Il finale della quarta stagione di Outlander è stato trasmesso il 27 gennaio in America. Dopo una lunga attesa le aspettative erano alte, ma nel complesso gli episodi sono risultati abbastanza piatti e meno movimentati dei precedenti.
L’ambientazione è l’America con un alternarsi di scene provenienti dal passato, cioè gli ultimi decenni del Settecento, e del “presente”, che corrisponde agli anni ’70 del Novecento. A differenza delle stagioni precedenti, la componente storica, antropologica ed economica è analizzata solo in superficie. Pochi cenni, quindi, alla situazione degli schiavi, allo scontro con i nativi americani e alle ribellioni interne causate dall’aumento delle tasse. Outlander è famosa per essere molto utile dal punto di vista dell’insegnamento della storia, ma quello su cui fa principalmente leva sono le passioni e le vicende dei suoi protagonisti.
Nella quarta stagione mancano completamente i colpi di scena e gli episodi tendono ad essere abbastanza noiosi. La trama inizia ad ingranare solo verso la fine, ma non è comunque quello a cui ci avevano abitutato. Seguiamo le vicende che riguardano l’insediamento dei coloni scozzesi in North Carolina, le ostilità da parte delle tribù indiane che abitano quelle terre da molti anni prima della scoperta del “Nuovo Mondo” e la volontà dei protagonisti di trovare un compromesso per vivere in pace e in armonia.
Stephen Bonnett dovrebbe essere il nemico, anche se è poco temibile paragonato al precedente, Jonathan Randall. Il personaggio di Claire è stato poco valorizzato. In passato è stata determinante per la risoluzione di una serie di problemi grazie alla sua intelligenza ed astuzia, sicuramente meritava una storyline con più spessore psicologico. Interessanti, al contrario, le rivelazioni sul passato di Franke del suo rapporto con Brianna, un colpo al cuore per tutti i fan della serie. Finalmente assistiamo al ritorno di un personaggio molto amato, Murtagh Fitzgibbons, nelle vesti del leader dei Regolatori, i ribelli che si rifiutano di sottostare al nuovo sistema delle tasse.
Anche Jamie ha dato poca prova del suo coraggio e della sua forza, anzi lo troviamo coinvolto in un equivoco quasi assurdo che cambia l’andamento dell’intera trama. Sicuramente è stato commovente l’incontro con il figlio segreto, molto di più di quello tanto atteso con Brianna. La ragazza viaggia nel tempo per ricongiungersi con i genitori, ma per essere figlia di Claire e Jamie mi aspettavo che fosse più tosta caratterialmente. Purtroppo è un personaggio femminile abbastanza debole e un po’ insicuro. Al polo opposto troviamo la zia Jocasta, cieca ma molto autoritaria.
E’ necessario segnalare l’evoluzione del cugino Ian e del figliastro Fergus. Molto apprezzabile la figura di Fedra, la schiava di colore piena di qualità positive. Citarli tutti sarebbe quasi possibile. L’ultimo degno di nota è Roger, il vero motore dell’azione, che fino alla sua comparsa era praticamente bloccata. Tuttavia ciò che conta è che le quasi 13 ore totali non sono state utilizzate nel migliore dei modi, mentre la ricostruzione storica e l’attenzione ai dettagli sono sicuramente due dei punti forti della regia.
L’episodio conclusivo dovrebbe essere quello in cui si raggiunge il climax e si crea la tensione in vista della stagione successiva. In questo caso l’ho trovato abbastanza scontato. Da una parte non sono così impaziente di vedere come si evolve la storia, dall’altra spero in un ritorno con i fiocchi che sappia cancellare questa svista.
Nell’attesa non ci resta che fare un re watch della serie per goderci i momenti migliori e rivivere ancora un’altra volta questa bellissima storia d’amore.