Spectrum Vates e la poesia nel rap: “Pupille d’Alabastro” è un inno alla lentezza

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In un panorama musicale sempre più dominato da rumori e tendenze, Spectrum Vates sceglie un’altra via: quella del silenzio che parla, della scrittura autentica, del verso che lascia traccia. Il suo nuovo singolo, “Pupille d’Alabastro” è la nuova tappa di un viaggio artistico che sembra muoversi in controtendenza, un passo dopo l’altro, fuori dal frastuono delle mode.

Esce “Pupille d’Alabastro” di Spectrum Vates, un rapper con un’identità che resiste e che parla sottovoce

Il progetto musicale di Spectrum Vates – pseudonimo di Giacomo Cassarà, classe 1999, nato ad Arezzo – è costruito su una scelta precisa: parole libere, versi scritti a mano, nessuna strategia di mercato. Come dimostrano il suo esordio con il brano “Prosopagnosia”, l’album “EsseVu”, e la dichiarazione identitaria “Non sono Lucio Battisti”, l’artista toscano ha scelto di stare lontano dai riflettori artificiali del marketing per restare vicino alla sostanza della musica.

“Pupille d’Alabastro” racconta l’amore come scelta quotidiana

Nel singolo “Pupille d’Alabastro”, prodotto da PaKo Music Records e distribuito da Believe, Spectrum Vates offre un ritratto dell’amore sincero: non un lampo improvviso, ma una scelta che si rinnova ogni giorno. Il brano si apre con l’immagine nitida di una giornata di sole a Perugia, uno sguardo incrociato nella folla. Da quel momento si sviluppa una narrazione intima, fatta di piccole cose: risvegli condivisi, mani che si cercano, parole sussurrate. L’amore, qui, è reale, terreno, costruito nella quotidianità.

Occhi che restano, parole che restano

Il titolo stesso, “Pupille d’Alabastro”, è già una dichiarazione poetica. L’alabastro evoca bellezza e fragilità, luce e consistenza. Così è lo sguardo raccontato nel brano: qualcosa che rimane anche a occhi chiusi. Le immagini sono nitide, cinematografiche: “Noi siamo due cuori rotti al centro e poi aggiustati, giochiamo a far la guerra senza armi e carri armati” – versi che scartano la retorica per abbracciare una fragilità autentica, trasformandola in linguaggio.

Il suono al servizio del significato

Musicalmente, il brano è calibrato con attenzione. Il pianoforte di Diego Fabbri accompagna senza sovrastare, mentre il mix e master di Atomic restituiscono un suono pulito, dove ogni parola è protagonista. È una scelta consapevole: lasciare spazio al testo, alla voce, alla pausa. Ogni silenzio è pensato, ogni attesa dice qualcosa.

“Pupille d’Alabastro”: Ascolta su Spotify

SPECTRUM VATES – “PUPILLE D’ALABASTRO” – TESTO

Era una bella

giornata di sole

splendente

spaccava le pietre.

Io e te che incrociamo

lo sguardo come

a San Lorenzo

due stelle comete.

T’abbraccio spontaneo,

ti bacio le guance e

poi sento il profumo

dell’Eden.

Bella da togliere il fiato

che quasi

non riuscivo nemmeno

a bere.

Perugia affollata

ma in mezzo alla

gente vedevo

soltanto il tuo viso.

Un pezzo di cielo

cadutomi in fronte

dal nulla quel tuo

bel sorriso.

Quegli occhi profondi

sembrava di stare

impalati davanti

al Gran Canyon.

Vestita di nero sul

tappeto rosso sfilavi

tra balle di fieno.

Ci siamo fermati

per guardare il mondo da

una prospettiva diversa,

t’ho preso le mani

per sentire

battere il cuore

di luce riflessa.

È stato un secondo

ricordo l’attesa,

ma dopo le labbra

si sono sfiorate,

la nostra vita

non fu più la stessa.

Prendimi la mano

per volare via lontano,

l’aria che ci tocca e

poi ci lascia senza fiato.

L’amore non ci teme,

il nostro fuoco ci riscalda.

La storia ci appartiene,

Non scompare nella sabbia.

Noi siamo due cuori

rotti al centro e poi aggiustati,

giochiamo a far la guerra

senza armi e carri armati.

Le mani tese avanti alla

ricerca di un abbraccio,

occhi fiammeggianti

e due pupille d’alabastro.

Passano mesi e

poi gli anni.

Restiamo

affiatati,

più uniti che mai.

Stesse persone

io e te, re della notte

e regina dei guai.

