SquadDrone: intervista e singolo “è Trap bro”

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SquadDrone: una testa due persone. Questo é quello che ho pensato quando ho avuto modo di parlare con questi due ragazzi della provincia di Bari.

Chi sono gli SquadDrone?

Valerio Ardillo e Valerio Vacca, in arte Falco e Reietto, sono i fondatori e componenti del gruppo. I due Valerio si sono conosciuti una decina di anni fa, tra i banchi di scuola delle superiori, dove è nata una profonda amicizia, destinata poi a sfociare in un progetto artistico comune.

Leggete l’intervista per intero dopo il singolo

É trap Bro

Quattro chiacchiere con gli SquadDrone

Ciao Ragazzi! Iniziamo dal nome? 

Reietto: Io sono Valerio H, in arte Reietto. Come l’etimologia della parola stessa indica, l’emarginato del gruppo, tipo l’eremita, non c’è molto da spiegare sul nome. 

E come mai te lo sei attribuito?

Reietto: Perché ho sempre visto la musica come qualcosa di proprio. Anche se magari fai un determinato genere, il rap per esempio, io fin da piccolo ci ho sempre messo la parte musicale del rap. Io vengo dagli anni 90, negli anni 90 c’era il rap. Era quello che andava di moda, era di nicchia. Quindi ascoltare qualcuno che inserisse delle parti musicali nel rap, come hanno fatto anche gli Articolo31 del resto, non c’era niente di wow, non veniva ben visto. Quindi sono stato sempre tendenzialmente emarginato. Poi noi eravamo due ex obesi, non che ora siamo magrissimi, cmq essere obeso ti porta anche ad essere emarginato dal gruppo e l’ultimo scelto a calcetto.

Invece tu?

Falco: Anche io mi chiamo Valerio, in arte Falco. Falco perché è un animale che mi piace molto soprattutto a liovello caratteriale, vive nel suo mondo e scende solo quando deve scendere per picchiare duro, in questo caso con la musica

E per quanto riguarda il nome del duo? Come devo pronunciarlo? 

Insieme: Squadrone, italiano. Per gli americani Squadr One. Il nome ci è piaciuto il fatto di avere una squadra che è composta da noi, dal team che c’è dietro al progetto e tutti i fan che abbiamo e che vogliamo ampliare come platea e avere un vero e proprio squadrone per noi.

Inoltre è composto da due nomi: squad per l’unità nel fare il gioco di squadra e drone perché per noi è come voler portare in alto la nostra musica, come un drone appunto.

Ho letto nel vostro profilo Spotify degli Squaddrone, qualcosa riguardo a Terra D. Una terra in cui vi é una differente società e dove i droni la controllano.

Si, diciamo che quel concept è venuto un po’ dopo, fantasticando in realtà, perchè c’era l’idea di dare un concept a un album futuro al quale stiamo lavorando cmq. Quindi anche l’idea di creare dei personaggi, visto che noi siamo molto fantasiosi e soprattutto per quanto mi riguarda sono molto attaccato agli anime, ai fumetti, ai videogiochi, era proprio il creare un proprio mondo, il mondo dello squad, quindi anche l’ambiente.

Avere una cornice narrativa intorno ad una pubblicazione aiuta sempre. Ma cos`é che vi ha spinto a dire “okay, da oggi noi si fa musica?”

Sicuramente l’amore per la musica. Come nella vita cercare la persona giusta con cui condividere questa passione fa tanto. Quando eravamo tra i banchi di scuola, ed è li che ci siamo conosciuti, il rap era un genere molto di nicchia, quindi trovare qualcuno affine a te, nella tua stessa classe era proprio l’apoteosi

Soprattutto che avessi I tuoi gusti. Cioè poter dire ok osiamo non ce ne frega del giudizio.

Siamo stati bravi a bilanciarci. Un’altra cosa importante, di cui non ci eravamo mai accorti, ma che ci hanno fatto notare. Noi facciamo musica dall’età di 13 anni, al momento ne abbiamo 29 e 28. Vivere tutto questo tempo di musica senza avere risultati concreti, come potrebbe essere la firma con un’etichetta che è venuta nel 2019, la Top Records, se la musica non ce l’hai dentro magari abbandoni lungo la strada. 

