La pandemia di Coronavirus ha colpito anche il mondo della musica, che racconta l’esperienza con album e tracce molto diverse tra di loro. Racconti di solitudine, di speranza, ma anche momenti divertenti.
Com’è la pandemia in musica?
Era il 9 marzo dello scorso anno quando venne annunciato il lockdown nazionale in tutta Italia per contenere la diffusione del Coronavirus. È ormai più di un anno che la pandemia ha colpito tutto il mondo, e ancora adesso se ne sentono gli effetti nel quotidiano e nella politica. Naturalmente anche le celebrità sono state colpite dall’epidemia, anche se danneggiate in misura minore. Molte di esse, obbedendo. Con poche eccezioni – come i Five Finger Death Punch, rei di aver pubblicato un vergognoso video musicale anti-mask – anche i cantanti più famosi del mondo hanno obbedito alle misure di sicurezza.
Con conseguenze come isolamento dentro casa, allontanamento dalle persone care, impossibilità di esibirsi e portare avanti grandi tour. Alcuni di essi, come l’inglese Sam Smith, hanno addirittura contratto la malattia per un breve periodo. Ed è così che i sentimenti spesso soffocanti del vivere in una pandemia si traducono spesso in nuova musica.
Tra gli album che raccontano la pandemia, il più famoso è senza dubbio What I’m Feeling Now di Charli XCX. La regina dell’hyperpop si presenta in biancheria dimessa, gettata a letto con fare indifferente. Una ragazza qualunque in una situazione affatto ordinaria: ed è con questo punto di vista che la cantante si racconta. L’album è prodotto e composto quasi interamente da lei stessa con mezzi casalinghi. Prima della realizzazione dell’album, Charli si è connessa con un gruppo dei suoi Angels su Zoom e hanno discusso assieme della realizzazione dell’album.
Lo youtuber Todrick Hall sceglie un approccio comico per Quarantine Queen. Termini caratteristici della pandemia come il disinfettante, le mascherine e il lavaggio delle mani vengono ripresi in una musica dance, quasi demenziale. Molte delle canzoni rappresentano parodie di canzoni preesistenti reinterpretate in chiave queer e demenziale. Mask, Gloves, Soap, Scrub è una parodia di Nails, Hair, Hips, Heels, traccia precedentemente realizzata da Hall stesso, mentre Mas(k)ot riprende Bootylicious delle Destiny’s Child. Immagini come le mascherine e il disinfettante per le mani vengono reinterpretate in modo leggero e spesso “piccante” con ritornelli orecchiabili.
Il titolo dell’album di Lady Leshurr, Quaranqueen, è molto simile, ma il tono è ben diverso. La sottovalutata femcee tratta tematiche molto dure, schietta e onesta. Era da molto lontana dallo studio a causa della morte della sorella, tragedia che l’aveva fatta cadere in una profonda depressione. Ora che ha la possibilità di raccontare la sé stessa della pandemia, usa la musica per sfogarsi e scaricare la tensione accumulata nei mesi precedenti. Non un ascolto facile, ma una valida messa in mostra di un talento spesso passato in sordina.
Qualche traccia singola
Non mancano poi le canzoni che non raccontano direttamente la pandemia, ma che esprimono in musica un sentimento di solitudine e desiderio di contatto. Julia Michaels duetta con l’esordiente JP Saxe in If The World Was Ending, un incontro nostalgico tra due ex. I due si immaginano nel mezzo di un apocalisse, desiderosi di ritrovarsi nonostante la distanza fisica ed emotiva. La neozelandese BENEE ottiene invece il plauso della critica con Supalonely. In fondo cosa c’è di più solitario di una pandemia mondiale? L’autoironia deprecante della ragazza piace, e basta a elevare un fenomeno passeggero di TikTok a popstar fatta e finita.
Ma la canzone più rappresentativa del lockdown, perché scritta e composta apposta per il fenomeno, è Stuck With You di Ariana Grande e Justin Bieber. Una vera e propria ballata d’amore, dove la pandemia fa da sfondo a una musica delicata, melodica. Le strade sono vuote, due ragazzi sono bloccati assieme dentro casa: ottima occasione per riscoprire la fiamma ormai sopita. La traccia, realizzata per beneficenza, è un successo discreto in classifica e arriva all’ottantesimo posto a fine anno. Non mancano però le critiche, che accusano i due artisti di classismo. Non molti hanno infatti gradito il sentimento per cui una pandemia mondiale, in cui migliaia di persone hanno perso il lavoro o si sono trovate intrappolate in situazioni familiari tossiche, rappresenta una possibilità per innamorarsi di nuovo e rilassarsi come si fosse in vacanza.
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Di recente anche i Pale Waves hanno rilasciato un album influenzato dalla pandemia. Scoprite qui la nostra recensione di Who Am I?