Due facce di quella

moneta lanciata per

aria e mai ripresa.

Cresciuti da soli,

incontrati per caso,

rimasti per scelta.

Parte del nulla,

ma con te vicino

mi sento una cosa

assoluta e concreta.

Mi sveglio al mattino

e t’ osservo dormire

sdraiata lì

accanto al mio corpo

indifesa.

Riguardo le foto

di quando t’ho

chiesto di darmi

il futuro in ginocchio.

Perché da quel giorno

di Luglio è passato

tanto ma non troppo,

perché quel per sempre

che ho detto non era

una frase dispersa nel vento

e adesso ci scalda ad ogni

inverno.

Prendimi la mano

per volare via lontano,

l’aria che ci tocca

e poi ci lascia senza fiato.

L’amore non ci teme,

il nostro fuoco ci riscalda.

La storia ci appartiene,

Non scompare nella sabbia.

Noi siamo due cuori

rotti al centro e poi aggiustati,

giochiamo a far la guerra

senza armi e carri armati.

Le mani tese avanti alla

ricerca di un abbraccio,

le dita sempre strette come

unite da un compasso.

Guardiamoci a vicenda

ed infuochiamoci lo sguardo,

occhi fiammeggianti

e due pupille d’alabastro.

Un Amore che non si spegne mai, un fuoco che unisce per sempre

Dal primo incontro – folgorante e poetico – si snoda un percorso di crescita e intimità. “Pupille d’Alabastro” è un inno alla sacralità dell’amore autentico, quello che nasce all’improvviso come una stella cadente e resta saldo come roccia, nonostante il passare del tempo. Occhi profondi come canyon, sorrisi come pezzi di cielo, mani che si stringono per sentire il battito del mondo. L’alabastro, materiale delicato e luminoso, diventa simbolo ideale di uno sguardo che accende, protegge, percepisce e custodisce con tenerezza.

“Pupille d’Alabastro”, una scrittura che è atto di resistenza

«Questo brano non è nato per spiegare l’amore, ma per restituirne il peso. Quel silenzio che si crea quando due sguardi si incastrano per la prima volta, e tutto il resto sfuma» – racconta Spectrum Vates, che definisce la sua musica “conscious emotional rap”. Un genere personale, profondo, che non cerca scorciatoie ma connessioni reali. Non parla per piacere a tutti, ma per raggiungere chi è pronto ad ascoltare.

Una carriera costruita sulla coerenza

Dopo anni dedicati allo sport agonistico, Cassarà ha scelto di fermarsi e scrivere. Prima con la raccolta poetica “Spectrum Interior” (2022), poi con le prime tracce pubblicate in modo indipendente. Ogni brano è parte di un cammino artigianale, in cui nulla è lasciato al caso. “EsseVu”, uscito nel novembre 2024, è stato definito dall’artista stesso come un album “catartico”, una resa dei conti interiore che ha segnato il passaggio definitivo alla musica come scelta di vita.

Contro l’hype, per chi resta

In un mondo musicale governato dall’algoritmo, dalla viralità a tempo determinato e dalle strofe adattate ai trend, Spectrum Vates prende la direzione opposta. Scrive pensando a chi resta, non a chi scorre. Ogni parola ha il peso del tempo. Ogni verso è costruito con l’intenzione di durare. È un atto quasi politico: rallentare, in un’epoca che corre.

Una voce che trova spazio senza gridare

“Pupille d’Alabastro” non è una hit da classifica. È una canzone che cerca profondità, non visibilità. Una traccia che non vuole brillare per un momento, ma sedimentare nel tempo. In un sistema che premia la velocità, Spectrum Vates risponde con la lentezza. E con una coerenza rara, continua a costruire un mondo musicale dove il tempo non è sfondo, ma sostanza.

Biografia di Spectrum Vates

Nato il 28 ottobre 1999 ad Arezzo, Giacomo Cassarà in arte Spectrum Vates, ha iniziato il suo percorso artistico dopo aver lasciato una carriera nello sport agonistico. Nel 2022 pubblica il libro di poesie Spectrum Interior, e nel 2023 dà vita ai primi brani rap. Il suo stile, definito conscious emotional rap, mira a far riflettere, scavando nelle emozioni senza compromessi. Nel novembre 2024 pubblica EsseVu, il suo album d’esordio: un progetto che affronta il caos interiore per trasformarlo in musica. Il suo motto, tatuato sul braccio e impresso nei testi, è: “Caduto in un quadro di sogni sospinto. Coraggio è il colore con cui l’ho dipinto.”

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