Tra i più grandi e ammirati registi e sceneggiatori italiani, ricordiamo Sergio Leone. Nell’anniversario della sua morte, avvenuta il 30 aprile 1989, non possiamo non menzionare il re del genere spaghetti-western. Questo genere era anche conosciuto come western all’italiana, spaghetti western o Italo-western.
Proprio la regia di Sergio Leone ha contribuito, negli anni sessanta, ad una vera e propria rinascita di questo genere cinematografico.
Ricordiamo, ad esempio, la famosa “trilogia del dollaro”: Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo; ancora la “trilogia del tempo”: C’era una volta il West, Giù la testa e C’era una volta in America.
Come abbiamo appena detto, il successo arrivò negli anni sessanta. Fin da bambino Sergio Leone era appassionato di cinema, in particolar modo quello statunitense; recitò come comparsa in Ladri di biciclette di Vittorio De Sica.
Il genere peplum iniziò ad essere per lui una grande fonte d’interesse; si tratta di un sottogenere dei film storici che vedeva come protagonisti eroi in un’ambientazione antica, solitamente o greca o romana.
I primi lavori importanti, negli anni cinquanta, lo vedono in collaborazione con il padre e alcuni interventi in produzioni hollywoodiane.
Il 1961 è la volta di Il colosso di Rodi, ultima esperienza del genere peplum, il film risulta essere un vero capolavoro, soprattutto considerando il basso budget.
Dopo i successi delle due trilogie, nel 1989 fondò la Leone Film Group, la sua casa di produzione cinematografica. Prima della sua morte, avvenuta a 60 anni a causa di un attacco di cuore, il regista stava lavorando ad un film che doveva avere come tema principale l’Assedio di Leningrado e la Seconda guerra mondiale.
La carriera di Sergio Leone è stata costernata da successi come il David di Donatello nel 1972, il Nastro d’argento nel 1985 e altre due nomination per il Golden Globe e ancora per il David.