Rupert Everett, attore tra i più iconici della sua generazione, ha ricevuto la Stella della Mole. È il premio che il Museo Nazionale del Cinema attribuisce a personalità che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo del cinema e non solo.
Le parole di Rupert Everett
“Adoro Torino, sono venuto tante volte, ho tre grandi amici torinesi, Enrico, Noemi e Laura. E poi qui avevo una storia d’amore negli anni 80, venivo dalla Francia per lui, è durata un anno“. Poi parlando di quanto la bellezza lo abbia aiutato nel suo lavoro ha detto: “Quanto devo alla mia bellezza? Direi moltissimo. Inglese, giovane con quei capelli. Oggi non mi piace guardarmi allo specchio, ero molto ossessionato dal mio viso da piccolo. Poi ho detto basta“.
Ballando con uno sconosciuto
Non gli è piaciuto lavorare con Mike Newell, regista di Ballando con uno sconosciuto. “Ha detto che non era facile lavorare con me, anzi che era impossibile. Triste perché subito dopo ha fatto Quattro matrimoni e un funerale e io avrei voluto esserci“.
Saverio Costanzo
“Mi dispiace non lavorare più nel cinema italiano. Mi sarebbe piaciuto avere una parte nel film Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, ma è stato scelto Willem Dafoe, avrei voluto io quel ruolo“.
La regia
Il Festival ha ospitato Everett nel 2018, quando aveva presentato “The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde”, la sua unica, fino a questo momento, prova da regista. “Mi piacerebbe tornare a dirigere – racconta –, sto cercando i finanziamenti ma non è facile. Il mio maggior rimorso è non averci pensato prima dei 50 anni. Avrei potuto fare molto di più“.