E’ andato in scena ieri sera al Teatro Verdi di Salerno il Barbiere di Siviglia il sesto appuntamento della Stagione lirica. Il melodramma buffo in due atti è diretto da Antonello Allemandi un effervescente direttore d’orchestra di statura internazionale che già dalle prime note ha fatto scattare l’ovazione. Non è nuovo a questo ruolo, nel 1997 presentava il barbiere di Siviglia al Royal Theatre di Londra.
La regia è di Michele Sorrentino Mangini un regista campano dal timbro innovativo che ha saputo cogliere l’aspetto comico e disincantato dell’opera. Il coro è del teatro dell’opera di Salerno, diretto da Tiziana Carlini. Esuberante e convincente figaro di Massimo Cavalletti, Teresa Iervolino da deliziosa ed esperta attrice qual è interpreta bene il ruolo malizioso di Rosina, Giovanni Romeo è l’elegante e versatile interprete di Don Bartolo, ben calibrati gli altri interpreti dei vari ruoli.
I l barbiere di Siviglia è un’opera in due atti di GioachinoRossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima di Beaumarchais. Il titolo originaledell’opera era Almaviva.
Prima di Rossini, Giovanni Paisiello aveva messo in scena il suo Barbiere di Siviglia nel 1782 (dieci anni prima della nascita di Rossini).Con quella stessa opera, Paisiello aveva riscosso uno dei maggiori successi della sua fortunata carriera. Il precedente successo di Paisiello (uno dei maggiori rappresentanti dell’opera napoletana) faceva sembrare inammissibile che un compositore di ventitré anni – per quanto dotato – osasse sfidarlo. Rossini in realtà non aveva nessuna responsabilità sulla scelta del soggetto. L’opera fu infatti scelta dall’impresario del teatro Argentina di Roma, il duca Francesco Sforza Cesarini; questi voleva commissionare a Rossini un’opera per l’imminente carnevale. A quei tempi qualsiasi rappresentazione doveva scontrarsi con le forbici della censura pontificia. Per andare sul sicuro, l’impresario propose come soggetto “Il barbiere di Siviglia”, che fu subito approvato dai censori pontifici La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi. Il clima generale era di totale boicottaggio, dovuto ai sostenitori della versione dell’opera di Paisiello, favorito anche dall’improvvisa morte dell’impresario del Teatro Argentina. Già dalla seconda recita, il pubblico acclamò l’opera di Rossini, portando ad oscurare la precedente versione di Paisiello e diventando una delle opere più rappresentate al mondo..