Oggi compie 63 anni Walter Veltroni – politico, giornalista, scrittore e regista italiano – è stato sindaco di Roma per due volte.
Nel 2007, dopo aver fatto parte della Federazione Giovanile Comunista e, successivamente del Partito Comunista Italiano, diventa il primo segretario politico nazionale del Partito Democratico. È stato anche vicepresidente del Consiglio e Ministro per i beni culturali e ambientali, durante il governo Prodi.
Walter Veltroni non è solo un politico, ma è anche un ricercatore delle “piccole cose”, della bellezza dei piccoli dettagli. Ne sono testimonianza concreta i diversi film da lui prodotti: Quando c’era Berlinguer (2014); Milano (2015); I bambini sanno (2015); Indizi di felicità (2017); C’è tempo (2019). Veltroni non racconta solo il suo punto di vista, ma ricerca e conosce storie nuove, di altre vite. Per lui il cinema non è solo un passatempo, ma un vero impegno civile.
La sua esperienza politica si traduce nel cinema attraverso la “voglia di fare squadra e la capacità di motivare le persone”. Un modo di raccontare la vita, l’essenzialità, le cose che spesso vengono trascurate. I suoi film sono un’attenzione delicata verso l’altro.
“I bambini sanno”
Ne “I bambini sanno” 39 bambini, tra gli 8 e i 13 anni, rispondo a temi forti e importanti come l’amore, Dio, la famiglia, l’omosessualità e la crisi. Tutto parte dalla concezione ispirata da Antoine de Saint-Exupery, <<i grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta>>, difatti le risposte dei bambini regalano una visione nuova e fresca del futuro, proprio attraverso la loro innocenza e semplicità.
Tematiche forti che spesso sfociano in conflitti profondi, vengono qui affrontati con naturalezza e bellezza, perché ai bambini non importano le differenze e soprattutto – proprio come risponderanno alla domanda “secondo te cos’è che i bambini sanno più dei grandi?” – “i bambini sanno fare la pace”.
I 39 bambini scelti rappresentano diverse realtà della società: una bambina nigeriana abbandonata dal padre, una musulmana, un rom con il padre in carcere, il genio matematico, il malato di leucemia allontanato dai compagni, due gemelle di cui una con la sindrome di Down, la figlia di una coppia di donne: tutti aspetti della società che quotidianamente vengono messi in discussione.
Veltroni ha voluto dar voce ai più piccoli, spesso messi a tacere, dando attraverso le loro parole una vera e propria lezione agli “adulti” che “non capiscono mai niente”: <<quante volte, quand’eravamo bambini noi, prima di dormire abbiamo pensato a noi stessi, alla nostra coscienza, ci siamo interrogati sul futuro, sui nostri genitori. Quello è il tempo delle domande e ho voluto raccontare le risposte che i bambini si son dati alle grandi domande>>.
A dare un significato ancora più profondo al film è il piccolo Marius, un bambino rom che vede il mare per la prima volta. Marius non solo fa commuovere per la sua felicità davanti al mare, ma inconsapevolmente risveglia nello spettatore la voglia di sorprendersi anche davanti alle cose più ovvie e scontate. Marius insegna a non dimenticarci mai dell’importanza di stupirci e apprezzare ogni bellezza della vita.
La politica delle piccole cose
Questo film racchiude perfettamente il modo di intendere il cinema di Veltroni: aprirsi alle storie dell’altro, conoscere e soprattutto affidarsi a nuove visioni, perché non sempre il nostro punto di vista è indiscutibile. A volte, ad esempio, basta dar voce ad un bambino per renderci conto di non aver capito poi così tanto.
È una politica d’impatto, quella di Veltroni, che non si basa sulle parole, ma sulla concretezza della vita quotidiana di ogni individuo diverso, ma uguale nei sogni, nelle speranze, nella voglia di cambiare il presente per migliorare il futuro. C’è sempre un messaggio chiaro che passa attraverso l’impegno sociale di Veltroni: la politica è degli uomini, non dei potenti. Appartiene a tutti, dai più piccoli ai più grandi.
Non si può fare politica senza interessarsi al vissuto delle persone, alla storia passata e a quella che sarà. Anzi, fare politica è partire proprio da tutte queste storie che si intrecciano, dai piccolissimi dettagli, dalla bellezza che fatica ad uscire fuori, ma che c’è e dev’essere scovata.
E quella corsa finale di Marius, incontro al mare per la prima volta, è il riassunto di ciò che dev’essere un politico: un uomo socialmente impegnato che, sporcandosi le mani, aiuta a “rivendicare il diritto di essere felice” per il prossimo, chiunque esso sia. Una politica che miri solo al bene più sincero e pulito.