The Final Girls: una parodia horror metariflessiva

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The Final Girls è una commedia horror del 2015 con Taissa Farmiga (sorella di Vera Farmiga) e Nina Dobrev. Lo slasher è uno dei sottogeneri horror più diffusi e abusati. Una tipologia vista in tutte le salse, che bene o male ripropone sempre gli stessi stereotipi e le medesime situazioni. Ormai l’originalità è rara, e si guarda di più al buon confezionamento (un esempio è la trilogia di Fear Street). L’unico modo per trovare uno spiraglio di luce avviene attraverso un autoironico citazionismo. Con un format così consolidato e saturato come quello dello slasher, l’unica via per riproporre in modo interessante la stessa solfa è la parodia. Ed è proprio grazie ad un ironia scherzosa e metariflessiva che questo The Final Girls dona una boccata d’aria fresca al genere.

The Final Girls : dentro al film

Si capisce fin da subito l’intento di questo The Final Girls. L’inizio è un vero e proprio trailer vintage. Un richiamo d’amore verso lo slasher ottantino, che ne enuncia tutti gli elementi più classici. Questo trailer iniziale, zeppo di stereotipi e di situazioni tipiche che fanno eco dichiarato alla saga di Venerdì 13. Tutto parte da questo trailer, di un film dentro al film. Bloodbath Camp, è questo il titolo. Una summa di tutto quello che si può vedere in uno slasher. La solita pellicola insomma. E i protagonisti di The Final Girls andranno al cinema a vedere questo surrogato fittizio. Ma poi con un incendio, lo schermo del cinema verrà lacerato da un finto machete. E i “protagonisti spettatori” e gli “spettatori spettatori” verranno trasportati dal film dentro al film. Ed è allora che il divertimento ludico comincia, e il solito film diventa altro, divertendosi e divertendoci giocando scherzosamente con i tropi dello slasher.

Metariflessione e lutto

The Final Girls attraverso un divertito gioco meta riflessivo ci regala gustose gag, che donano frizzantezza e freschezza alla pellicola dentro la pellicola. Un gioco con il linguaggio del cinema. L’idea che un film sia un universo separato dal nostro, bloccato in eterno e destinato a ripetersi. Ed è così che i nostri protagonisti spettatori verranno “proiettati” in questo mondo a sè. Dove gli stereotipi dello slasher si presentano come delle leggi supreme che governano l’esistenza di questo semipiano di cellulosa. E consci dei pericoli stereotipati di questo sottogenere dell’horror tentano di sopravvivere. Mentre la protagonista vive la strana esperienza di ritrovare sua madre. O meglio il personaggio interpretato dalla sua defunta madre. Ed ecco che il gioco meta-riflessivo si sposta su un ulteriore piano di lettura. The Final Girls da un lato ironizza sul mezzo cinematografico e sui tropi dello slasher. Dall’altro riflette sul rapporto persona reale e personaggio e sul ruolo della memoria visiva. Un modo interessante per rappresentare il confronto con il lutto.

Conclusioni

The Final Girls è un film estremamente divertente. Grazie al suo tono auto ironico e al suo approccio giocoso nei confronti di un genere tanto abusato come lo slasher movie. Riesce a donare un po’ di freschezza in questo panorama saturo. Un buon titolo per tutti gli amanti dei film con killer mascherato che vogliono dilettarsi spensieratamente. Sebbene il tono scanzonato e leggero è un ottima operazione nostalgica e riflessiva che denota un tocco geniale autoironia.

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