Pinocchio – Recensione del nuovo film di Matteo Garrone

Recensione del Pinocchio di Matteo Garrone, trasposizione elegante e vissuta che fa tesoro sia della grande opera di Collodi che delle odierne tecnologie...

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Il cinema italiano ha una vera punta di diamante con cui cavalcare l’afflusso di persone nelle sale a fine dicembre. Si tratta chiaramente di “Pinocchio” nella sua ennesima versione, quella diretta dal bravissimo Matteo Garrone, un film che ha la fortuna di uscire in un periodo in cui i progressi della computer grafica permettono di rendere sullo schermo tante cose che un tempo potevano risultare “realistiche” solo in un cartone. Il cast include sia grandi star (Roberto Benigni, Gigi Proietti, Rocco Papaleo) che volti poco noti (il piccolo Federico Ielapi, Maria Pia Timo, altri). Nel film sono presenti anche molti personaggi con fattezze di veri e propri animali, tutti doppiati da attori professionisti.

Non ci dilungheremo nel parlare di una trama che tutti, chi più chi meno, già conosciamo: basti sapere che il modello di riferimento di Garrone è direttamente Collodi, non la Disney, e questo permette di recuperare determinate caratterizzazioni e tutti i messaggi dell’opera originale. Questo è possibile anche grazie ad una scelta meravigliosa degli attori: tutti interpreti bravissimi, scelti in maniera adeguata ai vari personaggi e capaci quindi di dare spessore ed emozione alle varie figure. In questo senso è particolarmente emozionante vedere Benigni nei panni di Geppetto, ben memori del film in cui interpretava lo stesso Pinocchio e curava la regia, ma oggettivamente tutti gli interpreti hanno dato esecuzioni molto intense.

Pinocchio: un viaggio fra ambientazioni antiche e computer grafica in cui non si perdono messaggi ed emozioni

Come anticipato, il Pinocchio di Garrone gode di tutte le moderne tecnologie nel rendere perfettamente cose come gli animali parlanti, gli esseri mezzi animali mezzi umani, l’enorme balena, i burattini vivi e tutto il resto, ma la sua immensa bellezza grafica non è assolutamente l’unico elemento da prendere in considerazione. Garrone si è infatti impegnato anche per ricostruire fedelmente quella che poteva essere l’ambientazione in cui viveva Collodi, quella in cui l’autore immaginava che si svolgessero le scene da lui narrate. L’elemento moderno e quello antico non si scontrano, ma si compenetrano e riescono a garantire un’intrattenimento a tutto tondo che va unisce il piano emotivo a quello meramente tecnico.

La sceneggiatura, inoltre, gestisce personaggi e vicende in maniera dar arrivare chiari e tondi quelli che erano i messaggi di Collodi su tutti i punti di vista: da persona all’avanguardia qual era, Collodi ammetteva che il sistema scolastico dell’Ottocento non fosse il massimo dal punto di vista didattico, ma nel contempo crea ottime metafore per far capire ai bambini quanto fosse importante l’istruzione; allo stesso tempo, l’autore voleva far capire quanto fosse importante ascoltare i consigli di persone fortemente fidate, ma spiegava anche quanto poche fossero le persone davvero disposte a dare aiuto disinteressato. Tutto ciò viene trasposto con grande attenzione da Garrone, la cui arte è messa completamente a disposizione di una storia antica ma che ha ancora molto da dire a noi tutti.

Una trasposizione davvero ben fatta

Certo, il ritmo a tratti può essere considerato molto lento, ma se si entra nel mood giusto questo aiuta anche a creare un’atmosfera potente ed emozionante: sono veramente pochissimi i momenti in cui lo spettatore ben disposto ha davvero la possibilità di annoiarsi. Allo stesso modo, la scelta di non modificare nulla nella trama originale è più che mai felice: proprio quest’anno con “Pet Semetary”, ad esempio, abbiamo toccato con mano quanto orrore possano fare storpiature e cambiamenti in film estrapolati da libri, per cui molto meglio conservare una storia nota ma oggettivamente bella che cambiarla e perdere nel frattempo i messaggi più importanti dell’opera stessa.

Di seguito il trailer di “Pinocchio”, nella speranza che tutti gli indecisi scelgano alla fine di andare a vedere al cinema un film che merita assolutamente la visione sul grande schermo.

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