Recensione: E’ Uscito l’Album Omonimo dei MANAUS

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Da oggi venerdì 4 ottobre 2024 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico “MANAUS” (Overdub Recordings), l’omonimo disco d’esordio della band.

“MANAUS” è L’Album d’Esordio della Band

Da oggi venerdì 4 ottobre 2024 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico “MANAUS” (Overdub Recordings), l’omonimo disco d’esordio della band. Quest’album rappresenta una nuova proposta musicale che si pone come obiettivo l’esplorazione di temi profondi e significativi.

Chi sono i Manaus?

Il progetto Manaus nasce nel 2018 dalle ceneri di VoodooPank. La band ha visto la fusione di diverse influenze musicali, grazie alla varietà del background dei suoi membri. Questa collisione di stili crea un’esperienza sonora unica che intriga e cattura l’attenzione dell’ascoltatore.

MANAUS Tracklist

1 – Pantera

2 – Calabi Yau

3 – Vertigo

4 – Andromeda

5 – Manaus

6 – Segasonic

7 – Pulsar

8 – Yukka

9 – Fatti JukeBox

10 – Borderlove.

Un viaggio tra le canzoni del disco d’esordio dei Manaus

I Manaus scelgono per il loro disco d’esordio anche il formato fisico, oltre che la diffusione attraverso le piattaforme streaming.

Il formato fisico va oltre la musica stessa, infatti rappresenta un’esperienza multisensoriale che coinvolge l’arte, la cultura e la memoria. Non va sottovalutato, anzi va valorizzato, l’aspetto della nostalgia e della storia che ha un disco fisico, che evoca ricordi e sentimenti legati a momenti specifici della vita, rendendo l’esperienza di ascolto ancora più personale. Come pure collezionare il disco come celebrazione della musica.

La sequenza dei dieci brani dell’album “Manaus” si distingue per la sua diversità stilistica e tematica, ognuno dei quali offre un’interpretazione unica delle tensioni e delle emozioni dell’esistenza umana. Un viaggio che non solo intrattiene, ma invita a una profonda introspezione e riflessione.

Track by track

Pantera

Un brano che trascina l’ascoltatore in un’ambientazione primordiale, richiamando visioni di antichi rituali in un contesto naturale. I riff lenti e cadenzati creano un’atmosfera quasi rituale, perfetta per evocare immagini di foreste amazzoniche e sacrifici sotto una luna opprimente.

Calabi Yau

Questo pezzo è un viaggio attraverso il pensiero e la coscienza, ispirato dalla complessità delle strutture matematiche e delle dimensioni parallele. La musica offre una sensazione di velocità e movimento, mentre il testo invita a riflettere sui ‘non luoghi’ dell’umanità, spingendo l’ascoltatore a esplorare la connessione tra le diverse realtà.

Vertigo

Con un’influenza letteraria forte, “Vertigo” è un’esplorazione introspettiva che affonda nel decadentismo. I toni oscuri della musica rispecchiano un profondo esame del sé, evocando immagini opprimenti che riflettono l’angoscia esistenziale.

Andromeda

Un brano potente e monolitico che affonda nel doom metal, dove il testo racconta una metafora di sacrificio e cattività. La dea e il Leviatano diventano simboli di una lotta contro un sistema oppressivo, sottolineando la perdita di libertà e l’illusione della scelta.

Manaus

Come intermezzo strumentale, “Manaus” oscilla tra tensione e dissonanza, creando un’atmosfera noise che riflette la complessità della vita moderna. La mancanza di risoluzione musicale accompagna l’ascoltatore in un viaggio di smarrimento, invitandolo a confrontarsi con l’ineffabilità della propria esistenza.

Segasonic

Un brano che incarna il senso di alienazione e oppressione che viene dai ritmi frenetici della vita quotidiana. “Segasonic” è un grido sommesso contro la mercificazione del tempo e delle emozioni, rappresentando la lotta interiore per riappropriarsi della propria libertà.

Pulsar

Questo pezzo ritorna su sonorità doom, utilizzando la metafora della stella morente per esplorare stati d’animo mistici. La musica diventa un veicolo per esprimere emozioni intense, fluttuando in un vuoto che rappresenta l’alienazione, facendo emergere un senso di mistero e introspezione.

Yukka

Un viaggio nella fragilità della speranza, “Yukka” dipinge un quadro di inquietudine e distacco. La nebbia mentale in cui ci si trova riflette uno stato d’animo grigio e indefinito, facendo vibrare le corde dell’anima con la sua malinconia.

