Interview, Firenze, 3 agosto 2019
Edoardo Ferragamo: musicista, compositore, cantante e produttore, diremmo un artista a tutto tondo che vive a New York e che ha appena concluso qui, a Firenze, il suo Tour europeo.
Edo, nipote di Salvatore Ferragamo, fondatore della celebre Maison, cresce circondato dalla bellezza: estro creativo e sapienza manifatturiera in un binomio di stile inconfondibile che hanno fatto della griffe un simbolo del Made in Italy nel mondo.
Un’ispirazione certa anche per chi, come Edo Ferragamo, fin da giovanissimo sceglie un futuro “altro” da quello della moda.
Conversando con Edo, cercheremo di svelare le keyword che segnano il suo percorso musicale e magari scoprire anche qualcosa in più, a livello personale di un musicista “nuovo”, ma con un background forte a livello esperienziale ed una visione artistica insieme, nitida, ed in costante evoluzione, aperta alle contaminazioni.
Parlaci della tua passione per la musica, di come è iniziato tutto…
Avevo 12 anni quando ho visto un film, School of Rock, che mi ha letteralmente folgorato!
School of Rock (2003), con il performer Jack Black? Forse quella scena in cui lui, come nuovo insegnante di musica, fa provare gli strumenti ai ragazzi e attacca con una Gibson, Smoke on the Water dei Deep Purple?
Esatto, mi sono innamorato così del suono della chitarra elettrica, sono andato di corsa in cantina a cercare la chitarra classica di mia mamma e ho iniziato subito a “giocarci”. Devo dire che poi non me ne sono più staccato!
Ho chiesto ai miei di poter prendere lezioni di chitarra e fin da subito, devo dire, hanno assecondato la mia passione. Già verso i quindici anni ho capito che la musica avrebbe avuto una parte fondamentale nella mia vita…
Edo, ci racconti dei tuoi primi live?
Al liceo, a Firenze, ho fondato una band, i Legshakers: son stati anni divertentissimi, suonavamo nei locali fiorentini, è capitato anche all’Alcatraz di Milano e all’estero, a Sofia [n.d.r.].
Dopo il liceo, hai deciso di trasferirti negli States: a Boston, sulle orme di tuo nonno Salvatore. Perchè hai scelto quella città?
A Boston, perchè sede del Berklee College of Music, una delle università americane piu prestigiose per studiare musica. Una volta capito che questa era la mia strada, ho “sperato”che i miei comprendessero quanto ero disposto a lavorare sodo per inseguire il mio sogno e che, fare l’audizione ed esser stato preso a Berklee, mi avrebbe consentito di crescere moltissimo come artista e di fare esperienze insostituibili.
Quale è la tua musica di riferimento?
In Italia con la mia band del liceo suonavo musica rock. Al College, ho spaziato, ampliato le mie conoscenze ad altri generi musicali e ho sperimentato musica pop, funk, fusion e hip hop con il mio gruppo di quel periodo, The Fresh Mob. Dopodiché mi sono appassionato alla musica elettronica. Per concludere, la mia musica la chiamo Pop!
E il canto? Da quanto tempo hai iniziato?
Ho sempre avuto delle band, la mia carriera da solista è iniziata circa due anni fa. Ho iniziato a cantare per finalizzare le canzoni, per realizzare in toto il mio progetto musicale.
A proposito di “canto”, nel 2013 hai seguito in tour mondiale una delle voci più straordinarie della lirica internazionale, Andrea Bocelli. Puoi dirci qualcosa di questa esperienza?
Ammiro moltissimo come artisti, sia Andrea Bocelli che il figlio Matteo. Si è creata tra noi una splendida amicizia, con la Fondazione fanno un lavoro grandioso. Sono veramente persone straordinarie!
L’idea di un binomio lirica-rock, ti attrae? Magari uno show sul genere dello storico Pavarotti and Friends?
Sì, ho un piccolo progetto in tal senso, che però, adesso, non posso svelare…
Il tuo sound è un mix esplosivo di energia rock e atmosfere raffinate, assolutamente “contemporaneo” nella contaminazione di generi musicali diversi: qual è la tua idea di show?
In concerto, mi piace creare una dinamica che mixi momenti di grande energia, a momenti piu intimisti in cui mi metto a nudo: siamo solo io e il suono della mia chitarra acustica. Ci sono poi i featuring con artisti con cui creo sinergie on stage e anche fuori dal palco.
E la musica elettronica in Live?
Naturalmente, serve per poter realizzare sonorità molto variegate che altrimenti richiederebbero produzioni complesse con almeno dieci, dodici elementi sul palco.
Sei reduce dall’ultima tappa del tour europeo, qui a Firenze, nella Manifattura Tabacchi, location storica e insieme molto viva per la presenza di stores particolari e localini. Una performance fantastica! Ne parliamo?
Ha aperto il live Wolfcolony, artista londinese dalle sonorità anni ’80. Poi la mia performance assieme a Cayenne Noluck, il rapper newyorkese, con cui abbiamo anche scritto dei pezzi. Ci siamo conosciuti casualmente, è il nipote del mio maestro di canto a New York, c’è stata subito sintonia, abbiamo iniziato a scrivere canzoni, ne abbiamo fatte tante!
Il rap è la sottolineatura dei nostri tempi, è un gusto contemporaneo, rende piu forte la melodia. Sei d’accordo?
Si, anche se nel mio disco, in prossima uscita a settembre ci sono un paio di pezzi con featuring hip hop. In fondo gli stili possono variare, attengono al gusto. Per me è importante la canzone nella sua costruzione melodica e del testo. Se una canzone è “forte”, resta, va oltre la moda del momento.
E per dirla con i Led Zeppelin: “The Song Remains the Same…”
A proposito di canzoni, magnifica Common People!
Com’è nata e qual’è il suo significato piu profondo?
La scrittura è a quattro mani, con Cayenne Noluck.
Ci tengo molto, il testo ha un significato universale. Common People è da intendersi non come gente comune, ma nel senso che siamo tutti “umani”. Non contano dunque le differenze sociali, razziali, di religione; in un epoca di profonde divisioni come la nostra, è importante dare questo messaggio. Il termine family che ricorre, è proprio usato nel senso, significato piu ampio di “famiglia umana”.
No better time for the family, vale a dire: il momento è sempre buono per fare del bene alla “famiglia”.
Edo, quali sono i tuoi piani immediati, qualche Live all’orizzonte?
Si, ma non nell’immediato, qualche giorno di relax e poi mi dedicherò completamente all’album che uscirà a settembre, prodotto assieme a Roberto Baldi e Mike Gazzo. Sarà composto da nove canzoni, il video acustico di Common People, un’altro video musicale, un video live e senz’altro un paio di collaborazioni “importanti”.
Sarà distribuito in digitale sui canali principali: Spotify, Itunes, Deezer…
Poi in autunno-inverno, conto di organizzare un tour in America.
Bene, Edo, a presto, anche noi non vediamo l’ora di ascoltare il tuo album e magari di vederti in tour qui in Italia!
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Bell’articolo! Non sapevo che i Ferragamo annoverassero tra le fila anche un giovane cantante veramente bravo! Grazie a Sabrina Lucarelli per averlo svelato…
Musicista interessante Edo Ferragamo, peccato che in Italia si conosca poco!
Oltre a essere un bel ragazzo è anche bravo!