Rough and Rowdy Ways | Recensione del nuovo album di Bob Dylan

Il suo primo album di canzoni originali dal 2012 è una raccolta con un senso di solitudine e malinconia, di quelle che ti prendono a tarda notte.

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Rough and Rowdy Ways bob dylan

Il Bob Dylan dell’album Rough and Rowdy Ways è per gli irriducibili. La sua voce è graffiante, non sempre si preoccupa di rintracciare una melodia. I suoi testi possono essere criptici o usa e getta quando non sono decisamente desolati. La sua musica è decisamente già sentita e non punta a ingraziarsi con nessuno.


Rough and Rowdy Ways: Bob Dylan svela la tracklist


Dopo 8 anni torna Bob Dylan

“Rough and Rowdy Ways” è il primo album di Dylan “Tempest” nel 2012, e canzone per canzone, rivaleggia con la cupa convinzione umoristica dei suoi album “Time Out of Mind” (1997) e “” Love and Theft ‘”(2001). Dopo “Tempest”, Dylan ha registrato raccolte di standard pop vintage, ma non ha cercato di emulare la concisione urbana di Irving Berlin o Hoagy Carmichael sul nuovo album. Invece, la musica è spesso radicata e senza limiti, mentre i versi dei testi si muovono attraverso prospettive sempre mutevoli.

bob dylan

Il titolo dell’album fa eco a “My Rough and Rowdy Ways”, una canzone degli anni ’20 del capostipite della musica country Jimmie Rodgers .Le nuove canzoni di Dylan sono, nel bene e nel male, una tormenta di allusioni: titoli di canzoni e musicisti, personaggi storici e personaggi di film, autori e cenni di citazioni.

Ma per coloro che sono rimasti fedeli a lui fino ad ora, il suo nuovo album, “Rough and Rowdy Ways”, è allo stesso tempo un riassunto e una provocazione”Oggi e domani e anche ieri / I fiori stanno morendo come tutte le cose”, canta all’inizio dell’album, in “I Contain Multitudes”.

A 79 anni, Dylan ha diritto a un posto d’onore nelle classifiche e le sue nuove canzoni si susseguono nella storia, nella biografia, nella teologia, nei miti e nelle minacce. “Tre miglia a nord del purgatorio – ad un passo dal grande oltre / ho pregato la croce e ho baciato le ragazze e ho attraversato il Rubicone”, dichiara, sopra un blues furtivo e barcollante, in “Crossing the Rubicon”.

“Rough and Rowdy Ways” spesso sembra tranquillamente cospiratorio. La band gira pazientemente tra vampiri lenti e furtivi o, in momenti più allegri, si lancia tra shuffle blues a 12 battute. La musica ha un senso di solitudine e riservatezza, di quelle che ti prendono tarda notte, dopo mezzanotte.

17 Minuti per raccontare la morte di J. F. K.

Nel 17 minuti di “Murder Most Foul”, Dylan presenta l’assassinio di John F. Kennedy nel 1963 come un trauma americano cruciale, il momento in cui “l’anima di una nazione è stata strappata via e sta iniziando a subire un lento decadimento.” La band suona in alcuni momenti note glaciali, sostenute e senza limiti, ancorate al basso ad arco di Tony Garnier, e Dylan intona un resoconto dell’omicidio intervallato da titoli di canzoni e film, senza mai dire se tutta la cultura che menziona sia una consolazione.

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