Fatti JukeBox

Un inno all’emancipazione e alla ribellione contro il conformismo. Con un atteggiamento alt/punk, questo brano spinge a rompere le catene del consumismo, incoraggiando l’ascoltatore a esprimere il proprio dissenso e a rifiutare le norme sociali impostegli.

Borderlove

Infine, il closing track alterna arpeggi eterei a riff grunge rock pesanti, creando un contrasto dinamico che definisce il suono della band. “Borderlove” rappresenta una sintesi musicale delle emozioni vissute nell’album, lasciando l’ascoltatore con una riflessione profonda sulla complessità delle relazioni e dell’identità.

La magia del vinile come il formato fisico della musica che arricchisce l’esperienza di ascolto e la memoria

L’importanza del formato fisico della musica, descrive un disco non solo come un insieme di tracce audio, ma come un’esperienza multisensoriale e nostalgica. Ogni disco porta con sé una storia, legandosi ai ricordi e al contesto in cui è stato ascoltato, rafforzando l’emozione del legame con la musica.

Per quanto riguarda l’album “Manaus”, la sua varietà stilistica e tematica offre un ascolto complesso e invita all’introspezione, permettendo di esplorare emozioni e esperienze personali. L’album diventa così un viaggio interiore e culturale, rendendo evidente il valore dell’arte musicale nel nostro vissuto. Collezionare dischi è quindi un atto di celebrazione della musica e della sua capacità di unire e far riflettere.

“Manaus” tra emozioni e cultura musicale

PANTERA

La canzone “Pantera” evoca un’immagine ricca di simbolismo e riferimenti a tematiche profonde come la spiritualità, il sacrificio, e la dualità di vita e morte. La descrizione di un’ “oscura selva senza luna” suggerisce un’atmosfera di mistero e introspezione, mentre la “piramide” e il “serpente piumato” possiedono forti connotazioni culturali, richiamando alla mente l’iconografia delle antiche civiltà mesoamericane, come quella azteca.

L’immagine di “cuori offerti in sacrificio” accenna a riti antichi di devozione, dove la vita viene donata in cambio di protezione o benedizioni divine. La successiva comparsa della luna, descritta come una “pura estasi divina,” suggerisce un momento di rivelazione e bellezza, in cui il ciclo della vita si rivela in tutta la sua complessità.

Il passaggio da “morte vita luce e tenebre” rappresenta la continua oscillazione tra opposti, una danza cosmica che evidenzia come, in fondo, le forze contrapposte siano interconnesse. La citazione del “quinto solo” può richiamare l’idea di un quinto elemento, un risveglio o una nuova fase nell’esistenza umana e nell’universo.

Infine, il sangue che “scende piano in coppe dorate” è un’immagine che parla di celebrazione, fertilità e unione dei mondi, sia quello materiale che quello spirituale. Si celebra un viaggio tra oscurità e luce, invitando l’ascoltatore a riflettere sul ciclo eterno della vita e la sacralità del mondo.

VERTIGO

E’ una canzone che trasmette una profonda sensazione di introspezione e vulnerabilità. Le immagini evocative di un “mondo sottomarino” e di un “mare calmo” suggeriscono una ricca simbolica, in cui l’acqua rappresenta emozioni e pensieri che affiorano dalla profondità dell’essere.

Il riferimento all’acqua che “cade a gocce” suggerisce un flusso costante di pensieri e sentimenti. Mentre la luce che filtra attraverso le onde rappresenta momenti di chiarimento o consapevolezza. Tuttavia, questa luce è anche ingoiata dal mare, simbolizzando la difficoltà nel trovare pace o chiarezza in mezzo al tumulto delle emozioni.

L’immagine del “vecchio marinaio” e dell’albatro è particolarmente potente: l’albatro è spesso associato al peso del rimorso o del dolore, e qui rappresenta le fatiche e le responsabilità che diamo noi stessi. L’atto di “annegare respirando quest’aria” è una metafora del sentirsi sopraffatti, dove l’atto stesso di vivere diventa una sfida.

Inoltre, l’idea di “fragile malessere” enfatizza la vulnerabilità umana e la ricerca di un’uscita da questo stato di sofferenza. L’immagine dei coralli che abbelliscono “le pareti” suggerisce che anche nei luoghi più oscuri ci sono bellezze e segreti, riflettendo un messaggio di resilienza.

Riesce a catturare la complessità delle emozioni umane, oscillando tra la calma apparente e le tumultuose profondità interiori. La canzone invita a esplorare sia la bellezza sia il dolore che possono coesistere nelle esperienze di vita.