Ci hanno fatto notare questa costanza e questa caparbietà: l’aver combattuto tutto questo tempo e senza avere dei meriti fino al 2019. Questo ci ha fatto riflettere sul fatto che la musica fa parte di noi e non la possiamo abbandonare.

Squaddrone, vi definite Trapper. Cosa vi lega a questa tipologia di sonorità?

Diciamo che la trap è riuscita a unire le nostre impronte. Io sono molto più rap, più underground, mentre lui è più musicale. Quindi se avessimo fatto prettamente rap avrebbe stonato per lui, su basi più pop stonava per me, noi con la trap siamo riusciti a unire i due generi e a completarci, anche se alla fine sperimentiamo molto come musicalità. Ora usciranno nuovi lavori e potremo presentare il nostro biglietto da visita con il nostro talento a 360 gradi con tutti I sottogeneri.

La Trap è però lanciarsi in una piscina piena di squali essendo un pesciolino rosso. Come credete di confrontarvi con la concorrenza?

Sicuramente ispirandoci. Soprattutto per quanto mi riguarda io cerco di vedere sempre il lato positivo. Se qualcuno è riuscito a fare qualcosa in più di me, non vado a criticare, ma cerco di capire come è arrivato a quel risultato, cerco di attingere qualcosa in più dal successo degli altri. E comunque penso che con la competitività abbiamo chiuso da qualche anno. Abbiamo rischiato di rinunciare alla musica, proprio per questa competizione, che quando sei più giovane la senti di più.Si alla fine impari a fare il tuo. Nel senso che lo vuoi fare, lo fai, se va bene bene. Alla fine hai fatto quello che ti piaceva e stai bene con te stesso. Ci concentriamo molto sul nostro prodotto, piuttosto che pensare troppo a cosa pensano e cosa fanno gli altri.

Voi affermate: nell’immaginario collettivo i rapper e i trapper sono coloro che non rispettano le regole e che non si omologano alla massa ma fanno della propria eccentricità il proprio modus operandi. Con é Trap Bro vogliamo invitare chi si segue ad assecondare le proprie passione liberamente senza preoccuparsi dell’opinione altrui. E alla vostra tipologia di musica il trap c’é legata un’immagine negativa. Fatta di droghe pesanti e dipendenze. Come vi comporterete con quest’immagine? Cosa farete per fare capire che la trap non é tutta così? 

Semplicemente essere noi stessi. Anche questo essere noi stessi alcune volte viene mal visto. Per esempio al nostro ultimo brano hanno mosso la critica relativa al fatto che si senta più lo scanzonato estivo che il trap. Nel senso che noi non parliamo di ragazze, donne, droghe, o soldi. Perché se io faccio una determinata tipologia di musica non per forza devo parlare di certi argomenti per farne parte. Questo ci differenzia sul mercato

Quindi Squaddrone fa’ Trap per bravi ragazzi?

Copertina singolo squaddrone
SquadDrone: copertina singolo é Trap bro.

Ma se io non vengo dalla strada, non vengo dal ghetto, perché devo parlare di qualcosa  che non sono? Perché non devo essere me stesso? Anche perchè a noi piace fare musica. Tutti I singoli pubblicati fino ad ora nascondono un messaggio dietro, a noi piace portare allegria anche, sollevare un po’ gli animi con la musica, ma nascondendo sempre un messaggio all’interno. Quindi si, lo scanzonato estivo va fino a un certo punto.

Come credete che Squaddrone possa impattare il pubblico di oggi? 

Inizialmente non credo si affezionerà. Nel senso che nella nostra musica forse non ci si identificherà l’ascoltatore abituale del trap, ma magari chi viene dal pop, che ascoltandoci si rende conto che anche questo genere può piacergli. Diciamo che ci troviamo un po’ nella terra di mezzo. Un po’ più commerciale. Magari potremmo prendere un pubblico più ampio rispetto a fare nuovamente nicchia come è successo in passato.

Da qui in poi cosa mi devo aspettare dallo Squaddrone? 

Tanta nuova musica. Abbiamo tanti pezzi pronti ma non possiamo pubblicarli. Sarà pubblicato l’EP a settembre, stiamo già lavorando per l’album, abbiamo già un po’ di tracce per l’album pronte. Ovviamente il Covid ha rallentato  un po’ I lavori. Però è stata anche un’opportunità per mettere insieme altre idee. Cerchiamo di prendere sempre il meglio da tutto. 

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