Il nuovo singolo di Licciardi dal titolo “Un metodo” è disponibile sulle piattaforme digitali e in radio da oggi 18 settembre 2024, e permette di riflettere sull’importanza di riconoscere che non esiste un’unica strada per il benessere e la felicità, poiché ognuno segue un percorso personale.
Licciardi presenta il nuovo singolo “Un metodo”
Disponibile da oggi 18 settembre su tutte le piattaforme digitali e in radio “Un Metodo”, il nuovo singolo di Licciardi. Rappresenta una summa di tante cose, il capitolo finale di un periodo di scrittura, composizione e lettura interiore. Per questa ragione rappresenta l’ultimo singolo che anticipa l’EP del cantautore siciliano in uscita in autunno.
“Presto tornerai a vedere
Tutte le cose che non vedi più”
Per ascoltare il brano: https://song.link/s/7Mm1wpWq6yvYEvgZ9pFj3f
Commenta Licciardi a proposito di “Un metodo”
“In questo epilogo mi son ritrovato a fare due conti con me stesso e ho capito finalmente che non esiste ‘un metodo’ per stare bene e per essere felici ma ognuno di noi fa un percorso specifico. Quello che è importante però, è capire che la nostra esistenza non deve essere vissuta per dimostrare niente a nessuno, perché siamo tutti diversi e tutti marinai della propria nave. Non ci sono regole quando si vuol essere felici, non ci sono insegnamenti da seguire, non ci sono partite da giocare. C’è la cura di sé stessi, dei rapporti umani, del tempo e soprattutto la capacità di perdonarsi gli errori” – afferma Licciardi.
Dal punto di vista musicale è stata scelta un’accordatura aperta che ricordasse il più possibile artisti come Nick Drake e Ben Howard (specialmente del suo brano “Old Pine”). È proprio la chitarra acustica che diventa centrale, aggiunta a delle elettriche. Insieme danno un po’ l’idea di sconfinatezza, di canyon americani, sperdute praterie o immensi deserti. Questo per rendere il più possibile tangibile il senso di impotenza di fronte alla vastità del mondo e della natura, che crediamo continuamente di dominare, ma dalla quale veniamo costantemente attraversati e governati. L’outro, con la batteria “impazzita” di Antonio Polidoro e le chitarre che si incrociano in riff disturbanti, è stato pensato proprio per testimoniare ancora questo senso finale di caos che ci governa, dove tutto non sembra avere senso solo perché noi cerchiamo di darglielo, ma in realtà appunto, il senso per Licciardi si trova proprio in questo dissolversi.
Un metodo – Testo
Tu non ti devi preoccupare
Vedrai che andrà tutto bene
Presto tornerai a vedere
Tutte le cose che non vedi più
E se questa pianura
Ti sembra una montagna
È soltanto che hai paura, o non hai forza
Per continuare
Ma tu non devi dimostrare
Non c’è niente da spiegare
A che ti serve correre
Se non riesci a respirare più
Ti sei guardato fino in fondo
Per capire come fare
Per capire se c’è un modo
O solo un metodo per stare bene
Ma l’hai capito finalmente
Che nessuno ti insegna a volare
E non ci sono regole
Se non sei pronto tu a giocare
Ma tu non devi dimostrare
Non c’è niente da spiegare
A che ti serve correre
Se non riesci a respirare più
Tu, tu fermati
Tu, tu fermati
E perdonati
Tutto.
Crediti
Testo e musica: Michele Licciardi
Voce, chitarra elettrica, chitarra acustica, basso elettrico, fills: Michele Licciard
Batteria: Antonio Polidoro
Registrato presso Blapstudio di Antonio Polidoro, Milano, Via Imperia 21A (MI).
“Giù” arriva prima di “Un metodo”
Singolo precedente di “Un metodo” è “Giù”, pubblicato lo scorso 5 aprile. Qui Licciardi, in maniera intima e sussurrata, si rivolge all’anima e mette in evidenza le chitarre. L’ispirazione musicale trae spunti dal passato, con la chitarra acustica accordata in tonalità Nick Drake, richiamando così il grande cantautore inglese. Licciardi incorpora anche chitarre elettriche caratterizzate da riverberi e delay, evocando sonorità di pop barocco e alternative indie, simili a quelle de The National.
L’artista descrive un lockdown emotivo, un’impossibilità di uscire fisicamente e di godere dell’esterno. Questo stato porta a un cambiamento interiore profondo, in cui la vita quotidiana perde colore e significato. Ciò genera la necessità di un cambiamento per riacquistare vitalità e identità.
Crediti di “Giù”
Testo e Musica: Michele Licciardi
Produzione, mixing e mastering: Blapstudio, MIlano.
Chitarra elettrica: Michele Licciardi
Chitarra acustica: Michele Licciardi
Basso elettrico: Michele Licciardi
Batteria: Antonio Polidoro.
Chi è Licciardi?
Michele Licciardi nasce a Catania il 29/09/1991. Presto si approccia allo studio della chitarra elettrica e, fa parte di diverse tribute band blues e rock della provincia catanese. Si avvicina al cantautorato italiano in età più matura, e compone brani, dei quali alcuni fanno parte del suo primo album solista; Non sono un cantautore alternativo, per Noja Recordings di Carlo Barbagallo.
Il genere musicale è influenzato dagli ascolti più classici del cantautorato italiano, come De Gregori, Dalla, e del cantautorato internazionale come Bob Dylan, Nick Drake fino ad arrivare a cantautori contemporanei come Niccolò Fabi, Damien Rice, Bon Iver, Ben Howard. La ricerca musicale di Licciardi, infatti, è imperniata nel far dialogare la testualità del cantautorato italiano con sonorità di respiro più internazionale ed esterofila.
Dal 2018 è chitarrista della band bolognese indie-pop Lapara, con la quale ha realizzato due EP. Da due anni, in collaborazione con il BlapStudio di Milano, di Antonio Polidoro, lavora al suo secondo disco solista anticipato dai singoli “Emilia Nascosta”, “Art Attack”, “Giù” e “Un Metodo”.
Dice di sé
“Ciao, sono Michele, ho 31 anni, sono siciliano, nato in un paesino in provincia di Catania, ma da diversi anni abito a Bologna. Come si direbbe in dialetto bolognese, sono il cantautore ‘peso’ per eccellenza! Ovvero il depressone!
Infatti, più che cantautore mi definirei lo psicologo di me stesso; scrivo canzoni per curarmi, e per non rischiare di impazzire. Infatti, in questi anni, grazie alla mia musica, ho risparmiato tantissimi soldi di psicoterapia, e questo è un primo grande obiettivo raggiunto.
Penso che nel cantare delle proprie paure, ossessioni, inquietudini, non ci sia nulla di male, e anche se fosse, è l’unico modo che conosco”.
Contatti
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