CALABY-YAU

La canzone “Calaby Yau” evoca un’immagine potente dell’universo, un luogo di mistero e vastità in cui il concetto di “spazio” diventa quasi un protagonista. Il ripetersi del tema di “spazio, vuoto, perso, buio e silenzio” suggerisce non solo l’immensità dell’universo, ma anche un senso di solitudine e introspezione. Le parole ci guidano attraverso una contemplazione del cosmo, dove gli elementi chimici come idrogeno ed elio sottolineano la natura primordiale dell’universo, mentre i “pianeti fantasma” evocano una realtà in parte sconosciuta.

L’immagine di “grandi portali per templi abbandonati” e “rovine ancestrali” evoca una memoria di civiltà perdute e segreti dimenticati. Qui, il tempo sembra fermarsi e si perde nell’infinito, alimentando la sensazione di un viaggio non solo attraverso lo spazio, ma anche attraverso la storia e la memoria umana.

L’idea di “curvare il tempo” e “seguire le curve della luce” suggerisce una connessione profonda tra i vari elementi dell’universo, una danza di forze e fenomeni che ci sfida a comprendere le leggi che governano il nostro esistere.

Il ritornello ripetitivo crea un senso di ciclicità e inevitabilità, quasi come se l’esperienza di esplorare lo spazio e il tempo fosse parte del nostro destino. La ripetizione di “vecchi millenni” e “perse nel tempo” ci ricorda che, mentre ci perdiamo nell’immensità dell’universo, ci troviamo anche a confrontarci con la nostra stessa esistenza e con le tracce che lasciamo dietro di noi.

Racconta le nostre origini e il nostro posto nell’universo, permettendo una riflessione sull’infinità dello spazio e sul significato della temporalità, capace di farci sentire sia insignificanti che profondamente connessi a qualcosa di molto più grande.

ANDROMEDA

La canzone “Andromeda” richiama forti immagini e sensazioni attraverso l’uso di metafore suggestive. Le catene, che rappresentano un fardello o una limitazione, sembrano strisciare dall’immensità del cielo fino all’asfalto. Si nota un contrasto tra l’ideale e la realtà, tra il sublime e il quotidiano. Le catene che “schiacciano” e “lasciano il loro segno” richiamano l’idea di come il peso del passato e delle esperienze possa influenzare il presente.

Ripetere “Andromeda” contribuisce a creare un effetto ipnotico e riflessivo, come se la figura mitologica di Andromeda non fosse solo un riferimento culturale, ma anche un simbolo di liberazione o di lotta contro le costrizioni. La scelta di questo nome può evocare temi di speranza e resilienza, suggerendo che, nonostante le catene che ci imprigionano, c’è sempre una possibilità di elevarsi verso le stelle.

E’ presente il tema della lotta tra liberazione e costrizione, tra aspirazioni e realtà, utilizzando immagini potenti e una ripetizione evocativa per trasmettere un messaggio profondo e significativo.

SEGASONIC

La canzone “SEGASONIC” sembra esprimere un forte senso di disorientamento e impotenza, riflettendo le difficoltà emotive e psicologiche che molti possono provare in momenti di crisi. I versi “occhi bendati in cerca di sole” e “bocche cucite senza parole” suggeriscono una lotta per trovare luce e comunicazione in un mondo che sembra opprimente e silenzioso.

Il ripetersi di frasi come “è tutto molto normale” può sembrare una sorta di giustificazione o di accettazione dell’inevitabile sofferenza, suggerendo che, nonostante la frustrazione e la confusione, c’è una certa normalità nell’esperienza umana di sentire la rabbia e lo smarrimento. La richiesta di “spazio vitale” e l’istinto “animale” evidenziano un desiderio fondamentale di libertà e autenticità, come se l’artista stesse lottando per affermare la propria esistenza in un contesto che spesso sembra soffocante.

La “dissolvenza” e il “vuoto mentale, surreale” ripetuti nel ritornello contribuiscono a creare un’atmosfera di alterazione della realtà, dando l’idea di un viaggio interiore profondo e complesso, in cui si cerca di trovare un senso anche in mezzo al caos. E’ un brano che riflette sulle emozioni umane, le aspettative e le delusioni che accompagnano la ricerca di significato e connessione in una società che può sembrare distante e inaccessibile.

PULSAR

La canzone “Pulsar” evoca immagini di una realtà oscura e avvolgente, utilizzando metafore cosmiche per descrivere stati d’animo complessi. La frase “Ombre fluttuanti nel vuoto perso” introduce immediatamente un senso di smarrimento e vulnerabilità, come se ci si trovasse in un ambiente senza riferimenti, in balia di forze più grandi di noi.

