Todd Haynes a Cannes 2021 rende omaggio ai “Velvet Underground”

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Todd Haynes

Il primo incontro con Todd Haynes risale alla metà degli anni ’90, in una gelida mattina di gennaio al Sundance Film Festival quando aveva appena compiuto 34 anni e si preparava a presentare il suo secondo lungometraggio. Aveva già l’idea di un film sui segreti dell’ esplorazione sensoriale del rock decadente dove David Bowie, Iggy Pop e Lou Reed erano i principi malvagi. Non sapeva ancora che forma avrebbe preso Velvet Goldmine

Cosa ha detto Todd Haynes su Velvet Underground?

“Un modo per distinguermi dalla loro influenza piuttosto che perdermi in essa. Il lato disordinato, un po’ allucinato del mio cinema. “Lo slancio è stato fissato e ciò che segue deve sembrargli più misterioso. Cosa lo ha spinto a costruire una storia rock parallela e ad impadronirsi di feticci come Bob Dylan (I’m Not There, nel 2006) o i Velvet Undergound, leggenda delle leggende, in un documentario che presenta fuori concorso sulla Croisette alla sua 60esima compleanno?

Sinossi

I Velvet Underground hanno creato un nuovo sound che ha cambiato il mondo della musica, consolidando il proprio posto come una delle band più venerate del rock ‘n’ roll. Diretto dall’acclamato regista Todd Haynes, “The Velvet Underground” mostra come il gruppo sia diventato una pietra miliare culturale che rappresenta una serie di contraddizioni: la band è entrambi del loro tempo, ma senza tempo; letterario ma realistico; radicato nell’arte alta e nella cultura di strada.

Le interviste

Il film presenta interviste approfondite con i principali attori di quel tempo combinate con un tesoro di spettacoli mai visti prima e una ricca collezione di registrazioni, film di Warhol e altre opere d’arte sperimentali che creano un’esperienza immersiva in ciò che il membro fondatore John Cale descrive come l’etica creativa della band: “come essere eleganti e come essere brutali”.

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