Si intende fare arte, ma il troppo stroppia ovunque. A pagarne le spese, è il cantante Adam “Nergal” Darski che, è accusato di blasfemia dalla Polonia. Sembra infatti, che nelle sue esibizioni, inneggi al satanismo e all’esoterismo.
Quali accuse ai danni di Adam “Nergal” Darski?
Il tribunale di Varsavia ha multato Adam “Nergal” Darski. L’artista è già uscito indenne da tre processi per aver inneggiato contro simboli sacri. Ha attuato una raccolta fondi per la difesa della propria causa e dell’espressione dell’arte. Ad avvalorare la causa, pare che attui strani comportamenti a favore del demonio, con simboli esoterici e disprezzo contro la Chiesa Cattolica. Forse per il cantante chitarrista, questo, è un metodo per andare contro corrente. Ma non credo che strappare una bibbia sul palco sia comunicare un qualcosa all’umanità, se non altro che un mucchio di carta sprecata. Senza contare poi, che ogni disco attuato ha sottofondi infernali, musiche estremamente occulte e costumi che impressionano molto il pubblico. Ma fin qui, nulla da dire. È spettacolo ed esso deve rimanere. Ma il ricondurre tali gesti ad un pubblico facilmente plasmabile, rischia di far passare un messaggio errato.
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L’emulazione come simbolo di aggregazione
D’accordo che l’arte è arte. Va pur bene che puoi anche vestirti da zombie e salire a fare lo spettacolo. Ma ledere gli ideali di qualcuno seppur non d’accordo, è netta mancanza di rispetto. Calpestare l’immagine della madonna, sebbene possa anche non essere cristiano, non da un messaggio di rivoluzione, ma di non accettazione verso un nostro simile. Che ben venga allora la multa. Al di là della faccenda musicale, dei suoni lugubri o della mimica espressiva da film horror. Contando che poi, fra quel pubblico pagante, ci potrebbero essere orde di ragazzini che traducono l’aggregazione del concerto come emulazione della vita. Non discernendo lo spettacolo dalla realtà.