Gli sceneggiatori Harry e Jack Williams, noti soprattutto per il thriller “The Missing”, mettono in mostra i loro notevoli talenti di Kate Beckinsale in “The Widow”, un’avventura misteriosa intrigante che alla fine soffre di provare a interpretare troppe storie. Ambientato nella Repubblica Democratica del Congo, la serie di otto episodi contribuisce purtroppo a perpetuare le narrazioni del salvatore bianco, nonostante gli sforzi per presentare i congolesi con molta più forza e consapevolezza di quanto si sia visto tradizionalmente sullo schermo.
La trama di The Widow
Incontriamo Georgia Wells (Beckinsale) che vive come un’eremita in una remota parte del Galles. Sta ancora piangendo per la perdita del marito Will Mason (Matthew Le Nevez), che è morto tre anni prima in un’esplosione di aeroplano sul Congo. Un frammento di un video durante un notiziario sul Congo pare darle la speranza di rivedere il marito. Così inizia la sua avventura africana in cui rispolvera le sue arrugginite abilità acquisite nell’esercito. C’è una certa soddisfazione nel guardarla rintracciare indizi e aggirare la legge nella sua ricerca della verità su suo marito.
Ci sono molte sorprese che coinvolgono lo spettatore e cose superflue, come la storia tra due non vedenti nei Paesi Bassi in cerca di cure per ripristinare la vista, che risulta essere una storia inutile. The Widow fa anche spesso uso di flashback, spostandosi avanti e indietro per mesi o anni a piacimento.
Beckinsale dimostra ancora una volta di essere una protagonista avvincente, capace di misurare le emozioni senza diventare eccessivamente disordinata anche mentre brandisce una mitragliatrice ed elude i cattivi. Charles Dance e Alex Kingston impregnano i loro personaggi di umanità, e Shalom Nyandiko si esibisce in una bellissima e naturale interpretazione della giovane Adidja, una giovane ragazza congolese costretta a unirsi a una milizia.
Sia Adidja che Emmanuel (Jacky Ido), un uomo che ha perso la moglie sullo stesso volo, sono i personaggi congolesi più comprensivi della serie. Amano, ridono e sono trattati con brevi retroscena di flashback.
In una delle scene iniziali, Emmanuel riflette sul colonialismo e sull’instabilità e sulla corruzione del Paese. “Sessant’anni fa avevamo treni, strade, battelli a vapore su e giù per il fiume Congo, pieni di bianchi che venivano a scoprire un mondo oltre il loro, solo per tornare a casa con le loro menti ora più ampie e se stessi non diverse se non per la loro abbronzatura. Eravamo, qual è quella parola che non ci è permesso usare? Civilizzati. In superficie, comunque. La verità è che probabilmente le cose erano sempre marce, ma ora non mentiamo.”
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Kate Beckinsale e la sua storia come vedova
Qui inizia a farsi strada l’idea che anima la protagonista interpretata da Kate Beckinsale. Salvare il popolo del Congo non è la sua ragion d’essere, ha ancora un marito da trovare, dopo tutto, ma attraverso le sue lotte in Africa, si sente più viva. Non è più la pietosa strega che si nasconde dal mondo, ma una donna decisa e responsabile che sfida i cattivi più spietati e ha un bell’aspetto nel farlo.
Alla fine, “The Widow” è la storia di un turismo catartico. La storia non parla del Congo, ma di una donna e dei torti che incontra e di come si muove per risolverli mentre è lì. In questo modo, sia lei che gli spettatori possono lasciarsi alle spalle le dure realtà del Congo, ma sentirsi comunque soddisfatti per un lavoro ben fatto.