Il “vortice gravitazionale” rappresenta una metafora potente del peso delle emozioni e delle esperienze che attraggono verso il basso, mentre la luce inghiottita simboleggia la perdita di speranza o chiarezza.

I colori che “sbiadiscono” in un “grigio profondo” suggeriscono una gradualità nel perdere la vitalità, come se la vita stesse diventando meno intensa e più monotona. Questo grigio assorbe una complessità d’emozioni e lascia un senso di profonda introspezione.

Il concetto di “Pulsar” alla fine può essere visto come un richiamo a cercare una fonte di luce e vita in quel grigio, riflettendo la tensione tra l’oscurità e la ricerca di significato. La canzone, quindi, non è solo un’esplorazione della solitudine e della vulnerabilità, ma invita anche a riflettere su come, in mezzo al caos, ci siano sempre momenti di brillantezza e scoperte.

YUKKA

“YUKKA” si presenta come un brano che esplora temi di fragilità, malinconia e introspezione. La descrizione iniziale degli “occhi verdi o grigi” suggerisce un’incertezza emotiva, un momento di vulnerabilità. L’immagine di “lasciarsi cadere come cenere” evoca una sensazione di perdita e di disillusione, come se il narratore stesse sperimentando una dissoluzione interiore.

Il riferimento al “buio intorno” con l’aggiunta di “bei pensieri, vuoti a perdere” riflette una lotta tra la bellezza dei pensieri e la loro mancanza di sostanza: un contrasto tra l’ideale e la realtà. Questo forse ci parla di aspirazioni o sogni che si sono infranti nell’apatia della vita quotidiana.

Il dialogo con l’interlocutore che chiede “come stai?” mette in luce un senso di solitudine profonda, accentuato dalla risposta del narratore, che ammette di sentirsi “spento”. Questo suggerisce una disconnessione non solo da sé stesso, ma anche dalle relazioni con gli altri, immerso in una “noia mortale” che sembra permeare la sua esistenza.

La scelta di parole che evocano colori, sensazioni fisiche e stati d’animo rende il testo molto evocativo. Dunque, diventa una riflessione sulla condizione umana, sulla fragilità dell’essere e sull’isolamento che può derivare dalle esperienze di vita. La poesia riesce a comunicare un profondo senso di sfiducia in un futuro luminoso e una ricerca di significato in un contesto che sembra avvolto in un velo di grigiore.

FATTI YUKEBOX

“FATTI YUKEBOX” si presenta come un brano carico di energia e ribellione, utilizzando immagini vivide e simboliche per esprimere il disagio e la frustrazione della vita quotidiana. La ripetizione di “giorni vuoti e dinamite” suggerisce un contrasto tra monotonia e esplosività, un dualismo che rappresenta sia il vuoto esistenziale che il desiderio dirompente di cambiamento.

Le frasi “tracceremo il surreale” e “preti e politica” indicano una critica alla realtà, invitando a guardare oltre le convenzioni sociali, come se l’autore stesse esortando l’ascoltatore a liberarsi da vincoli e giudizi. La richiesta di “fatti yukebox” sembra una sorta di invito ad esprimere la propria individualità e a vivere la vita in modo autentico, senza compromessi.

L’alternanza tra toni provocatori e momenti di introspezione crea un’atmosfera di liberazione. L’uso di espressioni colloquiali e dirette, come “fatti i cazzi tuoi,” rende il messaggio immediato e riconoscibile, mentre il riferimento a “spine” e “caduta libera” rassicura che la vita, per quanto difficile, può portare a esperienze trasformative.

Rappresenta un inno all’autenticità e alla libertà, invitando a rompere le catene della routine e a vivere con passione, affrontando le sfide con un atteggiamento audace e spavaldo.

Conclusione

Da ciò comprendiamo che i testi sono intimi e introspettivi, mentre la musica combina riff potenti e atmosfere sognanti, creando una dimensione emotiva complessa. Il progetto grafico completa l’esperienza, utilizzando toni scuri e simboli per riflettere i temi dell’album.

L’album “MANAUS” si presenta come un importante manifesto artistico e sociale, affrontando tematiche attuali in maniera profonda e intima. La scelta di realizzare un concept album permette alla band di esplorare il tema dell’alienazione in modo coerente e articolato, invitando gli ascoltatori a riflettere su una realtà che spesso trascura il benessere interiore in favore del consumismo.

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https://spettacolo.periodicodaily.com/manaus-scopri-lalbum-desordio-disponibile-dal-4-ottobre/

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