The L Word: Generation Q, torna la serie lesbo

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Tornano le star della serie tv The L Word che ha avuto il massimo successo nella seconda metà del secondo millennio. Una serie che gli appassionati aspettavano e che non hanno mai smesso di chiedere agli autori e produttori.

Ma partiamo dall’inizio. Era il 2004, quando dalla mente di Ilene Chaiken arriva l’idea che Showtime non si fa scappare. Una serie tv che avrebbe raccontato la vita di alcune donne lesbiche nell’ America di Los Angeles. Non sappiamo se fosse stato pronosticato l’enorme successo che avrebbe avuto la serie, sappiamo per certo però, che è sicuramente il “Drama” tra i più amati e conosciuti in tutto il mondo. Apparentemente strutturato per essere esclusivamente un intrattenimento televisivo, si è poi rivelato un prodotto transmediale di elevata portata.

Arriva in Italia quasi in contemporanea con la messa in onda statunitense, acquistata per essere trasmessa sulla tv satellitare. Il circuito di fan che ben presto si stringe attorno alle vicende di Bette, Tina, Shane o Alice, per citarne alcune, si raduna in forum e chat. Strumenti del web in piena scesa, che hanno determinato l’interazione sincrona e asincrona di fan dislocati in tutto il globo. Sono entrate in contatto così lesbiche americane con quelle europee, con quelle asiatiche o australiane, si è aperto il mondo che si relegava nel non detto. Ci sono stati confronti, sogni e desideri. Ma soprattutto si è sdoganato il termine lesbica. Quella parola che tutti tendevano a non pronunciare o, se lo facevano, quasi esclusivamente in modo dispregiativo.

La serie Tv, andata in onda per ben 6 stagioni, è stata seguita da un pubblico eterogeneo. Dalle lesbiche che poco erano state rappresentate dai media, dalle donne etero insieme ai loro compagni. Uomini che probabilmente avevano nel loro immaginario solo l’idea erotica delle loro fantasie e che si sono poi scontrati con una realtà più grande di loro che li ha irretiti e spesso convertiti ad una più attenta valutazione.

Potrebbe averne merito anche una oculata e attenta gestione delle scene di sesso lesbo. Mai volgari, quasi mai sopra le righe. Anzi, nello studio delle “main scenes”, portate in video da Jennifer Beals e Laurel Holloman (Tina), si è tenuto a dare la massima rilevanza all’aspetto affettivo più che quello sessuale, concedendo al pubblico la visione di un amore pulito e condivisibile.

The L Word ha avuto critiche e meriti. Certamente ha rappresentato un mondo patinato che sembrava molto distante dal vissuto quotidiano di molte giovani, ma sognare non è peccato. E non si può escludere che molte di loro abbiano poi trovato il coraggio di uscire allo scoperto, combattere per cercare integrazione nel mondo del lavoro e anche immaginare possibile un look ed un atteggiamento diverso.

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A dieci anni di distanza da questo primo forte impatto, Showtime e la Chaiken tentano un’altra impresa di rottura, un’altra rivoluzione. Studiano e ripropongono anche l’approfondimento di un tema accennato nelle ultime 6 serie, quello del mondo transgender. In molti ricorderanno ad esempio Moira/Max, il personaggio che ha sviluppato una storia di una transizione.

Sarà sugli schermi americani l’8 dicembre The L Word: GENERATION Q, dove Q sta per Queer, termine usato spesso in modo dispregiativo ma che oggi tende ad indicare le persone che non amano identificarsi in alcuna etichetta.

Nel cast, sicura la presenza di Jennifer Beals, Kate Moennig e Leisha Hailey che tornano ad interpretare il loro ruolo originario. Non sapremo fino a dicembre cosa sarà successo nelle loro vite nel frattempo, se dieci anni avranno trasformato il quadro oppure no. Dal trailer pubblicato sul canale Youtube di Showtime, sembrano esserci interessanti anticipazioni.

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