James Douglas Morrison nasce l’8 dicembre 1943, a Melbourne, in Florida. Noto per essere stato il frontman dei Doors, band statunitense di fama mondiale, viene ricordato anche per le sue poesie.
A soli 17 anni, lo spirito introverso del cantante prende il sopravvento. Jim non si presenta alla consegna dei diplomi. La cosa non manca di irritare il suo vecchio, che qualche mese dopo lo spedisce dai nonni, a Clearwater. Una volta sistematosi, Jim prende a frequentare il college, ma non è che lo studio lo prenda granché. Gli piace bazzicare un cafè del posto, che è un ritrovo abituale di artisti locali
Nel ’62 si iscrive all’Università di Tallahassee, e lì si scatena. Durante una partita di football si ubriaca, sottrae un berretto a un poliziotto e viene arrestato. Tempo dopo l’accaduto, Jim taglia i ponti con i propri genitori.
Il ’64 è un anno importante. Jim approda all’Università della California, Los Angeles, e inizia a studiare cinematografia. Lì incontra Ray Manzarek. Ray lo sente cantare e gli propone di mettere su una band. Arruolano Patty Sullivan, batterista, e Robby Krieger, chitarrista, e partono. Registrano qualche demo e scelgono il nome della band: The Doors.
L’idea del nome viene a Jim dopo aver letto i versi di una poesia di William Blake: «If the doors of perception were cleansed, everything would appear to man as it is: infinite.»
L’anno seguente è quello del primo contratto. La Columbia Records è interessata ai Doors, ma il contratto è a termine e non viene rinnovato. Jim e compagni si danno agli allucinogeni e bazzicano il Deserto del Mojave, alla ricerca di ispirazione. In quel periodo Jim viene di nuovo arrestato per aver molestato una ragazza e per aver abbandonato per giorni uno dei suoi compagni nel deserto.
Nel febbraio del ’66 i Doors iniziano a suonare stabilmente nei locali del Sunset Strip di Los Angeles, luogo di culto della musica statunitense. Lo sbattimento vale alla band un contratto con la Elektra Records e nel gennaio del ’67 esce The Doors, che raggiunge un successo tale da rivaleggiare con Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles.
Quello che fanno i Doors è rock psichedelico, imbastito di sonorità che si intrecciano generando qualcosa di mai sentito. E a coronamento dell’opera, la voce e i testi di Jim, poeta moderno.
La band continua a suonare dal vivo e Jim non manca di esibirsi in trovate eccentriche e fuori di testa. Durante un concerto a Long Beach, il frontman dei Doors si presenta ubriaco e inizia a spogliarsi, salvo poi essere bloccato. Il giorno seguente si infila il microfono in bocca e si lancia in una salva di suoni assurdi, che niente hanno a che fare col bel canto di cui è capace. La cosa va avanti per un pezzo e, visto che Jim non pare avere intenzione di smettere, il concerto viene interrotto.
Nel luglio del ’67 il successo di Light my fire. I Doors si esibiscono all’Ed Sullivan Show e viene chiesto a Jim di cambiare parte del testo. Anziché cantare «girl, we couldn’t get much higher», (ragazza, non possiamo sballarci di più) dovrà dire «girl, we couldn’t get much better.» Questo perché la parola high, nello slang giovanile, indica il momento dello sballo, e certi messaggi non possono passare in TV. Jim acconsente ma cambia idea durante la diretta. Canta il testo così come l’ha scritto e la band viene bandita per sempre dallo show.
Tre mesi dopo esce il secondo album della band, Strange Days, e durante un concerto a New Haven, Jim ne combina un’altra delle sue. Un agente di polizia lo becca nel backstage con una ragazza. Non riconoscendo l’artista, invita entrambi a uscire. Jim lo provoca e va a finire che l’agente gli spruzza negli occhi del gas accecante. Una volta chiarito l’equivoco Jim va in scena, ma è ancora parecchio incavolato. Mentre lo show entra nel vivo, il cantante comincia a inveire contro le forze dell’ordine. Racconta cosa è accaduto nel backstage e si rivolge ai poliziotti chiamandoli «porci vestiti di blu.» Lo show viene interrotto e Jim viene prima malmenato e poi arrestato.
Da lì in poi le esibizioni del cantante si fanno sempre più scalmanate. E nonostante i disordini, il gruppo continua a fare il tutto esaurito e parte per un tour europeo.
A partire dagli anni ’70 Jim inizia ad assumere droghe e alcool in quantità sempre maggiori. Diventa difficile per lui cantare dal vivo e il suo stato mentale lo porta a sbottare e a litigare con chiunque gli capiti a tiro.
Un anno dopo si trasferisce a Parigi con l’idea di concentrarsi sulla poesia e prendersi una pausa dai Doors.
Il 3 luglio del ’71 lo trovano nella vasca da bagno, privo di vita. Nessuna autopsia viene eseguita e la notizia del tragico evento viene diramata il 9 luglio, quasi una settimana più tardi.
Jim muore a soli 27 anni, la stessa età in cui morirono anche Jimi Hendrix, Janis Joplin e Brian Jones.
Diceva di sé: «Mi considero un uomo intelligente e sensibile con l’anima di un clown.»