ad hoc va detto che moltissime persone che varcano il famoso palco vanno incontro a una delusione immensa.

Nel nostro paese molte persone hanno una scarsa capacità di attenzione, non a caso la gran parte delle canzoni odierne sacrificano il testo per fare posto a una maggiore orecchiabilità. Cosa dice al riguardo?

Purtroppo è lo specchio dei nostri tempi e tutto deve essere immediato perché tutto deve arrivare subito, nonostante ciò ci sono diverse realtà che si salvano da tutto questo. Per quanto riguarda l’orecchiabilità in sé va detto che questa è la qualità essenziale che fa dà immensa qualità alla musica in generale.

Dalla conversazione che sta venendo fuori, possiamo capire che nel mondo musicale c’è molto più marketing di quanto sembra, non a caso prima ha parlato di saturazione del mercato discografico. Ora come non mai la competizione è altissima e molto spesso per diventare qualcuno/a bisogna fare delle scelte che avranno una grande ripercussione su tutto ciò che dovrà fare. Lei è d’accordo con questa analisi?

Sì. Sono d’accordo che ci sia molto marketing, non a caso la musica è andata molto incontro al processo di mercificazione, io penso però penso che in fin dei conti alle persone prima o poi arriva la genuinità e la sincerità. Noi personalmente portiamo avanti le nostre idee senza seguire le mode del momento.

Ultima domanda: che consiglio vuole dare a chi vuole emergere come artista?

Fare tanta pratica, scrivere molto e curare l’arrangiamento. Per ritagliarsi un proprio spazio è necessario avere delle idee ben precise e portarle avanti.

Caro Francesco, la ringrazio infinitamente per la sua disponibilità. Auguro una buona fortuna a lei e alla band

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