La Royal Albert Hall ha festeggiato da pochi giorni i 150 anni di vita. Il suo palco è stato calcato da importanti personaggi del mondo della musica di ogni genere. E’ stato, inoltre, luogo di incontri di eventi sportivi internazionali, di convegni di fantascienza e di raduni delle suffragette. Qui Alfred Hitchcock ambientò una scena della spy-story “The man who knew too much” del 1934 durante la quale si svolge una spettacolare battaglia di sedie, resa ancora più coinvolgente dall’uso dell’effetto Schüfftan.
Qual è l’aspetto architettonico che caratterizza la Royal Albert Hall?
L’edificazione del teatro fu voluta dal principe Alberto dopo l’Esposizione Universale di Londra del 1851. La morte prematura del principe non pose fine al progetto, che fu portato avanti dall’imprenditore Henry Cole ispirandosi alla struttura degli anfiteatri romani. Il 20 maggio del 1867 la regina Vittoria pose la prima pietra della Royal Albert Hall che, originariamente, era stata progettata per accogliere 30.000 spettatori. Per motivi economici il numero venne ridotto a 7.000 e , oggi, per questioni di sicurezza è stato fissato a 5.500.
La struttura, costruita con circa sei milioni di mattoni rossi e sormontato da un tetto a cupola di ferro e vetro, venne inaugurato dalla regina il 29 marzo 1871. La cupola causò subito fastidiosi fenomeni di riverbero che vennero superati con soluzioni temporanee. Nel 1949 la cupola originale fu sostituita con una di alluminio e di materiale fonoassorbente. Alla fine degli Anni Sessanta vennero installati dei dischi acustici sospesi al soffitto per eliminare l’effetto della rifrazione.
La Royal Albert Hall è un’ampia struttura che, per la sua caratteristica forma ad anfiteatro, permette di creare un ambiente coinvolgente e paradossalmente intimo.
Dagli Who ai Led Zeppelin
Innumerevoli cantanti e musicisti hanno suonato sul palco della Royal Abert Hall. Un luogo magico dove subito s’instaura un feeling diretto con il pubblico.
Così Roger Daltry degli Who ricorda la sua performance del 1969 al teatro londinese, la prima live completa. “C’è un mistero all’Albert Hall: è un edificio magnifico – afferma Daltry – e al suo interno accade qualcosa di speciale. C’è spazio per 6000 persone, ma è intimo come il tuo soggiorno”.
L’esibizione dei Muse alla Royal Albert Hall è stata nel 2008 ed è rimasta memorabile per l’attrazione fatale di Matt Bellamy per il grande e antico organo a canne del teatro. La canzone Megalomania è stata, infatti, cantata con l’accompagnamento di uno strumento musicale inedito, generando un’atmosfera incantata e atemporale.
Energia e gioia hanno caratterizzato i concerti dei Led Zeppelin, che più volte sono saliti sul palco dell’Albert Hall come protagonisti, facendo riverberare nel tempio della musica note inedite e forti.
Marin Alsop e Anoushka Shankar
Il debutto della direttrice d’orchestra statunitense in sala è stato nel 2003 con la Bournemouth Symphony. Da quella data si sono susseguiti altri concerti alla Royal Albert Hall ed ogni volta il pubblico ha dimostrato un ineguagliabile entusiasmo.
Anoushka Shankar è salita sul palco del teatro londinese varie volte tra cui la scorsa estate dopo il lungo lockdown. Un ritorno memorabile condiviso con i musicisti che hanno suonato con lei, facendo vibrare nuovamente di musica e di vita le pareti del grande anfiteatro.
Non solo musica
La Royal Albert Hall ha ospitato anche alcuni incontri sportivi internazionali tra cui quello che ha visto protagonista Nicola Adams nel settembre 2019. Sul palco, trasformato in un ring di combattimento, la campionessa britannica ha confermato il suo titolo mondiale. “E’ stata la prima volta che boxavo a Londra dalle Olimpiadi del 2012 – ha ricordato Nicola Adams – il rumore era incredibile, l’acustica, progettata per la musica, non assomigliava a niente che avessi sperimentato prima”.