Terza Serata di Sanremo 2020 – Le pagelle di cover e performance

Commenti e valutazioni alle cover presentate nella terza serata di Sanremo 2020 e le relative performance, a cura della redazione di PeriodicoDaily.

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sanremo 2020

La seconda serata di Sanremo 2020 si è appena conclusa: tutti i big in gara hanno presentato ufficialmente delle cover di brani che, a loro volta, furono presentati in passato sul palco del palco dell’Ariston. Non ci sono state, invece, performance delle nuove proposte, che torneranno domani .Riportiamo di seguito le pagelle di PeriodicoDaily per questa serata, riguardanti sia i VIP in gara che coloro che sperano di diventarlo attraverso questa esperienza.

Pagelle della terza serata di Sanremo

Michele Zarrillo – “Deborah” di Fausto Leali e Wilson Pickett, (1968), con Fausto Leali: ottima esecuzione vocale ed energia palpabile. Molto bella l’associazione fra il timbro limpido di Zarrillo e quello rauco di Leali, complici le loro grandissime estensiono vocali. PERFORMANCE PROMOSSA.

Junior Cally – “Vado al massimo” di Vasco Rossi (1982), con i Viito. Junior compone strofe rap sulla base di Vasco, mentre i Viito ne canta (bene) i ritornelli. Il livello lirico di Cally è buono ma non eccelso, ma la declinazione reggae funziona dannatamente bene. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Marco Masini – “Vacanze romane” dei Matia Bazar (Sanremo 1983) con Arisa. Nonostante Arisa sia una bravissima cantante, in questa occasione ha cantato male in più punti. Colpa di una canzone comunque molto complessa, con cui è stato difficile già misurarsi. Abbastanza buona, invece, la performance di Masini. VOTO: PERFORMANCE NÌ.

Riki – “L’edera” di Nilla Pizzi e Tonina Torrielli (1958) con Ana Mena. Con un Riki come sempre stonatissuno e una Ana Mena bravissima ma che ha troppo poco spazio per salvare la situazione, questa performance sembra una lezione di canto impartita al più scarso della classe. Peccato per Ana, di nuovo affiancata ad un incapace. VOTO: PERFORMANCE BOCCIATA, PECCATO PER ANA.

Raphael Gualazzi – “E se domani” di Fausto Cigliano e Gene Pitney (1964) con Simona Molinari. Coppia molto ben assortita per stile, e capace di cantare in maniera impeccabile, ma forse con un pezzo un po’ più moderno avrebbero reso di più. Resta il fatto che entrambi abbiano eseguito una performance vocale meravigliosa. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Anastasio – “Spalle al muro” di Renato Zero (1991) con PFM. Anastasio potente, carismatico e tagliente con il suo rap schietto ed energico, la PFM esegue una performance strumentale e vocale davvero di altissimo livello. Due cose diverse che insieme funzionano benissimo, dimostrando come due talenti differenti possano creare qualcosa di magico con un po’ di impegno. Esecuzione veramente monumentale. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Levante – “Si può dare di più” di Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi (1987) con Francesca Michielin e Maria Antonietta. Tre cantanti bravissime, con timbri meravigliosi che funzionano benissimo insieme, cantano alla perfezione una canzone meravigliosa. Una sinergia palpabile, un’emozione contagiosa che dilaga fino a commuovere. Una performance particolarmente riuscita, sia nei momenti da soliste che in quelli in cui le interpreti cantano all’unisono. VOTO: PERFORMANCE ASSOLUTAMENTE PROMOSSA.

Alberto Urso – “La voce del silenzio” di Tony Del Monaco e Dionne Warwick (1968) con Ornella Vanoni. Due bravissimi cantanti ma che non si amalgamano bene fra di loro: si tratta anche qui di due voci molto diverse fra di loro, ma in questo caso un po’ troppo diverse. Le loro singole performance sono tuttavia ottime, e questo appare a dir poco lampante: Ornella è magnifica nella sua impostazione solida e raffinata, mentre Alberto incanta con la sua potenza vocale. VOTO: PERFORMANCE BUONA MA CON ARTISTI MAL ASSORTITI.

