Pausa pranzo mortale: recensione del film di Paul Dood

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Pausa pranzo mortale
Pausa pranzo mortale

Pausa pranzo mortale, co-scritto e diretto da Nick Gillespie. Con Tom Meeten, Katherine Parkinson, Kris Marshall, Alice Lowe, Mandeep Dhillon, Johnny Vegas, Steve Oram, Craig Parkinson, Kevin Bishop e Pippa Haywood.

Di cosa parla Pausa pranzo mortale?

Un disgraziato impiegato di un negozio di beneficenza è pronto a vincere il grande talent show nazionale. Ma quando le azioni di cinque persone egoiste gli fanno perdere la sua audizione, si propone di cercare vendetta mortale. È una pausa pranzo, cinque omicidi spettacolari.

Il film

Il nuovo film del direttore della fotografia diventato regista Nick Gillespie (Tank 432) potrebbe essere descritto come il figlio illegittimo di Falling Down, Tucker & Dale vs Evil e Spree dello scorso anno, se decisamente meno riuscito e divertente di uno qualsiasi di questi tre.

Recensione

Il personaggio del titolo (Tom Meeten) è un aspirante cantante-ballerino che vive ancora a casa con la sua cara e malata madre Julie (June Watson). Il giorno della sua audizione per un talent show nazionale, incontra cinque persone separate che lo fanno mancare all’appuntamento, cinque persone che lo hanno spinto troppo oltre.

La vendetta

E così, Paul decide di contrattaccare, lanciando una furia omicida di vendetta contro i suoi cinque trasgressori durante la sua pausa pranzo, che pur non andando esattamente come previsto, lo trasforma comunque in una superstar virale, il tutto mentre la polizia si avvicina al suo posizione.

l’improvvisazione

C’è un po ‘di scioltezza nel film di Gillespie che probabilmente sarà pura gioia per il pubblico; da un lato la sensazione pesante di improvvisazione ha il suo fascino – simile a registi studenti che mettono insieme le loro scarse risorse – ma non la commedia, la violenza e la satira sono abbastanza potenti da coprire tutta l’aria morta.

Le scene di morte

Dopo un primo atto pieno di risate ampie e poco frequenti, il tono si sposta su qualcosa di più oscuro, anche se anche allora le varie scene di morte – che, sulla scia di Tucker & Dale vs Evil, sono per lo più accidentali – suonano in modo abbastanza morbido. Tranne per una sequenza ululante e nauseante che coinvolge un rullo compressore, cioè.

Un’opera claudicante

Tematicamente si tratta di una semplice eliminazione della fama e di ciò che significa nell’era dei social media; YouTube è sostituito da un equivalente fittizio chiamato “TrendLadder”, con Paul che cerca disperatamente di rafforzare il suo rango con ogni mezzo necessario. Anche se il lampo della nostra attenzione sempre più ridotta si estende e la crescente opacità delle notizie online colpisce più o meno nel segno, la linea satirica è estremamente diretta. Con così tanti altri film che hanno affrontato questi argomenti con maggiore entusiasmo, questa ripresa finisce per sembrare un po claudicante.

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