Se siete stati ragazzi negli anni Ottanta e Novanta, è pressoché impossibile che non vi siate mai imbattuti in questo manga. Occhi di gatto era, ed è ancora, un cult per gli amanti del genere.
Di cosa parla Occhi di gatto?
Kyattsu Ai, o Cat’s Eye nella forma inglese, è un manga creato da Tsukasa Hōjō. E se questo nome vi appare familiare… beh, potete averlo letto proprio qui, nella mia rubrica dedicata ai cartoni animati. Si tratta infatti dello stesso mangaka “papà” di City Hunter, lo sweeper amante delle belle donne.
City Hunter lo sweeper più amato del piccolo schermo
La storia
La storia di per sé è abbastanza semplice: le tre sorelle Kelly, Sheila e Tati (Rui, Hitomi e Ai in originale) sono proprietarie di un bar. Ma questo è solo una copertura per le loro vere attività, cioè ladre di opere d’arte. Non opere d’arte qualsiasi, però, e non a scopo di lucro: il padre delle tre sorelle era infatti un artista, e le sue opere negli anni Quaranta erano state trafugate dai nazisti. Proprio queste sono gli obiettivi del terzetto, che si firma appunto con il nome Occhi di gatto, ed è alla ricerca di ogni singolo quadro. A tentare di arrestare queste ladre è il poliziotto Matthew (Toshio), fidanzato di Sheila, che però non nutre alcun sospetto sulla sua vera identità. Per fortuna delle sorelle, non è neppure molto sveglio, ma purtroppo per contro lo è la sua collega, Alice (Mitsuko), che in alcune occasioni rischia di smascherarle.
I personaggi
Nonostante il ruolo principale sia svolto da tutto il terzetto di ladre, la vera protagonista è Sheila, la sorella di mezzo. Atleta, escapologa esperta, campionessa in varie arti marziali, è il braccio della banda; la sorella maggiore Kelly è colei che pianifica le rapine, la mente del gruppo; la più piccola, Tati, è ancora una liceale ma con un QI elevato e notevole predisposizione per la tecnologia e la meccanica. Tra i coprotagonisti, a spiccare sono Matthew e Alice, che hanno quasi la stessa rilevanza nell’anime e nel manga: tutti gli altri personaggi hanno ruoli differenti, oppure compaiono in una versione e non nell’altra.
Un cult mai dimenticato
Il manga è comparso per la prima volta in Giappone nel 1981, sino al 1985. In Italia è arrivato solo nel 1999, ma la serie animata molto prima, proprio nel 1985. In totale sono 73 gli episodi, separati in due serie, ma con un finale aperto. A distanza di quasi quarant’anni dalla sua prima messa in onda, viene riproposto di quando in quando, ed è ormai diventato un cult per gli otaku di tutto il mondo… ma non solo.