Elodie – “Adesso tu” di Eros Ramazzotti (1986) con Aeham Ahmad. Accompagnata da un bravissimo pianiata e non da cantanti, Elodie sceglie un brano perfetto per lei e lo esegue molto bene. Tolta qualche trascurabile imprecisione, l’artista incanta con un’esecuzione magnifica che riesce ad arrivare al cuore degli ascoltatori. Sarebbe bello assistere ad un duetto fra lei e Ramazzotti. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Rancore – “Luce (Tramonti a nord-est)” di Elisa (2001) con Dardust e La Rappresentante di Lista. Stesso format di Cally: se con il pezzo di Vasco Rossi poteva avere senso, con luce ne ha meno. Ciò non toglie che le barre inedite di Rancore siano ottime e che il ritornello sia ben eseguito (tecnicamente) dall’ospite, ma comunque le atmosfere della canzone originale non sono rispettate – se non un po’ sul finale. VOTO: PERFORMANCE BUONA MA NON È ASSOLUTAMENTE UNA COVER.

Pinguini Tattici Nucleari – Un medley con le canzoni “Papaveri e papere“ (1952), “Nessuno mi può giudicare” (1966), “Gianna” (1978), “Sarà perché ti amo” (1981), “Una musica può fare” (1998), “Salirò” (2002), “Sono solo parole” (2011) e “Rolls Royce” (2019). Con un medley di canzoni più o meno simpatiche tratte da diversi Sanremo, i Pinguini eseguono una delle performance più eclettiche di tutta la serata. Un medley molto ben coordinato a livello musicale ma anche a livello scenico: i brani sono stati reinterpretati a 360 gradi nello stile ironico e travolgente dei Pinguini. Il loro leader, fra l’altro, canta e sta sul palco benissimo. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Enrico Nigiotti – “Ti regalerò una rosa” di Simone Cristicchi (2007) con Simone Cristicchi. Nigiotti è quasi da solo nel ritornello e lo fa con uno stile troppo classico: ciò crea un distacco fra la sua voce e l’intensità brano, e il fatto che Cristicchi venga rilegato solo alle strofe fa pensare che non si voglia creare un vero paragone fra i due interpreti. La sinergia nelle strofe, però, è palpabile. VOTO: PERFORMANCE SUFFICIENTE.

Giordana Angi – “La nevicata del ’56” di Mia Martini (1990) con Solis String Quartet. Accompagnata anche lei da bravissimi musicisti ma non da cantanti, Giordana confeziona una performance intensa, intima e molto ben eseguita dal punto di vista tecnico. Giordana è perfettamente nel suo stile, immersa in quello che sa fare meglio, e lo dimostra sia con bassi caldi ed intensi che con acuti raffinati e grintosi. Sicuramente il miglior tributo a Mia Martini per quest’anno. VOTO: PERFORMANCE ASSOLUTAMENTE PROMOSSA.

Le Vibrazioni – “Un’emozione da poco” di Anna Oxa (1978) con i Canova. Per confrontarsi con Anna Oxa servono cantanti dotati di ben altra intonazione ed estensione vocale: Sarcina e Canova sono completamente inadatti, hanno stonato ed i tentativi di recuperare “strafacendo” sono serviti soltanto a peggiorare notevolmente l’esibizione. VOTO: PERFORMANCE BOCCIATA.

