The Silent sea: una serie sci-fi Netflix

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The Silent sea è una serie coreana Sci-fi distribuita da Netflix. La corea del sud continua a produrre serie di alta qualità, trattando i generi più disparati. Abbiamo visto gli zombie (Non siamo più Vivi), i mostri (Sweet home), i Gangster (My Name). Ora è il turno della fantascienza distopica con reminiscenze di Alien. Una volta conclusa, The Silent Sea si può definire un buon mix tra mistero, horror e fantascienza critica. Inquieta, intrattiene e fa riflettere. Con un cast di livello, tra i protagonisti annovera Bae Doo-na, nota per Sense8 e Cloud Atlas.

La trama

The silent Sea racconta di un equipaggio che viene mandato dal governo coreano nei pressi di una stazione lunare abbandonata ormai da anni. Una volta giunti sul posto, dopo un atterraggio di fortuna, scopriranno che qualcosa non quadra. Il governo ha tenuto nascosto la vera natura di quella stazione. Investigando scopriranno delle inquietanti verità.

The silent sea: un contesto post apocalittico

Il contesto di The silent sea è un mondo dove le riserve d’acqua scarseggiano. Una grave siccità affligge la terra. Una realtà inquietante che fa da monito all’umanità. Il cambiamento climatico ci porterà ad una situazione dove si lotterà per un bicchiere d’acqua. E ovviamente i più ricchi avranno un accesso più facilitato. È una serie che rientra in quel tipo di fantascienza critica che vuole far riflettere. Propone una distopia credibile, che ci ammonisce. In genere il problema dei prodotti sci-fi impegnati è quello di essere dei mattoni. Il rischio è di sfociare in una pesantezza tematica poco digeribile al grande pubblico. The Silent Sea fortunatamente schiva questo problema, mantenendo la riflessione sullo sfondo, e costruendo una narrazione intrigante capace di intrattenere senza sbadigli.

Mistero, Thriller e horror

Con The Silent Sea non ci troviamo davanti ad un prodotto come Interstellar di Christpher Nolan. Non è una serie eccessivamente impegnativa. Gli episodi hanno una durata normale e lo sviluppo amalgama bene un mix di mistery, thriller e horror. Il contesto distopico fa da sfondo, mentre il novanta per cento della serie è ambientato su una stazione lunare. In questa serie la reminiscenza di un classico come Alien si fa prepotente. Ma i rimandi sono per lo più scenografici. I corridoi metallici ed asettici della stazione Balhae propongono un forte richiamo visivo alla Nostromo del film di Ridley Scott. Lo sviluppo riesce a coinvolgere grazie all’alone di mistero che avvolge la vicenda. The Silent sea sfrutta una struttura narrativa da thriller investigativo. L’equipaggio, giunto sulla luna per recuperare dei campioni, deve far fronte ad una situazione non chiara. Quindi sebbene il riferimento principale sia Alien, la serie non si sviluppa come uno Slasher. Prende una strada diversa, che non lo rende una copia stampino del classico di Scott.

Conclusioni

The silent Sea è l’ennesimo esempio della grande qualità proposta dai prodotti sudcoreani. È un buon thriller fantascientifico, che pur attingendo da un immaginario già pienamente sfruttato,sa essere originale. Non c’è un alieno xenomorfo, ma qualcos’altro, di intrigante. Grazie ad uno sviluppo narrativo di tipo investigativo, ed un mistero che viene svelato piano piano lungo i sei episodi, riesce ad intrattenere con efficacia. Lo sfondo distopico, riesce a dare una profondità in più alla serie, senza però renderla eccessivamente impegnativa per lo spettatore. Introduce anche una riflessione sull’eticità degli esperimenti. Cosa si è disposti a fare per la sopravvivenza umana? Ne risulta un prodotto che potrà essere apprezzato anche dal grande pubblico. Il ritmo non è sempre altissimo, ma grazie all’atmosfera e alla location, si crea un effetto angosciante ed inquietante che tiene alta la tensione. Se avete apprezzato film come Pandorum o The Cloverfield Paradox, The Silent Sea potrebbe fare al caso vostro.

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