Il Festival di Venezia 2019 è ormai alle porte: l’evento si terrà a partire dal prossimo 28 agosto e continuerà fino al 7 settembre, il tutto nel segno del grande cinema internazionale; in questo periodo porteremo avanti una rubrica incentrata sulla giuria che si occuperà di valutare le varie opere cinematografiche che saranno presentate durante il festival. Oggi ci soffermiamo su Rodrigo Prieto, direttore della fotografia messicano che sta dietro numerosissimi fra i film di maggior succeso degli ultimi 20 anni. CLICCA QUI PER IL PRECEDENTE CAPITOLO DELLA RUBRICA.
Rodrigo Prieto nasce a Città del Messico nel 1965, tuttavia si trasferì molto presto in USA con tutta la sua famiglia: come disse Meryl Streep, del resto, sono molti gli immigrati che hanno fatto grande Hollywood. In USA Prieto frequenta l’università e diventa ingegnere, ma ben presto capirà che la sua principale passione è l’arte cinematografica: entrato nel giro dopo una buona gavetta, Rodrigo ottiene il suo primo ruolo dietro le quinte del thriller-horror “All Of Them Witches” nel 1996. Da quel momento in poi, l’artista non si è mai fermato: il secondo lavoro è arrivato nel medesimo anno, a di lì in poi ha continuato a lavorare sempre a più di un film all’anno, accrescendo la notorietà del suo nome nel settore.
Il grande salto di qualità arriva nel 2001, quando Rodrigo Prieto lavora dietro le quinte di uno dei più grandi successi dei primi anni 2000: “Original Sin”, con Angekina Jolie e Antonio Banderas. Seguiranno altri film più che notevoli, sia per quanto riguarda il successo ottenuto che la loro qualità: i crudi drammi “21 Grams” e “25 Hours”, il film con protagonista Eminem “8 Miles”, la biografia di Frida Khalo “Frida”, il film epico “Alexander”, il film di denuncia contro l’omofobia americana “Brokeback Mountains”. L’artista ha continuato a lavorare a film di enorme qualità e successo anche di recente, per quanto con minor frequenza. Ora sarà a Venezia per presentare la sua seconda collaborazione con Martin Scorsese, “The Irishman”.