Diodato – “24mila baci” di Adriano Celentano e Little Tony (1961) con Nina Zilli. Con un’ottima sinergia ed un’esecuzione scenica stupefacente, Diodato e Nina hanno proposto una cover che rispecchia alla perfezione l’atmosfera della canzone originale. Oltre alla grande esecuzione scenica, i due artisti cantano molto bene si divertono durante la loro performance: impossibile resistere alla loro energia. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Tosca – “Piazza grande” di Lucio Dalla (1972) con Silvia Perez Cruz. Con un delizioso arrangiamento latineggiante e alternando spagnolo a italiano, il classico di Dalla ha nuova vita in maniera raffinata ed elegante. Le due interpreti eseguono virtuosismi potenti ed intensi che ben pochi cantanti possono permettersi, e riescono ad incantare il pubblico proprio grazie all’unione di due culture musicali così diverse ma pur sempre in grado di trovare un punto di incontro. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Rita Pavone – “1950” di Amedeo Minghi (1983) con Amedeo Minghi. La Pavone può pure avere un inedito brutto in gara, ma rimane sempre una cantante bravissima che con un brano all’altezza rende benissimo, e sicuramente il pezzo in questione lo è sicuramente. Amedeo Minghi bravissimo con il suo stesso brano, e la sinergia fra i due interpreti funziona alla perfezione. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Achille Lauro – “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini (1992) con Annalisa. Achille trova il pezzo perfetto per mettere in scena la sua nuova immagine, ma a livello vocale nè il paragone con Annalisa nè tanto meno con la Martini è minimamente alla sua portata. Ciononostante il livello non è quello di Riki, il rapper ha cantato comumque decisamente bene, e comunque nel complesso la performance non è malaccio. Certo è che il pezzo forte è assolutamente Annalisa, che con la sua voce limpida e potente incanta tutti. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Bugo e Morgan – “Canzone per te” di Sergio Endrigo e Roberto Carlos (1968). Morgan molto impreciso vocalmente, Bugo poco meglio, e la coordinazione fra i due è stata molto scarsa. Non basta la teatralità di Morgan a salvare la performance, che ha fatto apparire due artisti indubbiamente capaci poco adatti ad un brano a dir poco meraviglioso. VOTO: PERFORMANCE BOCCIATA.

Irene Grandi – “La musica è finita” di Ornella Vanoni e Mario Guarnera (1967) con Bobo Rondelli. Una Irene mastodontica investe il pubblico con un’onda d’energia derivante dalla sua potentissima voce. Il suo strumento ampio e travolgente si fonde alla perfezione con la voce più bassa ma comunque molto interessante di Guarnera: i due lati del bel canto sono entrambi presenti, ed il risultato è meraviglioso. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Piero Pelù – “Cuore matto” di Little Tony (1967). In duetto virtuale con Little Tony, di cui è mandata in onda l’originale performance sanremese, Pelù veste di nuovo i panni del rocker perfetto con un’energia incredibile trasmessa sia sul piano scenico che su quello vocale. Il risultato è un’esecuzione magistrale, con una conclusione che porta addirittura gli scream sul palco di Sanremo. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Paolo Jannacci – “Se me lo dicevi prima” di Enzo Jannacci (1989) con Francesco Mandelli. Si punta sulla simpatia sia con la canzone che con le parti recitate che fanno da intermezzo alla canzone che con la canzone vera e propria. Jannacci è l’unico a cantare, i suoi ospiti interpretano soltanto le parti recitate insieme a lui, ed il risultato è sicuramente spassoso, efficace fatto dal punto di vista tecnico. Un ottimononaggio figlio-padre. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

Elettra Lamborghini – “Non succederà più” di Claudia Mori (1982) con Myss Keta. Elettra è stata un po’ meglio che nella sua performance da solista ed entrambe si sono impegnate per fare qualcosa al massimo delle loro capacità. Il risultato è comunque un’esibizione da karaoke, non certo da professionisti, con due ragazze qualsiasi che sembrano prese per strada. Si apprezza leggermente, in un guizzo di bontà, l’impegno. VOTO: PERFORMANCE BOCCIATA

Francesco Gabbani – “L’italiano” di Toto Cutugno (1983). Gabbani anche dà il meglio delle sue capacità, ma ol risultato è sicuramente diverso: perfetto vocalmente, l’artista interpreta benissimo la canzone e offre anche una performance scenica perfetta, di una qualità che raramente abbiamo visto a Sanremo. Gabbani fonde il suo personaggio con la musica di un altro tenpo in maniera impeccabile, ed è uno dei migliori momenti della serata. VOTO: PERFORMANCE PROMOSSA.

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