Teatro d’ira – Vol. 1: il ritorno dei Måneskin

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Teatro d’ira – Vol. 1: il ritorno dei Maneskin

La notizia è di quelle che mettono i fan in trepidazione. I Måneskin, giovane e talentuosa band italiana, annunciano la pubblicazione del loro nuovo album. Teatro d’ira – Vol. 1 uscirà il 19 marzo.

Che album sarà Teatro d’ira – Vol. 1?

La novità non sta tanto nella pubblicazione di un nuovo album. La particolarità di Teatro d’ira – Vol. 1 è il modo in cui è stato registrato. Tutto è avvenuto in presa diretta. Questo vuol dire che i musicisti registrano assieme la propria parte e, se qualcuno canna, bisogna ricominciare tutto da capo. L’idea è quella di un live concepito in studio. Poche band hanno concepito un lavoro discografico utilizzando questo metodo di registrazione (Pearl Jam e Slash feat. Myles Kennedy & the Conspirators sono tra queste). I Måneskin dimostrano di avere le palle.

Un album scritto dai Måneskin

Teatro d’ira – Vol. 1 è scritto interamente dai Måneskin. Come si intuisce dal titolo, si tratta del primo volume di un progetto più ampio che si svilupperà nel corso dell’anno. Un progetto ambizioso, che passerà per la 71a edizione di Sanremo. La band salirà sul palco per la categoria “Campioni” col pezzo Zitti e buoni. Il titolo dell’album, Teatro d’ira, riassume la concezione che i Maneskin hanno della musica. Da una parte il teatro, una forma d’arte per molti versi pacata, dall’altra la rabbia. Una rabbia creativa, che stimola la nascita di nuova musica e va in scena su un palcoscenico sobrio, pronta a sconvolgere gli ignari spettatori.

L’ira creativa dei Måneskin

“La nostra non è una rabbia nei confronti di qualcuno, ma un’ira che smuove, che crea le rivoluzioni”, raccontano i Måneskin. “È un’ira catartica, rivolta alle oppressioni e agli oppressori, che porta a ribellarsi verso tutto ciò che ti fa sentire sbagliato e che, come risultato, porta a una rinascita e a un cambiamento. Abbiamo voluto collocare questa forza molto potente in un contesto, quello del teatro, che nell’immaginario comune viene percepito come elegante e pacato. Ci piace questa antitesi: un contrasto che vive nel momento in cui il sipario si apre e, al posto di uno spettacolo o di un balletto, ci si ritrova catapultati in questa esplosione di energia”.

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