Anni dopo il rilascio di “Revival”, album che diede luce ad alcune delle hit più forti della sua carriera, Selena Gomez ritorna con “Rare”. Si tratta del terzo album da solista per la cantante e attrice ex stellina Disney, mentre del sesto se consideriamo anche la discografia dei Selena Gomez & The Scene, band che capitanava nei primi anni di carriera. Questo progetto esce dopo anni di singoli dal successo altalenante (a volte molto alto, a volte basso), ma alla luce di due brani che hanno ottenuto entrambi risultati imponenti, di cui uno l’ha addirittura portata per la prima volta alla vetta della Billboard Hot 100. Alla luce di ciò, quale sarà il livello dell’album? Scopriamolo insieme?
Recensione di Rare
Non essendo dotata di una voce particolarmente potente, anzi tutt’altro, a questo consegue che ci sono due tipologie di canzoni su cui non riesce proprio a rendere: le canzoni troppo lente, su cui non ha abbastanza potenza in cui incanalare le emozioni, e quelle molto ritmate, in cui per lo stesso motivo non ha la giusta energia per imporsi. Selena Gomez riesce quindi, di tanto in tanto, a creare brani che possono interessare con le vie di mezzo: brani abbastanza ritmati ma non troppo, insomma.
Ciò non toglie, in ogni caso, che la sua fama le permetta di lavorare con ottimi produttori, che in molti casi riescono a creare i brani giusti per una voce come la sua ed a creare un album con uno stile ben definito: in questo caso si tratta di musica pop dallo stile vintage, anticato, che rievoca una tradizione musicale passata. Una scelta felice, ma che produce brani di differente qualità: non convince ad esempio nella iper-ritmata “Look At Her Now” o in “Rare”, brano che prova a essere sexy non riuscendoci appieno, mentre riesce perfettamente nell’emozionante hit “Lose You To Love Me” o in “Dance Again”, canzone dalle intrigante ritmiche disco che riesce proprio dove la title track fallisce.
Come sempre, l’album di Selena Gomez è molto ben prodotto: le produzioni scorrono dunque senza problemi, ammaliano, intrigano. Il problema è che non sempre la voce è all’altezza di queste produzioni, e molto spesso la magia di basi veramente ben fatte si interrompe proprio quando inizia a cantare: a quel punto chiedersi come sarebbe andata in mano a ben altre voci è lecito. E non bisogna nemmeno scomodare una Leona Lewis o una Mariah Carey, perché già Meghan Trainor o Zendaya sarebbero riuscite a fare ben altro con canzoni di questa fattura. Questa domanda si ripete imperterrita per canzoni e canzoni, finché poi proprio sulla penultima traccia “Cut You Off” Selena non riesce a dare il meglio di sé come interprete e confezionare un brano davvero buono.
Tiriamo le somme
In definitiva, il mio giudizio su Selena Gomez rimane quello che è sempre stato: timbro carino, bellissima e con un nome famoso, ma le altre caratteristiche che in meritocrazia servirebbero per essere una cantante di successo non ci sono. Ogni tanto qualche canzone buona, anche ottima, la tira fuori e accade ciò anche in questo album, ma in generale il livello a mio avviso rimane basso. Sono poi di tutt’altro avviso circa le sue abilità su piccolo o grande schermo, lì Selena Gomez è davvero in grado di brillare come artista, ma nell’arte musicale ci sono molti altri nomi che potrebbero fare quello che fa lei molto meglio. Di seguito l’audio di “Rare”.
LEGGI ANCHE: La nuova linea di make up di Selena Gomez