“More Heroes” – Riflettori sul Punk: GG Allin

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Il cantante GG Allin

“More Heroes” è una rubrica dedicata alla scoperta dei più grandi nomi che hanno fatto la storia del punk, molti dei quali non conosciuti adeguatamente come meriterebbero. Oggi i riflettori sono puntati su GG Allin.

Anomalia punk rock

Nella storia del punk rock, GG Allin rappresenta una sorprendente e folle anomalia. Artista controverso e figura divenuta leggendaria, più che per la sua musica è ricordato per l’eccessiva brutalità e violenza che caratterizzavano ogni suo show. Essi prevedevano nudità, l’autolesionismo nei confronti di se stesso e gesti estremi di ogni sorta. Facendo ciò Allin voleva riportare lo spettacolo rock a quella forma ribelle e trasgressiva con cui tale musica era nata e che invece col tempo si era trasformato in business e promozione. Oltre che definirsi quindi “ultimo rocker”, in un’intervista televisiva affermò che il suo corpo stesso era “un tempio del rock’n’roll”.

Nato nel 1956 a Lancaster, New Hampshire, il suo vero nome era Jesus Christ ed era figlio di un fanatico religioso dal temperamento molto violento che proibiva contatti col mondo esterno. La sua infanzia fu segnata da numerose restrizioni, vivendo in una capanna senza corrente elettrica né acqua. Il soprannome viene dal fratello minore Merle che, incapace di pronunciare Jesus correttamente, lo iniziò a chiamare Jeje, poi trasformatosi in GG. Nel 1962 la madre divorzia dal marito, cambia il suo nome in Kevin Michael e si trasferisce coi figli ne Vermont.

La musica

Appassionatosi di rock’n’roll in giovane età, inizia la sua carriera come batterista assieme al fratello, venendo influenzato da figure quali Alice Cooper e Iggy Pop e da band come i Ramones. Nel 1980 pubblica il suo primo album dal titolo “Always Was, Is And Always Shall Be” assieme al gruppo The Jabbers in cui militerà fino al 1984. E’ il primo tassello di una discografia sterminata e confusa. GG Allin pubblicherà decine e decine di album, EP e singoli, come solista o collaborando con moltissime altre band (a volte anche solo per un singolo) quali gli Scumfucs, i Texas Nazis, gli AIDS Brigade, i Murder Junkies, ecc. I suoi brani si distinguono per i testi controversi, volgari e provocatori trattando temi quali razzismo, pedofilia, blasfemia, devianze sessuali e misoginia. Oltre che al punk e all’hardcore pubblicò qualche disco di stampo country, genere di cui era appassionato.

La copertina del primo album di GG Allin in cui si può notare un’aspetto completamente diverso del musicista rispetto all’immagine che diverrà nota al grande pubblico.

I live

La fama di GG Allin tuttavia è legata alla dimensione dei concerti dal vivo. A partire dalla metà degli anni ’80, ogni suo show fu contraddistinto da una violenza tale che ogni spettacolo veniva annullato dopo una manciata di brani. La pratiche autolesionistiche, l’aggressione al pubblico, la tendenza a masturbarsi, defecare sul palco e cospargersi con le proprie feci non sono altro che alcune delle caratteristiche della follia di questi spettacoli in cui erano in pericolo, oltre che gli spettatori, le attrezzature e il locale stesso. La fama che derivò da questi comportamenti estremi lo portò ad essere ospite di diversi show televisivi.

Pur composto da immagini amatoriali e di qualità non eccelsa, diversi filmati di questi show sono presenti nel documentario uscito postumo “Hated: GG Allin and the Murder Junkies” (1994). La copertina dell’album che funge da colonna sonora rappresenta un ritratto di Allin eseguito dal serial killer John Wayne Gacy: il cantante, affascinato da figure di tale genere, aveva una corrispondeza con quest’ultimo tanto da andare spesso a trovarlo in carcere.

La morte

Dipendente dall’alcool e dalle più svariate sostanze stupefacenti già dagli anni ’80, GG Allin morì nel giugno del 1993 a seguito di un’overdose d’eroina. Per volere del fratello, il suo corpo non fu lavato, gli fu fatto indossare il giubbotto di pelle e messa nella bara una bottiglia di whisky Jim Beam. Il funerale si trasformò in una festa in cui gli amici facevano le foto al cadavere e mettevano nella sua bocca alcool e droghe. Il filmato lo si può trovare nel già citato documentario “Hated: GG Allin and the Murder Junkies”.

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