Prey: un film girl power

0
2203

Prey è un prequel del film Predator del 1987, capostipite di una prolifica serie cinematografica piena di alti e bassi. Questo Prey, uscito sulla piattaforma streaming Disney+, si può definire il migliore della serie dopo l’originale con Arnold Schwarzenegger. Nonostante non presenti chissà che variazione al tema, anzi in molti lo ritengono una copia del primo, Prey risulta un film solido, incalzante ed immersivo. Un prodotto semplice, che azzecca ogni scelta, in primis l’ambientazione, che risulta particolarmente piacevole. È una pellicola che parte dall’idea del film padre, attualizzandola, scegliendo come protagonista al posto dell’eroe tutto muscoli una giovane donna. Una svolta girl power che si adegua alla tendenza contemporanea di rappresentare donne d’azione forti ed emancipate.

Prey è un film sull’emancipazione femminile

Prey è un film con Predator che si adegua ai tempi moderni. L’originale del 1987 era una pellicola che mostrava un gruppo di soldati che incarnavano l’idea di machismo maschilista. Uomini muscolosi e tutti di un pezzo, dei quali Schwarzenegger si faceva simbolo incontrastato. Il protagonista era un uomo estremamente virile, che mostrava tutta la sua forza in un duello all’ultimo sangue con l’alieno cacciatore. Prey propone un idea simile. É sempre un duello, una battuta di caccia dove il cacciatore e la preda si inseguono e poi invertono i ruoli. Ma in questo caso si segue la tendenza contemporanea. L’eroe diventa eroina. Il macho diventa donna emancipata. Non più damsel in distress, ma cacciatrice. Naru , la nostra nuova eroina , è una donna ambiziosa, determinata, conscia delle sue potenzialità e piena di self confidence che vuole dimostrare a se e alla tribù di essere forte ed indipendente. E come “rito di passaggio” si troverà a fronteggiare l’alieno Predator, che nel passato cinematografico se l’era vista contro Schwarzenegger. Questo è quindi l’opposto di Predator, è un film che rappresenta appieno l’idea di girl power.

Una tendenza transmediale

Prey non è un film isolato. Anzi non è un caso che si limita alla settima arte. Negli ultimi anni il panorama mediale si è riempito di donne emancipate e capaci di prendere a calci i cattivi con le proprie forze. Una tendenza che da Lucy Lawless in avanti si è allargata, presentando un nuovo Pantheon di eroine che nulla hanno da invidiare alle controparti maschili. Ed ecco che da Xena si passa a Buffy l’ammazzavampiri e a Sidney Bristol di Alias ( Jennifer Garner). Nei Videogame vediamo oggi eroine come Aloy di Horizon ( noto gioco playstation) o Ellie di The last of Us. Nel cinema di super eroi sempre più spazio viene dato alle eroine, da Captain Marvel a Wonder Woman a She Hulk. Nel panorama horror negli anni si distinguono Ripley (Sigouney Weaver) di Alien o Laurie Strode di Halloween (Jaimie Lee Cutis). Nei primi duemila abbiamo visto Milla Jovovich e Kate Beckinsale, in Underworld e Resident Evil. Tutte eroine che rappresentano l’idea dell’emancipazione. L’azione non è cosa riservata agli uomini. Anche le donne sanno “spaccare i culi” e lo sanno fare bene. Nel film Prey , Naru è quindi l’ultima di una nutrita lista di modelli di donna forte che si sta via via diffondendo, seguendo l’ondata emancipante nata dal movimento Me Too.

Prey è un buon film, un degno successore di Predator

Ma ora parliamo di Prey in quanto film. Questo ultimo tassello nella saga di Predator, tirando le somme è una buona pellicola. Riprende ciò che abbiamo già visto nell’originale, non inventando o presentando nulla di originale. Si limita a cambiare setting (le grandi Pianure abitate dalla tribù dei Comanche) e l’eroe ( che diventa eroina). La struttura è analoga. C’è l’alieno predatore che colleziona trofei, e che fa fuori a uno ad uno i componenti della tribù ( come nell’originale fece con i soldati). Poi alla fine i ruoli si ribaltano e la preda diventa predatore. Naru si ingegna e, carica di coraggio ed intraprendenza, usa il suo intelletto per sconfiggere il temibile avversario. In tutto questo Prey, pur partendo da un’ idea riciclata e poco nuova, riesce ad essere un film avvincente, ben diretto e sempre incalzante. Ha un buon ritmo dall’inizio alla fine, belle scene d’azione e combattimenti che danno soddisfazione. Nulla si poteva chiedere di più. Prey diventa un degno successore dell’originale, un film estremamente godibile e divertente. Una pellicola che aggiunge nell’immaginario contemporaneo una nuova eroina, Naru che ,con il suo Tomawack attaccato ad una corda, è pronta per la caccia.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here